NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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mercoledì 28 novembre 2018

Twitter, CCCXXXII sunto. La Compassione

Il furto mancato e l'uccisione approvata. Non in mio nome
è stato ammazzato un ladro. Un essere umano comunque, un ragazzo. Esultanza generale. Nessuna parola di compassione per questo povero morto. La dico io. pregherò per lui.

Il sangue versato a terra
Manzoni nelle Osservazioni sulla morale cattolica  (cap. VII) scrive:" Il sangue di un uomo solo, sparso per mano del suo fratello, è troppo per tutti i secoli e per tutta la terra". Si vergognino quanti esultano per l'uccisione di un uomo, chiunque egli sia.
La pena di morte non c'è e non deve esserci per nessuna ragione.

La compassione
Sono le 4 di notte. Mi sono svegliato al pensiero che in Italia ritorna strisciando come un verme patogeno o un serpente velenoso la pena di morte, per giunta non comminata dai tribunali ma da privati che sarebbero comunque giustificati da un'opinione pubblica descolarizzata, ignorante, manipolata verso la disumanità.
La morte di un essere umano che subisce violenza, sia un rapinato o un derubato, sia un rapinatore disarmato o un ladro che fugge presi alle spalle da revolverate o da fucilate, dovrebbe far provare a tutti un senso di sconfitta.
Io provo anche un sentimento di ribellione.
Ricordo queste parole di John Donne:"la morte di qualsiasi uomo mi diminuisce, perché io appartengo all'umanità, e quindi non mandare mai a chiedere per chi suona la campana (for whom the bell tolls); suona per te". ( Devotion upon Emergent Occasion , Devozioni per occasioni di emergenza, del 1624)
Concludo con Foscolo: "tu o Compassione, sei la sola virtù! Tutte le altre sono virtù usuraie" (Ultime lettere di Iacopo Ortis, Ventimiglia 19 e 20 febbraio 1799). 

Rinnovo la mia compassione per tutti quanti subiscono violenza. Donne e uomini
Adesso posso tornare a dormire. Bologna 29 novembre 2018 ore 4, 21. 


Licenza di uccidere. Non in mio nome
Se passa il verbo di certi profeti (profeti di chi? Non certo di Dio) per i quali si può ammazzare chiunque si avvicini troppo a casa mia non invitato, allora potrò uccidere il postino con le raccomandate, il prete che vuole benedire il talamo dei miei tanti peccati, l'amante che ha le chiavi e arriva senza preavviso. Potrò farlo secondo questa legge, ma io non lo farò.

All'armi siam leghisti! 
Salvini consegue successo politico diffondendo la paura e gridando: "All'armi! (alle armi!!!)". E' felicior del già Felix Sulla (Silla) che tra l'82 e il 79 instaurò una dittatura dopo avere massacrato i nemici democratici con una guerra civile. Nell'Italia del tempo nostro i democratici si sono massacrati da soli.


Oggi, 30 novembre 2018, sposo la povertà. Fatemi gli auguri
Quando salii a Dodona da Igoumenitza in bicicletta una volta con Fulvio e Carlotta, un'altra volta con Fulvio, Alessandro e Maddalena, per interrogare le profetiche querce di Zeus e i sacerdoti Selli, quegli uomini di Dio che dormono per terra e non si lavano i piedi (cfr. Iliade XVI, 235, e Trachinie di Sofocle 1166) fecero sussurrare alle querce un presagio che ogni inverno, al mio ritorno a Bologna,  si avvera: "tu sarai come noi: nella stagione più dolente: la tua povertà priva di ogni risorsa non ti consentirà riscaldamento né lavacri di sorta nè alcun giaciglio per le membra affaticate, piagate e smagrite". Ringraziai quei santi e, come Cristo poi Francesco di Assisi e ora papa Bergoglio, divenni amante della povertà. Oggi la sposo.

gianni, il poverello di Pesaro

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