Rodiòn Raskòlnikov viveva a San Pietroburgo in uno stambugio che sembrava più un armadio che
una stanza.
Era sempre in arretrato con l’affitto e temeva di incontrare
la padrona che viveva al piano di sotto. Il ragazzo attraversava uno stato di
irritabilità e di tensione simile all’ipocondria[1].
Si era isolato dal resto del mondo. Era afflitto dalla miseria e non poteva
pagare. Non temeva la padrona di casa ma non voleva darle spiegazioni. Era in
una certa confidenza con lei poiché era stato fidanzato con la figlia, poi
morta, di lei.
D dà piena
cittadinanza all’ejnantivon, il
contrario, mentre Hegel accettava solo l’ e[teron
l’alterità superabile nella sintesi.
Cfr. Moosbrugger in Musil e la diversità in Erodoto.
D riconosce non solo le diversità tra gli uomini ma anche le
anomalie, le deviazioni, le mostruosità dei singoli individui. E’ doveroso ma
non difficile difendere i diversi come i negri o le donne. D difende il ragazzo che massacra le vecchie e spiana la strada ai
mostri del decadentismo, a Moosbrugger che quando sentiva dire di una
ragazza bocca di rosa, vedeva il volto della ragazza come una rosa da recidere
con il coltello.
“Aveva detto a una ragazza bocca di rosa ma a un certo punto
la parola cedeva nelle cuciture, il viso si trasfigurava e diventava una rosa;
allora diventava irresistibile la tentazione di prendere un coltello e
reciderla o di darle un colpo perché tornasse al suo posto” (L’uomo senza qualità, p. 232)
Il peggiore dei mali
è l’individualismo che porta al caos e all’anarchia, il principium individuationis è la
negazione dell’idea divina che si manifesta nel popolo. Raskòlnikov vuole
provare a se stesso che può diventare un Napoleone, e la sua azione criminale è
prima di tutto un esperimento mentale. La solitudine e la povertà l’hanno
portato alla mania. Comunque l’arzigogolare che occupa mezzo libro non è
volgare né stupido. Vuole ammazzare una vecchia usuraia e con i soldi di lei
aiutare se stesso e i poveri. Una morte
in cambio di cento vite: questa non è morale ma matematica. R è una vittima
non solo dell’ingiustizia sociale ma anche delle suggestioni che provengono
dalla cultura occidentale.
Il muro di Berlino, diceva Adriana Zarri, andrebbe rialzato.
L’invasione
dell’Occidente è la tragedia vera. Dall’Occidente trabocca infelicità. I Demoni hanno avuto un cattivo maestro
francofilo: Stepan Trofimovič Verchovenskij Tutore di Nikolaj quando questi era un
bambino, Nikolaj (Nikolas) Vsevolodovič Stavrogin.
La posizione di Raskolnikov è il rovescio di quella del coro
delle menadi di Euripide le quali affermano di volere
tenere la mente e
l’anima lontane
dagli uomini straordinari;
ciò che la massa
più semplice crede e pratica,
questo io vorrei accettare (Baccanti, vv. 428-432).
Ci arriverà anche questo ragazzo dopo avere sofferto e
compreso.
Napoleone, il cattivo modello di Rask, è uno squallido
individuo anche in Guerra e pace
(1869) di Tolstoj
Seneca scrive su
questi presunti grandi: Non sono invidiabili i ricchi, i potenti né i grandi duci che vincono i nemici. Hi quoque ut vincerent hostem, cupiditate
victi sunt (…) tunc cum agere alios visi
sunt, agebantur .Agebat infelicem Alexandrum furor aliena
vastandi et ad ignota mittebat. (Ep.
94, 61)..
Gli mancano le caratteristiche che rendono umano un uomo: il
dubbio filosofico, la sensibilità artistica, la comprensione, la compassione.
