La
grande bellezza di Sorrentino ha vinto l’Oscar per il miglior film
straniero, mentre qui da noi non è stato premiato come ottimo film italiano.
Il fatto è che la bellezza
da noi è un valore messo fuori corso.
Perché la bellezza educa la
mente, fa pensare, e commuove, colpisce la sfera emotiva e la spinge verso il
bene.
Se fosse permessa e diffusa, la kalokajgaqiva farebbe una concorrenza
vincente alla chiacchiera vuota dei politici, al blaterare falso e osceno della
pubblicità.
Bellezza e cultura sono bandite
dal potere, come avveniva nella Roma dei Cesari dove si bruciavano i libri,
secondo il racconto di Tacito: “Scilicet
illo igne vocem populi Romani et libertatem senatus et conscientiam generis
humani aboleri arbitrabatur, expulsis insuper sapientiae professoribus atque
omni bona arte in exilium acta, ne quid usquam honestum occurreret” (Agricola, 2), evidentemente con quel
fuoco credevano di sopprimere la voce del popolo romano e la libertà del senato
e la coscienza del genere umano, espulsi per giunta i maestri di filosofia e
cacciata in esilio ogni forma di cultura, perché non si incontrasse in alcun
luogo alcunché di bello e morale.
La Bellezza talora è difficile, ma
c'è un mezzo per rendere pervie le strade che ci portano a gioire del Bello: questo va
coniugato con la semplicità, come dice
in sintesi il Pericle di Tucidide:"filokalou'mevn te ga;r met j eujteleiva"[1]
kai; filosofou'men a[neu malakiva"" (Storie, II, 40, 1) in effetti amiamo il bello con semplicità e
amiamo la cultura senza mollezza. Il filosofei'n
di Tucidide è
quella cultura generale, quella paideia che insegna soprattutto l'uso corretto,
conciso, elegante della parola.
Paideia
si può identificare, in un certo senso, con formazione politica : “ Uso questo
termine non nel suo senso contemporaneo di istruzione scolastica formale ma nel
senso antiquato, nell’antico senso greco: per paideia i greci intendevano l’educazione, la “formazione” (la Bildung tedesca), lo sviluppo delle
virtù morali, il senso della responsabilità civica, della cosciente
identificazione con la comunità, i suoi valori e le sue tradizioni”[2].
La semplicità non è rozzezza, anzi è una complessità risolta e
non si deve confondere con la facilità la quale "invece è una truffa che
rischia di impoverire tragicamente i nostri giorni…La nostra cultura ormai
scansa ogni sentore di fatica, ogni peso, ogni difficoltà: abbiamo esaltato il
trash e il pulp…abbiamo accettato che le televisioni venissero invase da gente
che imbarcava applausi senza essere capace a fare nulla; abbiamo accolto con
entusiasmo ogni sbraitante analfabeta, ogni ridicolo chiacchierone, ogni comico
da quattro soldi… la Facilità ormai ha dissolto tante capacità intellettuali e
manuali, e si parla a vanvera perché così abbiamo sentito fare ogni sera, si
pensa e si vive a casaccio perché così fanno tutti"[3].
La semplicità
significa intelligenza che è cosa diversa dall’astuzia.
All’astuzia
ricorrono le persone di mente più o meno angusta. In mancanza di vera intelligenza,
per mezzo della furbizia furfantesca, costoro manovrano le molle della minuta
vita quotidiana, intrecciano la loro politica di trappole, perdendo di vista
come si dispongono le principali linee della vita, in quale direzione si
orientino e in che punto si incontrino. L’astuzia è una moneta spicciola. Come,
con moneta spicciola, si può vivere un’ora o due, così con l’astuzia si può
nascondere qualche cosa, ingannare qui, alterare il vero là; ma l’astuzia non
basta mai ad abbracciare un orizzonte vasto, a comprendere un evento serio e
importante. L’astuzia è miope: vede bene soltanto ciò che ha sotto il naso, ma
non vede lontano e perciò, spesso, finisce per cadere nella rete che essa
stessa ha teso. La persona intelligente risolve i problemi con semplicità e
chiarezza .
Leopardi avverte che la semplicità viene fraintesa dagli imbecilli: “E’ curioso
vedere, che gli uomini di molto merito hanno sempre le maniere semplici, e che
sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco merito. (Firenze, 31
Maggio 1831)”[4].
