Nel marzo del 1918 il primo
capitolo comparve nella Little Review di NewYork. La direzione della rivista fu
condannataa interrompere le pubblicazioni e a pagare una multa di 50 dollari
per l’episodio di Nausicaa.
Sylvia Beach volle stampare il
libro a Parigi e chiese a uomini di cultura di prenotare il volume. Aderirono
Yeats, Gide, Churcill, mentre B Shaw scrisse che si trattava di un documento
rivoltante ma veritiero di una fase disgustosa della civiltà. Gli sembrava
odiosamente realistico. E non aderì. Scrisse che un irlandese non è mai
disposto a pagare 150 franchi per un libro. Joyce volle che uscisse il giorno
del suo quarantesimo compleanno il 2 febbraio 1922. Mille copie esaurite in
poche settimane. T. S Eliot nel suo
saggio Ulysses, Order and Myth approfondì
i parallelismi omerici minimizzati da Pound.
In una famosa recensione[1] all'Ulisse di Joyce, T S. Eliot definiva il metodo mitico, in opposizione a quello
narrativo, come il modo di controllare, di dare una forma e un significato
all'immenso panorama di futilità e anarchia che è la storia contemporanea. "Instead of narrative method, we may now use
the mythical method ", invece del metodo narrativo possiamo ora
avvalerci del metodo mitico. Questo implica la conoscenza della tradizione e di
non poche fasce della letteratura europea.
Virginia Woolf scrisse: è il lavoro
di uno studentello malaticcio che si gratta i brufoli. A Hemingway piacque, mentre
Gide lo definì un finto capolavoro. Pound scrisse che J era l’erede di Flaubert
e che l’Ulisse era un romanzo
realista per eccellenza
Lawrence lo accusò di artefazione e
mancanza di spontaneità.
Il mondo anglosassone manteneva un
atteggiamento censorio. Jung scrisse a J che aveva compiuto un’impresa da
giganti dalla quale aveva imparato molto. Nel 1933 il libro venne assolto negli
USA In Italia uscì tradotto nel 1960.
È sicuramente vero che Joyce, scrivendo
l’Ulisse, avesse un’ambizione totalista, quella di rendere un
mito universale “sub specie temporis nostri”.
Eliot e
Joyce rappresentanti del modernismo
L’unico modo per comprendere la
tecnica narrativa di questi due autori, il costante riferimento
al mito e la complessità quasi inaccessibile del linguaggio,
è guardare al contesto in cui Eliot e Joyce scrivevano. Come tutte le
avanguardie di inizio secolo, i modernisti (e in particolare quelli più
“militanti”, come Ezra Pound) si proponevano un radicale
rinnovamento dell’arte e della letteratura, perché percepivano scomode e
inadeguate le forme che avevano caratterizzato l’epoca vittoriana.
Rispondendo al richiamo di Pound “Make
it New”, i giovani autori dell’epoca, spesso culturalmente “esuli” in
quanto non inglesi – Eliot era americano, Joyce irlandese – andarono in cerca
di nuove forme per adeguare la letteratura ai rapidissimi cambiamenti del primo
Novecento.
Il modernismo fu, però, un’avanguardia
diversa da quelle continentali: pur avendo avuto contatti con il
contemporaneo futurismo, che stava avendo successo anche sul suolo britannico, i
modernisti non interruppero mai un dialogo con la tradizione.
Esempio lampante è il lavoro
saggistico di Eliot, che mira non a distruggere, bensì a rileggere e
valutare con occhi nuovi la letteratura inglese, “detronizzando” i despoti
romantici e dando nuovo lustro agli autori secenteschi, i metafisici, che secondo
l’autore erano dotati di un’intelligenza più acuta ed analitica, molto più
adeguata alla nuova realtà storica.
I capitolo Telemaco la torre
Vediamo il primo episodio Telemaco la torre (p. 5-32)
Buck Mulligan, studente di medicina
si fa la barba: leva alto il bacile e intona: introibo ad altare dei. E’ una specie di parodia della messa. Comunque
c’è il tema della religione. Poi fa a Dedalus “Vieni su pauroso gesuita” Come up, you fearful jesuit (3).
Dedalus è Telemaco, e Mulligan fa parte dei
proci come altri personaggi poco intelligenti e malfidi. Mulligan traccia croci
nell’aria-made rapid crosses in the air-
e mostra schegge d’oro trai denti bianchi. Crisostomo, bocca d’oro.
San Giovanni Crisostomo fu uno dei
padri della Chiesa greca[2] (IV
secolo)
M dice a D: quel tuo nome assurdo
da greco antico, che canzonatura, disse gaio.
