NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

LE NUOVE DATE! Protagonisti della Storia Antica | Biblioteche Bologna   -  Tutte le date link per partecipare da casa:    meet.google.com/yj...

lunedì 14 ottobre 2013

Sui politici




Suggerimenti  politici[1] ai politici

Il presidente Napolitano
Giocasta gemeva sul letto dove aveva generato dei doppioni[2]: un marito (Edipo) da un marito (Laio) e figli  (Antigone, Ismene, Eteocle e Polinice) da un figlio (Edipo).
Napolitano ha prodotto il doppione dei Letta: un nipote da uno zio; poi un figlio infedele da un padre condannato, ossia  un  Alfano da un Berlusconi.
Giocasta si è impiccata quando se ne è accorta; spero che Napolitano non se ne accorga e non si impicchi. Il presidente del resto ha anche raddoppiato se stesso quale inquilinus annosus regiae domus.
Non se lo ha fatto obtorto collo, oppure ejkwvn[3], di sua volontà come  Prometeo quando ha deciso di soccorrere gli uomini pur prevedendo il martirio.
Comunque gli auguro di campare almeno altri cento anni, e non sulla rupe scitica tormentato dall’aquila come il Titano della tragedia di Eschilo..
Lo scrivo senza ironia.
Però, ti prego, grande, inaffondabile vecchio, quasi oramai numificato[4] ossia divinizzato[5] dal popolo, tu  che con la tua annosità ridicolizzi la mia[6], pensiamo alla gente che soffre: quelli inghiottiti dalle onde odiose della miseria, in un travolgente vortice di atrocità, e quelli affogati per colpa nostra nelle acque, in sé amabili, del mare pescoso: il dolore e la morte riguardano tutti e sono  il vero fondamento dell’uguaglianza tra gli uomini.

Matteo Renzi da Lucia Annunziata il 13 ottobre del 2013
Renzi viene biasimato poiché ha criticato una parte del messaggio alle camere del Presidente. Penso che il diritto di critica diretta a chiunque, fosse pure il Padre Eterno, non sia una contravvenzione della lex maiestatis che per giunta non esiste, anche se alcuni vorrebbero ripristinarla e applicarla spietatamente, come già fece Tiberio, l’augusto successore di Augusto: “nam legem maiestatis reduxerat”[7], infatti aveva richiamato in vigore la legge di lesa maestà.
Matteo Renzi ha detto diverse cose giuste oggi dalla Annunziata.
Ossia che non è educativo replicare l’indulto sette anni dopo quello del 2006; ci vorrebbe piuttosto una riforma strutturale della giustizia, cominciando con il cambiare, meglio ancora abrogare  la legge Bossi-Fini supportata da quel genio[8] di Giovanardi.
Poi il giovanotto toscano dai denti sporgenti[9] ha auspicato che la politica abbia un linguaggio chiaro, e il suo oggi lo è stato.
Encomiabile è stato anche il rifiuto della parola “odio”. L’odio infatti è il contrario, è la negazione della vita che nasce dall’amore.
Inoltre: “Il PD deve parlare dei propri valori, non delle proprie correnti. Ora vanno rottamate proprio  le correnti”. Bene, arcibene. Ci dica però anche, con tutta chiarezza, quali saranno i valori irrinunciabili del PD, se verrà eletto segretario del partito.
Matteo Renzi
E ancora: “La vicenda dell’Alitalia è il simbolo del fallimento della classe politica e di quella imprenditoriale”. Il sindaco di Firenze non si è peritato di mettere sotto accusa altre caste: giornalisti, baroni universitari, manager incapaci eppure strapagati, e così via. Ha poi denunciato il prepotere delle banche il cui salvataggio viene sempre messo davanti a quello dei lavoratori.
Gli istituti di credito sono di fatto immense cloache sfonde che prima succhiano denaro, poi chiudono i rubinetti alle piccole e alle medie imprese. Insomma il giovane neoetrusco ha parlato con chiarezza e non senza un certo coraggio. Ancora non so se voterò per lui alle primarie poiché non mi è altrettanto chiaro il programma politico degli altri, ma certamente non provo nessuna avversione per questo ragazzo vivace e capace.

