NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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mercoledì 4 febbraio 2015

Il primo discorso di Mattarella e la difesa della Costituzione


Al nuovo presidente della Repubblica che conosce benissimo la nostra Costituzione, intende difenderla e magari pure attuarla dove è ancora inadempiuta, indico alcuni articoli che mi stanno particolarmente a cuore.

Articolo 1: L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Articolo 3 : “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di condizioni personali e sociali
Comma B. E’ compito della repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori alla organizzazione politica, economica e sociale del paese.

Commento questo comma con le seguenti parole che Tucidide attribuisce a Pericle ricordato nell’atto di pronunciare il discorso funebre sui caduti nel primo anno della guerra del Peloponneso (431 a. C.)
“Noi abbiamo una costituzione esemplare (paravdeigma) e degna di essere imitata. Si chiama democrazia è c’è una condizione di uguaglianza (to; i[son) per tutti. Si viene eletti alle cariche pubbliche secondo la stima del valore (kata; de; th;n ajxiwvsin) e nessuno viene preferito alle cariche per il partito di provenienza (oujk ajpo; mevrouς) più che per il valore (to; plevon ejς ta; koina; h] ajp j ajreth̃ς), né del resto secondo il criterio della povertà (oujd j au\ kata; penivan), se uno può fare qualche cosa di buono per la città, ne è stato impedito per l’oscurità della sua posizione sociale (ajxiwvmatoς ajfaneiva/ kekwvlutai) (Storie, II, 37, 1) .
Aggiungo il Menesseno di Platone dove Aspasia dice che nessuno è stato escluso per povertà (peniva/), né per oscurità dei padri, né d’altra parte per condizioni opposte è stato ritenuto degno di onore (238d)
Sarebbe stata Aspasia a suggerire il discorso sui morti a Pericle.
“La costituzione, se è buona, alleva uomini valorosi, se è cattiva invece dei malvagi. Quella che chiamano democrazia di fatto è un’aristocrazia con il consenso della massa (e[sti de; th̃/ ajlhqeiva/ metj eujdoxivaς plhvqouς ajristokrativa (238d).
Il popolo assegna cariche e potere a chi gli sembra essere il migliore: nessuno è stato escluso (ajphlevlatai oujdeivς) per debolezza, povertà, oscurità dei padri, né per motivi opposti (oujde; toĩς ejnantivoiς) è stato onorato. C’è un solo limite (ei|ς o{roς): ha il potere e le cariche (krateĩ kai; a[rcei) chi ha la reputazione di uomo saggio o buono (oJ dovxaς sofo;ς h} ajgaqo;ς ei\nai (238d).
Aristocrazia non è un fatto di sangue ma di educazione alta che dovrebbe essere garantita a tutti.

La nostra Costituzione conferisce somma importanza alla libertà di parola
Articolo 19: "Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitare in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
Articolo 21: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".

"La parresìa è l'elemento che il Greco avverte come ciò che massimamente lo distingue dal barbaro. L'esule soffre della perdita della parresìa come della mancanza del bene più grande (Euripide, Fenicie, 391). Inutile ricordare che il valore della parresìa svolgerà un ruolo decisivo nell'Annuncio neo-testamentario. E dunque entrambe le componenti della cultura europea vi trovano fondamento"[1].

Nello Ione[2] di Euripide il protagonista esprime il desiderio di ereditare da una madre ateniese questo privilegio, recandosi ad Atene, poiché lo straniero che piomba in quella città, anche se a parole diventa cittadino, ha schiava la bocca senza la libertà di parola ("tov ge stovma-dou'lon pevpatai[3] koujk e[cei parrhsivan", vv. 674-675).
 Analogo concetto si trova nelle Fenicie[4] quando Polinice risponde alla madre sulla cosa più odiosa per l'esule: " e{n me;n mevgiston, oujk e[cei parrhsivan" (v. 391), una soprattutto, che non ha libertà di parola.
Infatti, conferma Giocasta, è cosa da schiavo non dire quello che si pensa.

L’articolo 10 della nostra Costituzione dice: “Lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica. Non è ammessa l’estradizione per motivi politici”.

La tragedia elabora il mito di Atene e mette in rilievo l’accoglienza dei supplici da parte della polis ateniese.
Per esempio negli Eraclidi, Demofonte, figlio di Teseo e di Fedra, accoglie i supplici perseguitati da Euristeo. Nella parodo, il coro dice che è empio per una città trascurare la supplice preghiera di stranieri (107-108)
La terra ateniese da sempre vuole contribuire con la giustizia ad aiutare chi è privo di risorse: “ajei; poq j h{de gaĩa toĩς ajmhcavnoiς su;n tw̃/ dikaivw/ bouvletai proswfeleĩn” (329-330).

Nell’ Edipo a Colono il vagabondo cieco cacciato da Tebe, la città anti democratica, l’anti-polis, e accolto da Teseo, il paradigma mitico di Pericle, riconosce che Atene è la polis più pia, la sola capace di aiutare lo straniero maltrattato (266-267).

giovanni ghiselli



[1] M. Cacciari, Geofilosofia dell'Europa, p. 21 n. 2.
[2] Del 411 a. C.
[3] Forma poetica equivalente a kevkthtai.
[4]Rappresentata poco tempo dopo lo Ione. Tratta la guerra dei Sette contro Tebe. 

1 commento:

  1. Speriamo che Mattarella sia un tuo lettore, e dia la possibilità, a noi maestri,di educare meglio i futuri cittadini italiani....basterebbe applicare la costituzione vigente ,concordo. Oggi sono un poco abbattuta perchè non riesco a correggere i quaderni dei discenti come vorrei,d 'altro canto insegno 10 materie diverse (italiano dove uso tre quaderni grammatica-narrativa-temi,storia,scienze,geografia in due classi con diversa programmazione,musica,arte,educazione motoria in due classi a progettualità differenziata e relativi quaderni)
    Risultato:240 quaderni da correggere alla settimana ,oltre alle verifiche....anche una sola parola scritta da un bambino deve avere la dignità di essere almeno letta. Fine dello sfogo. A presto Giovanna Tocco

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