Diego Fusaro
Pensare
altrimenti
Einaudi, Torino, 2017
Lettura e commento. La prima parte in
inglese la seconda in italiano
First part of review in
english, second part in italian
To
think in a different way from the present way imposed by medias to all the
people means, in my opinion, to get backs the roots of every nation and to save
the identity of each person. The greek literature with her daughters, latin,
italian, english and so on, give a great help against the vulgar topicality,
they help their careful readers to be “outdated”, out of every vulgar fashion.
Fusaro
reminds some characters of literatur as Prometo who dissented with the order of
Zeus, then Socrates, Spartaco, Tiberio Gracco, Catilina with effrenata audacia[1],
the unbridled daring of his plot.
Fusaro
quotes several authors who looked for the truth unmasking the lies: From Plato
with the myth of the cave in his Politeiva, to the apostle John: et veritas
liberabit vos (8, 31) and truth will set free us. In Greek: “hJ ajlhvqeia ejleuqervsei
uJma'"".” jjjAlhvqeia means not latency (aj-depriver and lanqavnw, I remain hidden). The
intellectual and the writer free must have the courage of truth and to wake up
his fellow countrymen from the dogmatic sleep. As Socrate who in Apologia by Platone (30e-31 a) compares
himself to a horsefly that stings an horse great but lazy because of his size
(i. e. the inhabitants of Athen) and in Menone
(80a-d) is compared to an electric ray that bewitches.
Fusaro
defines Odissey as the epos of
dissentig. Odusseuv" always asserts his critical
independence against Polifemo, Circe, Calipso. The indipendence of his wise
mind (mh'ti") and of his heart.
Today
the priests of the “politically correct” impose a total orthodoxy. These
impositions are given by the clergy journalistic, that academic, and by the
mediatic circus and by the intellectual rank.
Orwell
in 1984 writes that “orthodoxy means
not thinking-not needing to think. Orthodoxy is unconscioussness"[2].
The
1989 has been the year of the greatest political tragedy of the second half of
the century. The fall of the wall of Berlino did’nt free the slaves of
communist despotism but has signed the triumph of tecnocapitalism absolutus,
absolute i.e. without ties with the ill paid slavery, with the crazy myth of
the growth without measure and one dimension thought. In the Phenomenology of the spirit (Fenomenologia dello spirito) by Hegel
Slave and Lord faced each other in the field.
Today
we are passed from proletariate to temporary employment, and the workers have
lost their statute of rights and their dignity: they are precarious and without
conscience. So the working class cannot dissent with the total falsity that
surrounds everybody. Heidegger in Being and
Time (Essere e tempo, Sein und Zeit, paragraph 27) criticizes
the non authentic existence.
The
order of the World till the wall of Berlin was divided into two parts, after
1989 placed himself in joint shape. Now the rule of the capitalism is no more
opposed by his historical enemy. The class-struggle has become class massacre.
Spinoza
(1632-1677) writes that the power tries so that the slaves fight for their
slavery as if they fought for their salvation ut pro servitio, tamquam pro salute pugnent (Trattato teologico-politico, Theological
political treatise, p. 639).
As in
the cave of Platone (see film Matrix,
1999) the slaves fight against their possible liberators. The terrorism is
functional to the dominant order and to a new strategy of the tension
globalized (p. 58). The monotheism of the Market wants to impose the sole
“legitimate” religion of the Market and so aims at depriving of authority all
the religions.
When
the self-styled good State wants to legitimize the “ethical” air raids and the
interventionism so-called humanitarian must make a propaganda of hate and
slanders: fama enim bella constant, et
saepe etiam, quod falso creditum est, veri vicem obtinuit (Curzio Rufo, Historiae Alexandri Magni, 8, 8, 15)”,
the wars in fact are composed of propaganda and often what was considered false
took truth’s place, as said Alexander the Great that made think to be son of
Zeus. So sometimes the control of the world charges the rogue country with the
possession of destructive arms, sometimes uses the reductio ad Hitlerum of the leader who must be pulled down, so that
is possible to put in action the model Hiroshima, i. e, the bombardment
justified as necessary ill (p. 64). The real world is substituted with his
warper icons with the contribution of the private property (or govermental
property) of mass media. Now the hegelian vertical dialectic Servant-Lord is
substituted with that horizontal of the servants in conflict between themselves
(p. 69). The only deity is the Economy and the predominant culture is that of
narcissism.
In
the opinion of Greeks the hospitality to the foreign (xevno", “guest” and
“foreign”), did’nt mean the renunciation of one’s own cultural greek identity.
It was rather an opportunity to do a prolific comparison between different
cultures. Now there is only one culture with reductio ad unum of the man without identity nor critical
thickness.
The
food
Feuerbach
writes “der Mensch ist, was er isst”, the man is what he eats In the diet is
kept the plurality of cultures (cf. Claude Lévi Strauss. Il crudo e il cotto, The raw and the cooked, 1964). But now is in
fors the monoculture of the market and of the consumers, the consumer culture.
And the imperialism is also gastronomical and the monotheism is that of Market.
In this Weltnacht - see Hegel -
(night of the world) prevails the darknness where every difference disappears
in the dark of the planetary uniformity.
