Twitter 30 agosto
La "buona" scuola. Bambini allevati dalla
pubblicità in un'ignoranza da eunuchi. Ingrassano e maneggiano aggeggi deleteri
per il cervello. Non parlano. Un po’ meglio le bambine.
Bambini allevati dalle grida triviali e deleterie della pubblicità
nell'assenza di una buona scuola.
A cosa devo assimilare la buona scuola? Alla ripetizione del
megafono pubblicitario. All’iterazione dei luoghi comuni più beceri e idioti.
Bambini obesi per coca cola e merendine: un gonfiore malsano
confonde tutto e nasconde le fattezze umane che scompaiono nell'accumulo di
grasso. Meno stupide e autodistruttive le bambine.
Gli
uomini sono pochini. Molti si sposano tra loro, tutti contenti e tanto
sorridenti. Altri sono sostituiti da femmine mascoline come la Santanchè , di nome
femmina, “stallone il resto dalla grossa coglia”. Come il centauro di
D’Annunzio (La morte del cervo, Alcyone,
1903).
I bambini vengono allevati da donne (per
fortuna queste in un modo o in un altro partoriscono ancora) e da eunuchi scimuniti.
E ingrassano, giocano con i cellulari, non fanno sport, non studiano.
Esattamente come gli eunuchi che fungono-male- da babbi. Più intelligenti le
bambine.
Seneca
e suo nipote Lucano si uccisero sotto Nerone imperatore pazzo, auriga e
citaredo. Io non l’ho fatto sotto il potere oscuro degli stragisti occulti, né sotto i ladroni
palesi finiti sbeffeggiati con le monetine. Tanto meno lo farò sotto la
banda di questi apprendisti sciocchi, rottamatori autoproclamati della nostra splendidissima
Italia, nobile e antica, regale e pitocca.
Bisogna
recuperare il senso epico, cioè eroico, della parola e dell’uomo. Contro il
dilagare dell’essere eunuchi. Meno sdilinquite e flaccide le ragazze e le
bambine. Anzi molte di loro sono gagliarde.
La parola è la vera ajrchv
che i filosofi ionici ricercavano, non l’acqua né l’a[peiron. In questo sono d’accordo con l’apostolo evangelista
Giovanni: " jEn ajrch'/ h\n oJ
lovgo", kai; oJ lovgo~ h\n pro;" to;n qeovn, kai; qeo;" h\n oJ
lovgo". ou|to" h\n ejn ajrch'/ pro;" to;n qeovn. pavnta di'
aujtou' ejgevneto, kai; cwri;" aujtou'
ejgevneto oujdevn. In
principio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum et Deus erat Verbum. Hoc
erat in principio apud Deum. Omnia per ipsum facta sunt, et sine ipso factum
est nihil (1, 1-3), in principio c'era la Parola e la Parola era con
Dio e la Parola
era Dio. Questa era in principio con Dio. Tutto fu fatto tramite lei e senza
lei nulla fu fatto.
Ma il verbum deve
diventare factum. “Im
Anfang war das Wort…Im anfang war die Tat”[1].
Fatto e carne. Per questo ci vuole la donna, la femmina umana.
Ancora secondo Giovanni:"kai;
oJ lovgo" savrx ejgevneto" (14), e il verbo si fece carne. E’
in corpo di donna, di solito non vergine
del resto, ossia non senza il contributo dell’uomo, che il verbo si fa carne.
Cito il poeta albanese Gëzim Hajdari che conoscerò e
presenterò il 14 settembre alla festa dell’Unità di Bologna, alle 21 nella
libreria: “fare il contadino della poesia vuol dire fare l’amore dodici volte
al giorno come una pernice.” Delta del
tuo fiume, Contadino della poesia, Ensemble, Roma, 2015.
Diversi anni fa rimasi indietro di una volta, una sola. A
dire il vero non insistetti. Ma sono ancora giovane (71 a novembre) e se Priapo mi
vuole bene e mi concede la sua grazia, mi
rifarò. Solo chi è mitico è realistico[2].
Ancora Gëzim Hajdari: “Fare il contadino della poesia vuol
dire misurarsi con la Storia ,
non con i propri coglioni” . Tanto meno con la posticcia Santanché.
giovanni
ghiselli
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[1]
Goethe, Faust I, Studio. In principio
era la Parola …in
principio era l’Azione.
[2]
Pasolini nel film Medea fa dire al Centauro il
quale istruisce il piccolo Giasone che dovrà andare in cerca del vello d’oro
“in un paese lontano al di là del mare. Qui farai esperienze di un mondo che è
ben lontano dall’uso della nostra ragione, la sua vita è molto realistica come
vedrai perché solo chi è mitico è realistico e solo chi è realistico è mitico” P. P. Pasolini, Medea in Il vangelo secondo Matteo, Edipo re, Medea, p. 545.
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