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La gita del primo maggio. Il floscio padre di famiglia.
Sofocle
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Contro la pubblicità.
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Il
primo maggio andammo a Firenze per cambiare aria e vedere i bronzi di Riace.
Quando arrivammo però la sala dell'esposizione era già chiusa. Ci eravamo
attardati per strada. Durante il viaggio Ifigenia parlò poco: disse che le
donne generalmente vengono considerate esseri inferiori dai maschi poiché
questi, per tutta la vita, ammirano il padre e lo imitano quale modello
supremo, anche quando è un paradigma di stupidità.
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"Floscio
padre di famiglia "[1],
mi venne in mente.
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“I
pochi uomini liberi e capaci di pensare con la propria Testa”, continuò la
ragazza, “sono quelli cresciuti senza l'ombra cupa e opprimente della figura
paterna. Piero della Francesca, Leonardo, Mosé, Romolo, Ciro e altri del
genere. L'eroe spesso è un ragazzo sopravvissuto alla malevolenza di un
consanguineo adulto”. Questa fu l'unica osservazione, se vogliamo
interessante, sebbene già sentita da Freud, comunque proprio la sola che Ifigenia
fece nell'intera giornata. Tanto che la sera pensai:"colei sciocca del
tutto non è, ma tanto meno è generosa".
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A
Firenze non disse parola, e lungo la via del ritorno, su e giù per la ripida
Futa, leggeva giuliva le parole scritte nei cartelloni pubblicitari piantati
sui margini fioriti della strada tortuosa. Parlava con voce affettata. Oramai
non voleva più apparire diversa da quella che era: una commediante, anzi una
guitta pubblicitaria. Per non riceverne troppo dolore, decisi di sganciarmi
da quella situazione penosa fissando l'attenzione su qualche cosa di bello,
di interessante, di lontano da lei. Mi vennero in mente alcuni versi dell'Antigone
che stavo ritraducendo per il suo esame di recitazione.
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Era
un altro compito che mi ero fatto assegnare: mi aveva motivato con una
lusinga, dicendo che solo io sapevo tradurre i tragici greci in maniera da
renderli vivi e recitabili. Quel pomeriggio però la ragazza gracchiava, del tutto ignara
dell'eroica fanciulla di Sofocle. Continuava ad assordarmi con ripetute
letture enfatiche di scritte come"bevete Coca Cola " e altre schifezze del genere. Io, per
difendermi, utilizzavo alcuni versi del mio autore che lì per lì mi aiutava a
isolarmi dall'istriona strepitante nel vuoto, e mi incoraggiava a intraprendere la via della solitudine per scrivere questo
romanzo. Lettore, voglio proporre anche a te alcuni versi del poeta di Edipo,
siccome penso che costituiscano un antidoto al veleno della pubblicità sempre
presente nella vita di tutti, e assimilati, possano diventare una forza
capace di aiutare la tua parte migliore. I versi 29 e 30 dunque dicono:
"lasciarlo
senza
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lacrime,
senza sepolcro, dolce tesoro/
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per
gli uccelli che lo
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fissano in vista del piacere del pasto "[2].
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“Tali,
pensavo, “quali avvoltoi, sono i malevoli verso lo spirito umano, quelli che
aspettano un suo indebolimento per abolirlo e inghiottire i cadaveri degli
uomini mentalmente accecati. Costei mira a renderti malato e spregevole; stai
attento perché se ci riesce, dopo si sentirà giustificata del successivo
annientamento con il quale ha deciso di fartela pagare. Infatti neanche tu
sei incolpevole. Ma sei addolorato e vuoi rimediare; questa invece vuole distruggere l'immagine e la sostanza
umana che cerchi di costruire in entrambi.
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Dopo
avere compiuto un’illegalità santa "[3],
ricordai.
"Quando agisco contro la stupidità,
l'ipocrisia o la violenza degli uomini, pur se questi hanno la preponderanza
materiale o l'iniquità legale per soverchiarmi, faccio comunque qualcosa di
buono ed esemplare per l'anima dei giovani desiderosi del bene. Devo avere il
coraggio di continuare, anche da solo, a onorare Dio e
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.
