NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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sabato 1 febbraio 2014

Sui due marò trattenuti in India


Credo con Oscar Wilde che “per un uomo colto l’accettare i luoghi comuni della propria epoca sia la più rozza forma di immoralità”[1].

Del resto già  Seneca aveva scritto: "Nulla res nos maioribus malis implicat quam quod ad rumorem componimur" (De vita beata, 1, 3), nessuna cosa ci avviluppa in mali maggiori del fatto di regolarci secondo il "si dice".

Dove voglio arrivare? Mi sta a cuore il caso dei due marò in attesa di processo. Ma non nel modo di chi vuole celebrarli quali eroi immacolati, vittime  di  selvaggi che li tengono prigionieri con perfidia e malvagità.
Voglio prima sapere se hanno ucciso degli indiani. Un dubbio e un quesito assente dai discorsi dei politici che occupano il parlamento. Come se quei morti non ci riguardassero poiché non contano niente. Io invece ne sono accorato, sicché non mi sento rappresentato da nessuno dei parlamentari italiani, e chissà quanti cittadini  la pensano come me. Vedremo alle prossime elezioni.
 Se i due militari avessero  ucciso due uomini, si tratterebbe di omicidio,  non di un incidente come dice Casini che è andato a omaggiarli.
Sono stati ammazzati due uomini, non calpestate per sbaglio due formiche.
Come è stato un omicidio ammazzare Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi.
Il crimine anzi è tanto più grave quanto più la persona uccisa è debole e indifesa.
Se invece quei due marò sono innocenti, vengano liberati e risarciti per le pene ingiustamente patite. Ma prima ci sia un regolare processo. Magari in Italia. Se verranno assolti con formula piena, chiederò scusa dei miei sospetti e li omaggerò anche io, senza riserve, come faccio con tutti quelli che subiscono ingiustizia. Ma se hanno ucciso due uomini, quei due signori devono pagare. Non certo con la pena di morte che è una barbarie, un crimine che non lava un altro crimine, anzi lo raddoppia: l’esecuzione capitale infatti è un delitto che si aggiunge a un delitto. Un obbrobrio antiumano.
Il sangue di un solo uomo sparso da un altro uomo offende la terra e offende Dio, chiunque Egli sia.
“Il sangue di un uomo solo sparso per mano del suo fratello è troppo per tutti i secoli e per tutta la terra” scrive Manzoni nella Osservazioni sulla morale cattolica, (cap.VII). Se lo ricordino i vari Casini che vogliono santificare subito due persone accusate di avere ammazzato altre persone.
Prima bisogna appurare che non l’abbiano fatto.
Dopo di che, mi unirò al coro che invoca i sancti nautae e chiederò loro perdono. Per ora i miei sancti sono i due pescatori uccisi e sancta è la madre dolorosa  di Federico Aldrovandi orbata del figlio e, con lei, tutte le “madri che i nati videro-trafitti impallidir”[2].
Ancora Manzoni, un cattolico e un moderato, non un terrorista, né un estremista. Nemmeno un comunista.

giovanni ghiselli


[1] Il ritratto di Dorian Gray, p. 88.
[2] A. Manzoni,  secondo coro dell’Adelchi..

9 commenti:

  1. La giustizia sembra il protagonista assente di troppe storie ...anch'io credo che i due marò debbano avere un processo che li ponga sopra ogni dubbio,tutti noi abbiamo bisogno di credere a dei fatti che non se ne può più di giustizia a parole,di giustixia inventata o presunta.Anche per questi due ragazzi che se sono innocenti debbono essere riconosciuti tali al di là di ogni ragionevole dubbio e se hanno sbagliato han no il diritto a riabilitarsi e di pagare le loro colpe, Giovanna

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  2. Anche io trovo assurdo che i due morti ammazzati non siano considerati.
    alessandro

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  3. A me piacerebbe sapere innanzitutto come si sono svolti veramente i fatti prima di prendere posizione per l'una o l'altra parte. Sentiamo parlare di questa vicenda da ormai due anni, ma qualcuno ha spiegato come sono andate le cose? O le hanno spiegate e io ero distratto?

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  4. Io invece trovo scandaloso che l'India abbia traccheggiato per due anni, commettendo un vergognoso affronto verso l'Italia. Prendere di mira Casini cercando una nascosta contraddizione con la sua aperta professione di uomo cattolico a mio avviso è fuori luogo. Qualunque politico deve prendere le difese dei servitori dello stato, se questi sono accusati da uno stato estero o sono trattenuti in condizione che limiti la loro libertà e dignità. Ma trovo egualmente vergognoso che solo ora le autorità italiane si facciano sentire. Un ministro degli esteri deve esigere dagli altri stati la difesa dell'onorabilità dei rappresentanti del proprio stato. Punto. Altre disquisizioni le trovo secondarie. E' in gioco una questione di dignità nazionale, sì, roba vecchia per qualcuno, per fortuna non per tutti. Gianluca Pasini.

