NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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mercoledì 11 aprile 2018

Twitter, CCCXXII sunto. La pubblicità


La pubblicità

L'istigazione al suicidio di tanti giovani scontenti di sé viene dalla pubblicità che prescrive l'obbligo di essere belli, abbienti, corteggiati, contenti. Chi non presenta tali caratteri agli altri non è normale, non è nemmeno degno di considerazione. La pubblicità va proibita o per lo meno smascherata come imitatio diaboli.

La pubblicità tende a fuorviare le menti e i corpi dalla loro condizione naturale per trarre profitto dai traviati, gente sciagurata che riempie brutte stanze prive di libri d'autore e pance, già gonfie, di robaccia inutile e spesso dannosa. Tale poveraglia mentale andrebbe educata. Ma la scuola non funziona.

E' pure vero che ciascuno prova piacere secondo la propria natura, ma le nature deboli, indifese dalla cultura, possono venire snaturate da propagande astute come quelle pubblicitarie o quelle sedicenti politiche. Proprio per questo è stata distrutta la scuola.

La pubblicità tende a trasformare tutte le caratteristiche umane e naturali nel loro contrario, insegna agli sprovveduti la confusione universale e l'universale rovesciamento delle cose. Lo scopo primo è confondere. Si può aggrovigliare tutto così bene che nessuno ci capirà nulla.

Hoc est enim sapientia, in naturam converti et eo restitui unde publicus error expulerit ( Seneca, Ep. 94, 68), questo è la saggezza: convertirsi, rivolgersi alla natura e tornare nel luogo dal quale il traviamento generale ci ha cacciati Quid est ergo ratio? Naturae imitatio (Ep. 66, 39)

Mi sento vicino alla peccatrix perdonata da Cristo: remittentur mihi peccata multa quoniam dilexi multum " (cfr. Luca 7, 47)

Polli e galline continuano a beccarsi nelle gabbie di Montecitorio e di palazzo Madama. Poi replicano nei vari pollai televisivi.
Ai politici veri del futuro suggerisco una frase che Plutarco attribuisce a Solone: "l'uguaglianza non provoca guerra" -tò ìson pòlemon ou poièi” (Vita di Solone, 14, 4).



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