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"Poiché
è più lungo il tempo nel quale devo piacere ai morti che
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ai
vivi "[4],
continua il poeta.
"In effetti, piacere alla gente usuale,
ai presunti vivi che mi giudicano stolto e cattivo per il fatto che studio i
classici, mi piace educare gli adolescenti, amo il sole e la vita, non mi
interessa", pensai.
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Intanto
Ifigenia non si lasciava sfuggire nessuna delle scritte che vedeva lungo la
strada: le declamava tutte a squarciagola credendo di recitarle con arte. Io
continuavo ad amare l'eroica ragazza di Sofocle, considerandola l'antitesi
della disgraziata fanciulla che pure, soltanto due anni prima aspirava alla
giustizia e alla bellezza anche lei, povera creatura.
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"Hai
il cuore caldo per dei cadaveri gelati "[5].
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"Sì,
se costei continuerà a gelarmi l'anima comportandosi in maniera tanto
ingenerosa e abbietta, dovrò scaldarmi
scrivendo la storia degli amori remoti e sepolti, il cui ricordo però
attizza il calore del cuore, altrimenti agghiacciato da questa istriona da strapazzo,
vile mima della pubblicità".
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"Ma
so di essere gradita a quelli cui soprattutto bisogna che io
|
piaccia
"[6].
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"Ecco
la sintesi del mio atteggiamento, anzi della mia essenza di uomo diverso.
Anche io devo trovare il coraggio di non frequentare i cretini, i disonesti,
e la fierezza di piacere soltanto ai buoni intelligenti".
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Intanto
eravamo arrivati alla periferia di Bologna.
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"Se
pure ce la farai, ma sei innamorata dell'impossibile "[7].
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"Devo
incontrarne una buona, generosa, leale, oppure stare solo.
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Comunque
basta di questa. Ce n'è stata abbastanza di commedia e di pubblicità".
Ifigenia era simile al nulla. Voleva diventare una nuova Ingrid Bergman.
" Tutt'al più come Solvi Stuzing può diventare". Era una tedescona
bionda e formosa negli anni Sessanta. Diceva:"Bevi Peroni, sarò la tua birra".
Ifigenia era bruna, ma si stava avviando verso esiti altrettanto insulsi.
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"totum
illud formosa nego: nam nulla venustas,/ nulla in tam
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magno
est corpore mica salis "[8].
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"E
sì che le ho insegnato tante cose nobili, compresa la poesia di Sofocle che
sto traducendo per aiutarla.
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Invece di rifletterci sopra, imparerà a memoria la mia traduzione. Oramai è cieca e sorda alla bellezza e all'eroismo. E non
è più colpa mia. Da novembre in avanti, sono stato buono, fedele e giusto con
lei"[9].
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Finamente
arrivammo a casa sua dove ci separammo. Così andò il triste primo maggio del
1981.
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Giovanni Ghiselli
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arrivato a 132557 lettori
mentre fa il
bagno" vedeva gli scuri riccioli arruffati del pube fluttuanti,
fluttuante
chioma della corrente attorno al floscio padre di famiglia, languido
fiore
fiottante".
[6] ajll joi\d j ajrevskous j oi|" mavlisq j aJdei'n me
crhv
Antigone, v.89.
[7] eij kai; dunhvsh/ g j ajll j ajmhcavnwn ejra/'"
" Antigone, v.90. Compilando queste
note mi accorgo
che dai versi citati manca il 523 quello più significativo
dell'amore
umanistico di cui infatti ero carente:"
ou[toi
sunevcqein, ajlla;
sumfilei'n e[fun
", non
sono fatta per condividere l'odio, ma l'amore.
[8] Catullo, 86, vv.3-4, quel "bella" nel complesso
lo nego: infatti non c'è
grazia,/non c'è
in un corpo tanto grande un granello di sale.
[9] Cfr. Shakespeare, Giulio Cesare, III, 2:"He was my
friend, faithful and just to
me", egli era mio amico, fedele e giusto verso di me.
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