Suggerimenti politici[1] ai politici
Il presidente
Napolitano
Giocasta gemeva sul letto dove aveva generato dei doppioni[2]: un
marito (Edipo) da un marito (Laio) e figli
(Antigone, Ismene, Eteocle e Polinice) da un figlio (Edipo).
Napolitano ha prodotto il doppione dei Letta: un nipote da
uno zio; poi un figlio infedele da un padre condannato, ossia un
Alfano da un Berlusconi.
Giocasta si è impiccata quando se ne è accorta; spero che
Napolitano non se ne accorga e non si impicchi. Il presidente del resto ha
anche raddoppiato se stesso quale inquilinus
annosus regiae domus.
Non se lo ha fatto obtorto
collo, oppure ejkwvn[3],
di sua volontà come Prometeo quando ha
deciso di soccorrere gli uomini pur prevedendo il martirio.
Comunque gli auguro di campare almeno altri cento anni, e
non sulla rupe scitica tormentato dall’aquila come il Titano della tragedia di
Eschilo..
Lo scrivo senza ironia.
Però, ti prego, grande, inaffondabile vecchio, quasi oramai
numificato[4] ossia
divinizzato[5] dal popolo, tu che con la tua annosità ridicolizzi la mia[6],
pensiamo alla gente che soffre: quelli inghiottiti dalle onde odiose della
miseria, in un travolgente vortice di atrocità, e quelli affogati per colpa nostra nelle acque, in sé amabili, del mare
pescoso: il dolore e la morte riguardano tutti e sono il vero fondamento dell’uguaglianza tra gli
uomini.
Matteo Renzi da Lucia Annunziata il 13 ottobre del
2013
Renzi viene biasimato poiché ha criticato una parte del
messaggio alle camere del Presidente. Penso che il diritto di critica diretta a
chiunque, fosse pure il Padre Eterno, non sia una contravvenzione della lex maiestatis che per giunta non
esiste, anche se alcuni vorrebbero ripristinarla e applicarla spietatamente,
come già fece Tiberio, l’augusto successore di Augusto: “nam legem maiestatis
reduxerat”[7],
infatti aveva richiamato in vigore la legge di lesa maestà.
Matteo Renzi ha detto diverse cose giuste oggi dalla Annunziata.
Ossia che non è educativo replicare l’indulto sette anni
dopo quello del 2006; ci vorrebbe piuttosto una riforma strutturale della
giustizia, cominciando con il cambiare, meglio ancora abrogare la legge Bossi-Fini supportata da quel genio[8] di
Giovanardi.
Poi il giovanotto toscano dai denti sporgenti[9] ha
auspicato che la politica abbia un linguaggio
chiaro, e il suo oggi lo è stato.
Encomiabile è stato anche il rifiuto della parola “odio”. L’odio infatti è il contrario, è
la negazione della vita che nasce dall’amore.
Inoltre: “Il PD deve parlare dei propri valori, non delle
proprie correnti. Ora vanno rottamate proprio
le correnti”. Bene, arcibene. Ci dica però anche, con tutta chiarezza,
quali saranno i valori irrinunciabili del PD, se verrà eletto segretario del
partito.
Matteo Renzi |
E ancora: “La vicenda dell’Alitalia è il simbolo del
fallimento della classe politica e di quella imprenditoriale”. Il sindaco di
Firenze non si è peritato di mettere sotto accusa altre caste: giornalisti,
baroni universitari, manager incapaci eppure strapagati, e così via. Ha poi
denunciato il prepotere delle banche il cui salvataggio viene sempre messo
davanti a quello dei lavoratori.
Gli istituti di credito sono di fatto immense cloache sfonde che prima succhiano denaro, poi chiudono i rubinetti alle piccole e alle medie imprese. Insomma
il giovane neoetrusco ha parlato con chiarezza e non senza un certo coraggio.
Ancora non so se voterò per lui alle primarie poiché non mi è altrettanto
chiaro il programma politico degli altri, ma certamente non provo nessuna
avversione per questo ragazzo vivace e capace.
Cambiamo argomento.
I politici ai funerali.
Il loro cordoglio non costituisce né un sollievo né niente
di utile per alcuno: “ouj ga;r ti~ prh`xi~
pevletai krueroi`o govoio”[10],
nessun vantaggio c’è nel gelido pianto, dice Achille a Priamo che piange la
morte di Ettore.
Ma ciascuna di quelle volpi consumate e compunte pensa che il suo pianto sia utile al proprio
“particulare”. Straordinario
l’interesse che hanno costoro per i cadaveri di persone che da vive non li
interessavano punto. Forse, soprattutto il politico molto longevo, ringrazia la
sua buona stella per il fatto che non è ancora venuto il suo
turno. Come noi tutti del resto.
Meglio molti preti di
tanti i politici.
La diffidenza dei cittadini nei confronti di molti politici,
inutile peso alla terra, spesso anzi dannoso, è giustificata dagli exempla che loro stessi ci hanno dato:
dalle tante stragi impunite, all’assassinio di Moro, all’attuale catastrofe
economica che penalizza, ossia rende povera la maggioranza.
Oujkevti pista;
gunaixivn, dice Agamennone a Odisseo nella Nevkuia, il canto dei morti[11], non
ci sono più patti con le donne. Io con le
donne i patti li faccio[12]
ancora assai volentieri e li rispetto, ma di gran parte dei politici non mi
fido più. Meglio i preti.
Civiltà di vergogna,
Civiltà di colpa e Civiltà del denaro. Papa Francesco. Il letto di Ulisse.
Piero della Francesca di Borgo Sansepolcro.