Cambiamo argomento.
I politici ai funerali.
Il loro cordoglio non costituisce né un sollievo né niente di utile per alcuno: “ouj ga;r ti~ prh`xi~ pevletai krueroi`o govoio[10], nessun vantaggio c’è nel gelido pianto, dice Achille a Priamo che piange la morte di Ettore.
Ma ciascuna di quelle volpi consumate e compunte  pensa che il suo pianto sia utile al proprio “particulare”. Straordinario l’interesse che hanno costoro per i cadaveri di persone che da vive non li interessavano punto. Forse, soprattutto il politico molto longevo, ringrazia la sua  buona stella  per il fatto che non è ancora venuto il suo turno. Come noi tutti del resto.

Meglio molti preti di tanti i politici.
La diffidenza dei cittadini nei confronti di molti politici, inutile peso alla terra, spesso anzi dannoso, è giustificata dagli exempla che loro stessi ci hanno dato: dalle tante stragi impunite, all’assassinio di Moro, all’attuale catastrofe economica che penalizza, ossia rende povera la maggioranza.
Oujkevti pista; gunaixivn, dice Agamennone a Odisseo nella Nevkuia, il canto dei morti[11], non ci sono più patti con le donne. Io con le donne i patti li faccio[12] ancora assai volentieri e li rispetto, ma di gran parte dei politici non mi fido più. Meglio i preti.

Civiltà di vergogna, Civiltà di colpa e Civiltà del denaro. Papa Francesco. Il letto di Ulisse. Piero della Francesca di Borgo Sansepolcro.
Dodds definisce quella omerica “civiltà di vergogna”. In essa "il bene supremo  non sta nel godimento di una coscienza tranquilla, ma nel possesso della timhv, la pubblica stima (...) La più potente forza morale nota all'uomo omerico non è il timor di Dio, è il rispetto dell'opinione pubblica, aijdwv": aijdevomai Trw'a"[13], dice Ettore nel momento risolutivo del suo destino, e va alla morte con gli occhi aperti"[14]. Il cedimento alla pressione del conformismo sociale è caratteristico della cultura della vergogna "ove tutto quel che espone l'uomo al disprezzo o al ridicolo dei suoi simili, tutto quel che gli fa "perdere la faccia" è sentito come insopportabile"[15].
Ebbene, anche la nostra è una Culture of Shame, ma la vergogna capitale adesso sta nel non essere ricchi, perché questa è prima di tutto una Culture of money, una rozza e sozza incultura invero, dove la coscienza, l’onore, la lealtà, la cortesia sono monete scadute, senza più alcun valore.
Spero che Papa Francesco, uno dei pochissimi uomini di potere capace di dire parole umane, e "cose di sinistra", ripristini uno stadio più evoluto di civiltà: la Culture of Guilty, la civiltà di colpa, per la quale chi fa del male, chi offende la vita, si sente in colpa e magari si pente, se invece fa del bene, non si cura del giudizio negativo dato coerentemente dai malvagi, ma continua a farlo.
I politici divoratori del popolo devono imparare, volenti o nolenti, quanto la condivisione sia cosa migliore dell’appropriazione, la solidarietà dell’egoismo, e quale bene sia una vita sobria, parca e modesta come quella che fanno la maggior parte dei loro elettori.
una delle mie zie, Rina Martelli
O, come dice Esiodo a proposito dei re divoratori di doni: “Pazzi! Non sanno quanto la metà sia più del tutto, né quanto grande ristoro ci sia nella malva e nell'asfodelo[16]” (Opere e giorni, 40-41).
Ma quelli delle  caste tutte, quindi non solo i politici, continuano a riempirsi “l’epa croia”[17]. I più impudichi girano sfoggiando una obesità oscena e sfacciata. La grande tragedia è che molti piccolo borghesi sull’orlo della miseria cercano di imitare i banchetti odiosi dei moderni Trimalchioni.
Tutti i cattivi modelli vanno tolti dal Parlamento, dalla televisione e da ogni altro palcoscenico.
I punti nodali della crisi non si stanno sciogliendo, ma sciolgono le ginocchia di molti. In altre parole li fanno morire.
Non solo le cose, ma anche gli uomini sono per la maggior parte dei politicanti solo strumenti, da usare e da buttare via. Una concezione antiumana. Per l’umanesimo, per la persona colta, per l’artista, viceversa, non solo gli uomini ma anche le cose costruite dagli uomini irradiano vitalità. Si pensi alla zattera[18] o al letto[19] costruiti da Odisseo.
Oppure agli oggetti e ai paesaggi della natura dell’alta valle tiberina che si squaderna piena di luce partecipando alla santità degli eventi nei quadri di Piero della Francesca di Borgo Sansepolcro dove sono sepolti mia mamma, le mie zie, i loro genitori, miei nonni, i genitori dei loro genitori e così via.
Che Dio li benedica e che loro benedicano me.
Ne ho bisogno.