Gli antichi regimi sono crollati poiché
non riuscivano a escludere la pensabilità di modelli alternativi. Del resto la
democrazia reale è irrealizzata.
La distruzione programmata della cultura
e della educazione viene chiamata buona scuola. Il sistema dei consumi vuole
individui senza identità.
Populista è l’accusa rivolta dal clero
giornalistico a chi non accetta i loro dogmi e complottista è chi demistifica
la versione ufficiale dei fatti, omofobo è chi pensa che la nostra stirpe si
perpetui grazie all’amore tra uomini e donne.
L’accusa di omofobia, di populismo e di
complottismo fanno parte della categoria dell’intolleranza che non tollera
appunto deviazioni dal pensiero unico. Gli omosessuali non sono una classe
sociale e la vera lotta degna di essere combattuta è quella in favore dei
lavoratori e degli oppressi, omosessuali o eterosessuali che siano. L’ideologia
gender vuole creare un nuovo modello umano unisex, privo di identità.
L’ideologia corrente è quella dell’uomo senza identità. Specialista senza
intelligenza, edonisti senza cuore.
Rousseau in dialogo con J. Boswell
scrive: “agli uomini non piacciono i gatti perché il gatto è libero e non si adatterà
mai a essere schiavo. Non fa nulla su nostro ordine come fanno altri animali.
La gallina non ubbidisce perché non capisce. Il gatto capisce e non ubbidisce”.
Gramsci in Quaderni dal carcere scrive: uno degli idoli più comuni è quello di
credere che tutto quanto esiste è naturale che esista. La poesia, la
letteratura ci mostrano la possibilità di abitare poeticamente dichterisch wohnen il mondo. Si può, in
molti casi si deve dire “no”, o I would
prefer not to, preferirei di no.
Heidegger in Essere e tempo scrive: “Il singolo Esserci è disperso nel Sì, e
deve, prima di tutto trovare se stesso”. Cfr. “diventa quello che sei” di
Pindaro.
Le crociate come quella contro
l’omofobia occultano la contrapposizione tra sfruttati e sfruttatori e
impediscono il dissenso contro il fanatismo economico e l’alienazione
obbligatoria. Il nemico è sempre indicato in qualche particolare mai nel
sistema economico dominante. Il disoccupato italiano deve pensare che il suo
nemico sia il sottooccupato arabo, non il magnate della finanza che pratica la
delocalizzazione del lavoro. Il controllo del potere arriva al culmine quando
lo schiavo giunge a pensare che il nemico sia lo schiavo che sta in un gradino
più basso, il sotto schiavo. Si creano false categorie oppositive che generano
le lotte tra gli ultimi, mentre il Padrone si prende tutto: dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur
(Tito Livio, XXI, 7, 1). Il grande dissenso è disperso in opposizioni
secondarie. E si impedisce il costituirsi di un fronte unitario degli oppressi
del pianeta contro l’oligarchia finanziaria.
Il femminismo individualista, il
pacifismo rituale, l’ecologismo ipocrita, l’elogio dei migranti accompagnato
dall’indifferenza verso la loro reale condizione che poi è l’altra faccia
dell’idiotismo xenofobo, tutti dissensi parziali scissi dal grande dissenso O
l’antifascismo liturgico in assenza di fascismo. Si combatte un nemico sepolto
per non opporsi al fanatismo economico, all’ingiustizia sociale, alla
disoccupazione, alla miseria, alle privatizzazioni selvagge, alla
deregolamentazione del lavoro. L’antifascismo archeologico dà l’illusione che
il vero dissenso sia quello che non sfiora i reali rapporti di forza. Svolge
una funzione apotropaica rispetto al grande dissenso. Il consenso viene anzi
confermato da tali dissensi. I cortei da commedia: sindacalisti con il
fischietto, femministe bercianti, individui travestiti da pagliacci, pacifisti
salmodianti, facinorosi che incendiano i cassonetti.
Dall’Internazionale comunista siamo
caduti nell’internazionale liberal-finanziaria.
Dissento, dunque siamo.
Su tutto si può dissentire ma non contro
la violenza economica e non è dato pensare a una società diversamente
strutturata. I diritti civili servono ad occultare il trionfo delle politiche
neoliberiste e lo smantellamento dei diritti sociali. La redenzione sociale
marxiana è abbandonata in nome della salvezza individuale, il grande
comandamento dell’etica protestante.
Il fanatismo economico fa dono dei
diritti civili per distrarre dalla rimozione di quelli sociali. Lo spettacolo
promuove forme superficiali di dissenso e previene quelle reali. L’ortodossia
del pensiero unico sta colonizzando le coscienze.
La lotta ora è orizzontale ossia tra i
membri della classe del Servo, e deve riverticalizzarsi, disponendosi secondo
la polarità alto e basso, tra Signore e Servo.
Come ricorda Hegel nell’Estetica, l’eroe è colui il quale,
quand’anche sia stato privato di tutto, non ha perso se stesso. Certo, non
sempre i ribelli del dissenso riescono a cambiare il mondo. Però mai il mondo
potrà cambiare i ribelli.
Non dobbiamo lasciarci tramutare in
merce o peggio dallo sguardo di Medusa del capitale.
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