Altra deformazione psichica è quella dell’Adolescente (1875) Dolgoruki che vuole diventare un
Rotschild per giungere alla potenza che gli darà l’isolamento. Cfe. L’Adriano della Yourcenar
Il ragazzo cerca l’isolamento e la potenza nel denaro. I
personaggi principali di D si inchinano davanti a un’idea, non di fronte al
vitello d’oro.
La malattia di questi personaggi secondo Lukàcs deriva dagli
squilibri della società, come la grande miseria nella città moderna.
La povertà fa scattare un desiderio morboso di
rivalsa e successo.
Nota è l’interpretazione di Bachtin Il romanzo polifonico di
Dostoevskij (1968) dice che esso
opera una sorta di carnevalizzazione della vita , ossia un ribaltamento dei
legami sociali convenzionali e tende a mettere a nudo i rapporti veri tra gli
uomini. L’uomo supera la reificazione e diviene portatore di idea. Rask uccide
la vecchia e non usa il denaro, non apre nemmeno il borsellino. Ivàn Karamazov
è uno di quelli cui non occorrono milioni per trovare una soluzione al proprio
pensiero. Cfr. la leggenda del grande Inquisitore
Formule e categorie
sono annientate perché annichiliscono la vita vivente. I precedenti di questa letteratura carnevalizzata sarebbero il dialogo
socratico e la satira menippea.
Socrate indagava, cercava la verità attraverso domande provocatorie (ajnavkrisi", investigazione polemica)
e la suvgkrivsi", il confronto
tra punti di vista diversi.
Nella satira menippea denominata dal filosofo cinico Menippo
di Gadara (III a. C.) l’ironia socratica diventa comicità.
Secondo Pirandello Socrate è pure umorista
“In Aristofane
non abbiamo veramente il contrasto, ma soltanto l’opposizione. Egli non è mai
tenuto tra il sì e il no[2]
egli non vede che le ragioni sue, ed è
per il no testardamente, contro ogni novità, cioè contro la retorica, che crea
demagoghi, contro la musica nuova, che, cangiando i modi antichi e consacrati,
rimuove le basi dell’educazione, e dello Stato, contro la tragedia di Euripide
che snerva i caratteri e corrompe i costumi, contro la filosofia di Socrate,
che non può produrre che spiriti indocili e atei, ecc.
(…) la burla è
satira iperbolica, spietata. Aristofane ha uno scopo morale, e il suo non è mai
dunque il mondo della fantasia pura (…) Nessuno studio della verisimiglianza:
egli bon se ne cura perché si riferisce di continuo a cose e persone vere (…) e
non crea una realtà fantastica come, ad esempio, lo Swift. Umorista non è Aristofane ma Socrate (…)
Socrate ha il sentimento del contrario ; Aristofane ha un sentimento solo,
unilaterale” (p. 44).
Il Satyricon è
l’epressione più alta di questo genere. Si
creano situazioni eccezionali, anormali, onde provocare idee e sperimentarle.
Labirinti, bordelli, cene mostruose, gli heredipětae di Crotone.
Nel mondo guasto raffigurato dal Satyricon c'è un ribaltamento che riguarda una città
intera: Crotone dove si
svolge l'ultima parte del romanzo (116-141) una urbs antiquissima et
aliquando Italiae prima, antichissima e che una volta era stata la prima
d'Italia; quando però ci arrivano Encolpio, Eumolpo e Gitone la sua gente si
divide in due categorie: ricchi senza
eredi e cacciatori di eredità
In Petronio e Dostoevskij Non mancano elementi
di naturalismo sordido come lupanari, bettole con ubriaconi, prigione,
case degradate.
Come nel carnevale c’è l’abolizione dei divieti, l’eliminazione
dell’ordinamento gerarchico e di ogni etichetta.
Questa letteratura carnevalizzata svela elementi nascosti
della società, ne mostra il lato latente (cfr. ajlhvqeia).
Freud a sua volta toglie le mutande al borghese
CONTINUA
Giovanna Tocco
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