Giovanni Ghiselli

Indirizzo di posta elettronica: g.ghiselli@tin.it
è arrivato a 106607 lettori, 256 giorni dopo che è stato aperto


[1] Per questo titolo, solo per il titolo cfr. Politika; paraggevlmata di Plutarco.
[2] Cfr. Sofocle, Edipo re, vv. 1249-1250
[3] Cfr. “eJkw;n eJkw;n h{marton, oujk ajrnhvsomai ( Eschilo, Prometeo incatenato, 266) di mia volontà, di mia volontà ho compiuto la trasgressione, non lo negherò.
[4] Non è un refuso per “mummificato”. E’ un participio formato su numen, il cenno del nume, del dio. Ancora senza ironia.
[5] Cfr.Iliade  XXIV, 618 di``e geraiev.
[6] Io compirò 69 anni, un’età quasi immonda, il 14 novembre. Quando a Pesaro mi chiedono: “Come stai?" Rispondo di norma: “Da povero vecchio”. Sempre sperando, invero, che mi si replichi con un: “Ma lascia gi’!”. Quando penso a questo grande vecchio in effetti mi incoraggio e soprassiedo con un sorriso alla mia attempatezza.
[7] Tacito, Annales I, 72.
[8] Questo invece lo dico con ironia.
[9] Riscontrati nei resti degli Etruschi. Lo annoto con simpatia perché li aveva appena accennati anche mia mamma Luisa Martelli, nata a Pieve Santo Stefano da antica famiglia di Borgo San Sepolcro esattamente cento anni fa. Proprio  oggi avrebbe compiuto cento anni. Purtroppo da due anni non è più su questa terra. Buon compleanno comunque mamma carissima, mamma emerita!  
[10] Iliade, XXIV, 523.
[11] Odissea  XI, 456.
[12] Mica tanto, magari, con Daniela  Santanché o con Alessandra Moretti.
[13]Iliade, XXII, 105, e VI, 442, mi vergogno davanti ai Troiani. Da questo pezzo forse si capisce che mercoledì prossimo terrò una lezione su Omero all’Università dell’età libera di Pesaro.
[14] I greci e l'irrazionale , p. 30.
[15] I greci e l'irrazionale , p. 31.
[16] Significa il nutrimento  dei poveri.  Un nutrimento sano. Per lo meno non rende obesi..
[17] Dante, Inferno  XXX, 102 la pancia dura e sconcia.
[18] Il V canto dell’Odissea è appunto “Il canto della zattera”.
[19] Cfr. Odissea XXIII.

2 commenti:

  1. Non mi piace Renzi perché non gli credo; in compenso mi piace moltissimo questo articolo, veramente ispirato e del tutto condivisibile. Tanti tanti complimenti.
    alessandro

    RispondiElimina
  2. Bello il pezzo, magari dovresti candidarti tu! :-) Renzi lo conosco ancora poco, devo ancora capire se vende fuffa oppure è valido...

    Maddalena Roversi

    RispondiElimina