L'umanesimo e i tangheri

Clement Attlee
primo ministro del Regno Unito dal 1945 al 1951

Leggo su “la Repubblica” di oggi 21 novembre questo titolo: "Attlee eroe segreto. Accolse un ebreo in fuga dai nazisti" (pagina 15). 
Molto ben fatto, tanto più che si trattava di un bambino come leggo sotto.
Mi sarei impegnato e impiegato anche io in tal senso, quando gli Ebrei erano oggetto di persecuzione. Ora però solidarizzo con i Palestinesi ogni volta che subiscono violenza dai soldati israeliani.
Ho smesso di frequentare un tale che si fingeva amico da quando, durante una cena, sostenne che ammazzare i bambini palestinesi è inevitabile, dal momento che le loro madri li usano come scudi umani. Mi alzai da tavola quella sera e mi allontanai disgustato. Costui mi diede dell’antisemita, un'offesa insopportabile per chi ha sempre deprecato ogni forma di prepotenza.
Credo che si sarebbero comportati come me gli Ebrei per bene che, a partire da Moni Ovadia, non sono pochi qui in Italia e neppure là da loro.
Il tanghero, di solito un borghese piccolo piccolo, infimo,  sta sempre dalla parte degli oppressori.
La persona buona, colta, signorile, non può fare a meno di stare dalla parte degli oppressi. Da bambino stavo per Ettore, per i Troiani e per i Pellerossa massacrati dagli invasori europei, la feccia dell’Europa.
Ora domando: se questo ex primo ministro britannico è un eroe, perché il sindaco di un piccolo paese italiano, un uomo buono che accoglie e aiuta tante persone in fuga dalla violenza, viene processato e condannato come si fa con i malfattori?
Mistero dell'iniquità e chiara evidenza della cecità mentale di chi non rifiuta tali contraddizioni  che l’intelligenza “nol consente” e la morale tanto meno. Infatti non si può insieme plaudire a chi salva un bambino ebreo, com’è giusto, e approvare chi ammazza i bambini palestinesi. I bambini vanno protetti sempre, tutti. Ma il tanghero in questione non lo capiva e tanti come lui, o lei, non lo comprendono.

Aggiungo saluti cari a tutti i miei lettori e uditori. E' per loro che lavoro quasi sempre gratis, cioè sine pecunia ma ben più largamente gratificato dall'attenzione che ricevo da chi ama imparare e assumere uno spirito critico nei confronti della volgarità del tempo, di questo tempo contassegnato dalla moda dei tangheri. Il tanghero con la sua ignoranza, avidità, falsità, è di moda.
Attraverso i classici cerco di insegnare prima di tutto l’onestà, la lealtà, la generosità. E pure la buona educazione, lo stile della bellezza con semplicità.
Insomma l’umanesimo che è amore per l’umanità.

Un abbraccio
giovanni ghiselli.

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