Dodds definisce quella omerica “civiltà di vergogna”. In
essa "il bene supremo non sta nel
godimento di una coscienza tranquilla, ma nel possesso della timhv, la pubblica stima (...) La più
potente forza morale nota all'uomo omerico non è il timor di Dio, è il rispetto
dell'opinione pubblica, aijdwv":
aijdevomai Trw'a"[13],
dice Ettore nel momento risolutivo del suo destino, e va alla morte con gli
occhi aperti"[14]. Il
cedimento alla pressione del conformismo sociale è caratteristico della cultura
della vergogna "ove tutto quel che espone l'uomo al disprezzo o al
ridicolo dei suoi simili, tutto quel che gli fa "perdere la faccia" è
sentito come insopportabile"[15].
Ebbene, anche la nostra è una Culture of Shame, ma la vergogna capitale adesso sta nel non essere
ricchi, perché questa è prima di tutto una Culture
of money, una rozza e sozza incultura invero, dove la coscienza, l’onore,
la lealtà, la cortesia sono monete scadute, senza più alcun valore.
Spero che Papa Francesco, uno dei pochissimi uomini di
potere capace di dire parole umane, e "cose di sinistra", ripristini uno stadio
più evoluto di civiltà: la Culture of
Guilty, la civiltà di colpa, per la
quale chi fa del male, chi offende la vita, si sente in colpa e magari si
pente, se invece fa del bene, non si
cura del giudizio negativo dato coerentemente dai malvagi, ma continua a farlo.
I politici divoratori del popolo devono imparare, volenti o
nolenti, quanto la condivisione sia cosa migliore dell’appropriazione, la
solidarietà dell’egoismo, e quale bene sia una vita sobria, parca e modesta
come quella che fanno la maggior parte dei loro elettori.
una delle mie zie, Rina Martelli |
Ma quelli delle caste
tutte, quindi non solo i politici, continuano a riempirsi “l’epa croia”[17]. I
più impudichi girano sfoggiando una obesità oscena e sfacciata. La grande
tragedia è che molti piccolo borghesi sull’orlo della miseria cercano di
imitare i banchetti odiosi dei moderni Trimalchioni.
Tutti i cattivi modelli vanno tolti dal Parlamento, dalla
televisione e da ogni altro palcoscenico.
I punti nodali della crisi non si stanno sciogliendo, ma
sciolgono le ginocchia di molti. In altre parole li fanno morire.
Non solo le cose, ma anche gli uomini sono per la maggior
parte dei politicanti solo strumenti, da usare e da buttare via. Una concezione
antiumana. Per l’umanesimo, per la persona colta, per l’artista, viceversa, non
solo gli uomini ma anche le cose costruite dagli uomini irradiano vitalità. Si
pensi alla zattera[18] o al
letto[19]
costruiti da Odisseo.
Oppure agli oggetti e ai paesaggi della natura dell’alta
valle tiberina che si squaderna piena di luce partecipando alla santità degli
eventi nei quadri di Piero della Francesca di Borgo Sansepolcro dove sono
sepolti mia mamma, le mie zie, i loro genitori, miei nonni, i genitori dei loro
genitori e così via.
Che Dio li benedica e che loro benedicano me.
Ne ho bisogno.
Giovanni Ghiselli
Indirizzo di posta elettronica: g.ghiselli@tin.it
Il mio blog http://giovannighiselli.blogspot.it/
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[2] Cfr. Sofocle, Edipo
re, vv. 1249-1250
[3] Cfr. “eJkw;n eJkw;n h{marton, oujk ajrnhvsomai”
( Eschilo, Prometeo incatenato, 266) di mia volontà, di mia volontà ho
compiuto la trasgressione, non lo negherò.
[4] Non è un refuso per “mummificato”. E’ un participio
formato su numen, il cenno del nume,
del dio. Ancora senza ironia.
[6] Io compirò 69 anni, un’età quasi immonda, il 14
novembre. Quando a Pesaro mi chiedono: “Come stai?" Rispondo di norma: “Da povero vecchio”. Sempre sperando, invero, che mi si
replichi con un: “Ma lascia gi’!”. Quando penso a questo grande vecchio in
effetti mi incoraggio e soprassiedo con un sorriso alla mia attempatezza.
[7] Tacito, Annales
I, 72.
[8] Questo invece lo dico con ironia.
[9] Riscontrati nei resti degli Etruschi. Lo annoto con
simpatia perché li aveva appena accennati anche mia mamma Luisa Martelli, nata
a Pieve Santo Stefano da antica famiglia di Borgo San Sepolcro esattamente
cento anni fa. Proprio oggi avrebbe
compiuto cento anni. Purtroppo da due anni non è più su questa terra. Buon compleanno comunque mamma carissima,
mamma emerita!
[11] Odissea XI, 456.
[12] Mica tanto, magari, con Daniela Santanché o con Alessandra Moretti.
[13]Iliade,
XXII, 105, e VI, 442, mi
vergogno davanti ai Troiani. Da questo pezzo forse si capisce che mercoledì
prossimo terrò una lezione su Omero all’Università dell’età libera di Pesaro.
[14] I greci e l'irrazionale , p. 30.
[15] I greci e l'irrazionale , p. 31.
[16] Significa il nutrimento dei poveri. Un nutrimento sano. Per lo meno non rende
obesi..
[17] Dante, Inferno XXX, 102 la pancia dura e sconcia.
[18] Il V canto dell’Odissea
è appunto “Il canto della zattera”.
[19] Cfr. Odissea
XXIII.
Non mi piace Renzi perché non gli credo; in compenso mi piace moltissimo questo articolo, veramente ispirato e del tutto condivisibile. Tanti tanti complimenti.
RispondiEliminaalessandro
Bello il pezzo, magari dovresti candidarti tu! :-) Renzi lo conosco ancora poco, devo ancora capire se vende fuffa oppure è valido...
RispondiEliminaMaddalena Roversi