The mockery of it, he said faily. Your
absurd name, an ancient Greek (4). Anche io ho un nome assurdo Màlachi Mùlligan due dattili My name is absurd too: Malachi Mulligan, two
dactyls. But it has a Hellenic ring, hasn’t
it?
E ha un certo timbro ellenico (malakiva, mollezza).
Dobbiamo andare ad Atene. Irride la
religione che per D invece è cosa seria da seguire o da combattere. “Verrà lo sparuto gesuita? ” Will he come? The jejune jesuit.
Nel Dedalus il giovane dice di avere perso la fede ma che non si
comunica perché teme che nell’ostia ci sia davvero il corpo di Cristo.
Poi c’è Haines, l’inglese, l’usurpatore, uno dei proci, più di Mulligan il
quale chiama D lama di coltello (the
knifeblade, 4) con riferimento alla sua volontà di usare il freddo acciaio
della penna come un coltello per fare piazza pulita dei luoghi comuni.
D ha paura di Haines: non sono un eroe. Poi M
prende un moccichino dalla tasca di D e dice “ il moccichino del bardo, nuovo
colore pittorico per i nostri poeti irlandesi. verde moccio sembra quasi di
assaggiarlo, no? snotgreen, you can
almost taste it, can’t you? ” 5- Realismo estremo, fino allo scatologico, come
nel Satyricon o in Aristofane.
Anche il mare è verde moccio ed è la madre, “una
dolce madre grigia- a grey sweet mother,
come dice Alg”, citando Algernon Swinburne[3] ( in The triumph of Time), tornò alla grande
dolce madre, madre ed amante degli uomini, il mare.
The snotgreen sea, the scrotum tightening
sea, 5 ( tight cfr. dicht)
Il mare verde moccio, il mare
scrotocostrittore-
ejpi; oi[nopa
ponton (Od III, 286)
Ah Dedalus i Greci, ti devo erudire.
Li devi leggere nell’originale Thalatta,
Thalatta. La nostra grande dolce
madre (p. 8)
Dedalus ha un grande rimorso verso
la madre.
M: la zia pensa che hai ucciso la
madre The aunt thinks you killed your
mother said, per questo non vuole che io abbia qualche cosa a che fare con
te
E Dedalus: qualcuno l’ha uccisa, Someone killed her, Stephen said gloomily
con tristezza 8-5.
M gli ricorda che non si è
inginocchiato e non ha pregato con la madre morente quando lei gli chiedeva di
farlo con il suo ultimo respiro with her
last breath..
C’è qualcosa di sinistro in te There is something sinister in you 5-8
D soffriva.
Guardava il polsino sfrangiato. Una sofferenza
che non era ancora la sofferenza amorosa gli rodeva il cuore fretted is heart 5
Aveva sognato la madre morta, con
il corpo consunto, mute reproachful, muta
ma rampognante (cfr. lo schiaffo del padre morente di Zeno) con un leggero
odore di ceneri bagnate- a faint odour of
wetted ashes.
CONTINUA
[1]Ulysse, Order and Myth, "The Dial", nov. 1923.
[2] Giovanni Crisostomo, o Giovanni d'Antiochia
(Antiochia,
344/354 – Comana
Pontica, 14 settembre 407), è stato un arcivescovo
e teologo bizantino. Fu
il secondo Patriarca di Costantinopoli. È
commemorato come santo
dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa
ortodossa e venerato dalla Chiesa
copta; è uno dei 36 Dottori della Chiesa. La sua eloquenza, le
sue doti retoriche
nell'omiletica
gli valsero l'epiteto
Crisostomo (in greco antico: χρυσόστομος,
chrysóstomos), letteralmente «bocca d'oro». Il suo zelo e il suo
rigore furono causa di forti opposizioni alla sua persona. Scrisse delle omelie
antigiudaiche
utilizzate nei secoli come pretesto per le discriminazioni e persecuzioni
contro gli ebrei.
Dovette subire un esilio
e durante un trasferimento morì
[3] Algernon Charles Swinburne (Londra, 5 aprile 1837 – Putney, 10 aprile 1909) è stato un poeta inglese,
di epoca vittoriana. Attivo
nella cerchia estetista, romantica
e poi decadente,
conobbe Oscar
Wilde e altri celebri intellettuali e artisti dello stesso ambiente. Personalità
con un forte gusto della provocazione artistica, ispirata da letterati come il Marchese
de Sade, Percy Bysshe Shelley e Charles Baudelaire, ai suoi tempi la sua poesia
fu molto controversa, per via dei suoi temi (sadomasochismo,
pulsione di morte, lesbismo, irreligiosità).
Dal 1903 al 1909 fu costantemente
candidato al Premio Nobel per la Letteratura. [1]
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