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  5. Intervengo di nuovo perchè a quanto pare sono veramente distratto.
    Cosa c'entra Casini? Casini è come il prezzemolo, dappertutto.
    Poi, caro Gianluca, mi dispiace, ma non condivido assolutamente quel che dici. Il patriottismo non è mai stato nelle mie corde e penso non lo sarà mai, la difesa tout court dei nostri valorosi compatrioti che giocano alla guerra non mi vedrà mai paladino di questa causa. Ritengo ingiusto che persone sfuggano alla giustizia solo perchè si possono nascondere dietro ridicoli paraventi come quello di servitori/difensori dello stato e non mi riferisco tanto ai due fucilieri del battaglione San Marco accusati in India, ma per esempio ricordo un episodio che vide coinvolto un aviatore statunitense che facendo il bullo col suo aereo fece venire giù una funivia non so in quale parte di Italia. Morirono delle persone e dell'aviatore non se ne è più saputo nulla, gli americani non diedero neanche il tempo alle "autorità" italiane di fare delle indagini, decisero che la questione non era di competenza italiana e dell'aviatore se ne è persa ogni traccia. Ti pare giusto? A me no.
    GM sta per Giovane Marmotta

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  6. Caro Gianni, mi pare che tu la faccia un po’ troppo facile. Deploriamo tutti il sangue versato, che offende la terra e offende Dio. Questa è una petizione di principio, ma le cose, purtroppo, sono più complicate di così. Un omicidio è sempre un omicidio, ma non sarà un caso se secoli di sviluppo della giurisprudenza hanno portato a distinguere fra omicidio volontario o colposo o preterintenzionale, per futili o per abietti motivi, con aggravanti o con attenuanti, e quant’altro che non so perché non sono un giurista. Tu invece semplifichi, come dicevo, la fai facile: se sono colpevoli vanno condannati, se sono innocenti vanno assolti. Nel caso specifico, ti dico come la penso io, lasciando stare i Casini (figuriamoci!) e lasciando stare il patriottismo fuori luogo. Io credo che quei fucilieri abbiano sparato e ucciso i due pescatori, ma ecco i miei distinguo. Saprai anche tu che in quei mari, dove è avvenuto il fatto, ci sono azioni di pirateria di cui più navi (anche italiane) sono state vittime. E saprai anche che la pirateria non è uno scherzo, sia come possibilità, per chi la subisce, di rimetterci la vita, sia come certezza di dover pagare enormi cifre per riscattare merci e uomini presi in ostaggio. E infatti quei fucilieri erano lì proprio per difendere la nave da eventuali attacchi dei pirati. Non erano certamente lì per sparare a dei pescatori. Ma il fatto è che i pirati si avvicinano alle navi non issando la bandiera nera con il teschio, ma proprio fingendosi innocui pescatori. Allora i militari addetti alla difesa della nave hanno delle precise consegne, che io non conosco ma che posso facilmente arguire: gridare più volte con un megafono “fermi là, non avvicinatevi oltre!”, sparare per aria dei colpi di avvertimento e non so che altro. Ma se il presunto peschereccio continua ad avvicinarsi, che devono fare quei militari? Lasciarsi abbordare? Credo che a un certo punto abbiano la consegna di sparare sul presunto peschereccio. Bene, io credo che le cose siano andate così, a meno che non si pensi che dei soldati (dei professionisti dunque, non degli ignoranti marinai) addetti alla difesa di una nave sia siano messi a sparare su dei pescatori per divertimento o per dilettantistica leggerezza. Un processo quindi dovrebbe verificare se sono state eseguite tutte le procedure previste, e condannare, eventualmente, con tutte le attenuanti del caso. Quel che non mi piace è che si voglia adottare nei loro confronti, pur escludendo la pena di morte, la legge contro il terrorismo e la pirateria. Ma come? Erano lì per impedire atti di terrorismo e dovrebbero essere condannati come terroristi? Lo vogliamo dire che questo è un assurdo? E voglio aggiungere un’ultima cosa: io non ho sentimenti nazionalisti né ho un particolare amore per il mondo militare, ma quei marò sono dei soldati, e dunque rappresentano le forze armate, le quali rappresentano il nostro paese. E mi pare inaccettabile che, in virtù di quell’assurda imputazione per terrorismo e pirateria, la stessa accusa si ripercuota, altrettanto assurdamente, sul nostro paese.
    Marcello Tartaglia

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  7. Caro Marcello,
    con questo tuo metodo, pregiudizialmente assolutorio, vanno scagionati anche i poliziotti massacratori di Federico Aldrovandi. Io so che un ragazzo è stato ucciso da due uomini e una donna armati e in divisa.
    Cosa che non fa onore alla polizia. Anvcora meno onore le fa la reintegrazione nel corpo dei tre agenti. Per i marò voglio un processo perché non so come sono andate le cose. Ma se si parte con tutte le possibili attenuanti e giustificazioni il processo è già pregiudicato. Con amicizia. gianni

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  8. Ma certo che un processo lo voglio anch’io, e il mio non è un metodo pregiudizialmente assolutorio. Io ho detto due cose: 1) un giusto processo deve verificare non solo se i due marò hanno sparato e ucciso, ma anche se sono state eseguite correttamente tutte le procedure previste e, eventualmente, condannare di conseguenza; 2) in ogni caso, mi pare assurdo che l’imputazione faccia capo ad una legge contro il terrorismo e la pirateria.
    E’ invece vero che “pregiudizialmente” suppongo (ma è solo una mia supposizione, da verificare in un giusto processo) che nel caso specifico ci siano tutte le attenuanti che ho descritto nel mio intervento; “pregiudizialmente”, perché quelle attenuanti sono quelle che mi aspetto dal comportamento di uomini in divisa in quella situazione; quando queste mancano, o quando si abusa del proprio essere in divisa (come, mi pare, nel caso di Aldrovandi e di Cucchi) allora si deve parlare di aggravanti. Questo prevede, giustamente, la legislazione di tutti i paesi civili. E per questo dicevo che, in sostanza, la tua mi sembra una semplificazione.
    Con amicizia (dall’infanzia alla vecchiaia).
    Marcello

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    Risposte
    1. Dopo parecchio tempo ritorno su questa pagina.
      Condivido entrambi gli interventi di Marcello, misurati, senza parole gridate, senza slogan.
      Giancarlo

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