La bellezza è rivelatrice e il potere la detesta come aborrisce l’ajlhvqeia, la verità-non latenza. Infatti manovra nell’ombra e
nella nebbia. Rammentate Guicciardini?: “ spesso tra il palazzo e la piazza è
una nebbia sì folta o uno muro sì grosso che, non vi penetrando l'occhio degli
uomini, tanto sa el popolo di quello che fa chi governa o della ragione perché
lo fa, quanto delle cose che fanno in India" (Ricordi, 141)
Pasolini afferma che" il potere e il mondo che, pur non
essendo del potere, tiene rapporti pratici col potere, ha escluso gli
intellettuali liberi"[5].
“Il lettore non abituato a
queste discussioni per intendere il rapporto società-cultura, immagini una
specie di banchetto, in cui la borghesia mangia a quattro palmenti, invitando
al suo tavolo i cuochi (gli intellettuali) e gettando qualche osso ai cani ed
ai mendicanti (i proletari); quell’osso sarebbe poi, per dare un esempio,
l’anticomunismo ed il clericalismo. Finché durerà questo banchetto, i proletari
dovranno accontentarsi dei rimasugli delle pietanze, e gli intellettuali, per
mangiare le loro pietanze, dovranno essere i cuochi dei capitalisti. L’esempio
è un po’ strambo, ma dà all’incirca l’idea di come stanno le cose”[6].
In conclusione, vorrei che i miei lettori, prima di essere contenti per
questo meritato successo del cinema italiano, si chiedessero perché tanti buoni
film di nostri registi come Sorrentino appunto, o Faenza, o Bellocchio, qui in
Italia non vengono premiati e rimangono nelle sale cinematografiche solo pochi
giorni.
Il fatto è che il potere da noi ha dichiarato guerra alla scuola, alla
cultura, al bello con semplicità, e ha corrotto il popolo con decenni di
genocidio culturale, di corruzione, tanto per tornare a Tacito, peggio che circense e neroniana .
giovanni ghiselli
[1] eujtevleia è’ frugalità, parsimonia, è il basso prezzo facile da
pagare (eu\, tevloς)
per le cose necessarie, è la bellezza preferita dai veri signori, quelli
antichi, e incompresa dagli arricchiti che sfoggiano volgarmente oggetti
costosi.
Augusto dava
un esempio di frugalità mangiando secundarium
panem et pisciculos minutos et caseum bubulum manu pressum et ficos virides
( Augusti
Vita, 76), pane ordinario,
pesciolini, cacio vaccino premuto a mano, e fichi freschi.
Giorgio Bocca commentò tale abitudine
dell’autocrate con queste parole:“Oggi siamo a una tendenza da ultimi giorni di
Pompei. Un incanaglimento generale. Forse è il caso di rivolgersi, più che agli
uomini di buona volontà, a quelli di buon gusto, forse è il caso di tornare a
scrivere sulle buone maniere, sulla buona educazione, sui buoni costumi.
L’Augusto più ammirevole è quello che nel Palatino si ciba di fave e di
cicoria, da vero padrone del mondo” G.
Bocca, Contro il lusso cafone, per motivi morali. Ed estetici, Il venerdì di
Repubblica, 27 giugno 2008, p. 11
Senza risalire al 14 d. C., penso alla mia infanzia e
alla mia adolescenza, quando, per apprendere e capire, ascoltavo con avidità, alla radio, o anche
andando a vederli nella piazza del
Popolo di Pesaro, i politici di razza di quel tempo lontano, quali De Gasperi e
Togliatti. Imparavo da loro più e meglio che a scuola. In termini di idee, di
parole e di stile. Mi è rimasta impressa la frase di De Gasperi, rappresentante
dell'Italia vinta: " Prendendo la parola in questo consesso
mondiale sento che tutto, tranne la
vostra personale cortesia, è contro di me".
[2] M.Finley, La
democrazia degli antichi e dei moderni, p. 30.
[3] I miei
ragazzi insidiati dal demone della Facilità, Marco Lodoli, in La Repubblica 6 novembre 2002,
p. 14.
[4] Zibaldone, p.
4523.
[5] Scritti corsari
, p. 113.
[6] P. P. Pasolini, Un
intervento rimandato (marzo 1949), in Pasolini Saggi sulla politica e sulla
società, p. 83.
La ringrazio per queste riflessioni, vorrei tanto fossero divulgate tra gli italiani e trasmesse nelle scuole: solo recuperando il significato della Bellezza e della Conoscenza, che poi si identificano, potremo avviare una riscossa dal torpore funesto della politica e della società in generale. R.B.
RispondiEliminaGrazie a te. Se sei uno studente o un docente, e mi fai invitare, verrò nella tua scuola a parlarne.
EliminaLo farò gratis e a spese mie gianni ghiselli
Questo è molto nobile da parte sua, se ne avrò la possibilità la avvertirò. Ancora grazie per la disponibilità.
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