Le rane di Teatro Due (photo: teatrosocialecomo.it) |
Deve
andarsene chi si compiace di versi buffoneschi che muovono il riso a sproposito.
Segue un elenco di cattivi cittadini da allontanare
Devono
andarsene quelli che non congedano l’odiosa stavsiς ma la ridestano e la fomentano
per brama di guadagni personali, e chi katadwrodokei'tai (361) si lascia corrompere dai doni
(dw'ron e devcomai) e
consegna una fortezza o delle navi (come farà Adimanto-Gorbaciov secondo
Canfora) o esercita il contrabbando, (tajpovrrht j ajpopevmpei spedisce
(ai nemici?) attrezzi proibiti come Toricione il kakodaivmwn eijkostolovgoς. esattore
della ventesima parte (eijkostovς ventesimo) e chi dà denaro per le navi
ai nemici (come fa Lisandro), chi insudicia i simulacri di Ecate poi canta nei
cori (Alcibiade? Nel 415 c’era stata la mutilazione delle Erme). Dunque via
tutti costoro. Procul este profani!
Riprende
a cantare il coro
Ognuno
avanzi verso i seni fioriti dei prati ejς tou; ς eujanqei'ς kovlpouς-leimwvnwn, tripudiando e motteggiando kajpiskwvptwn, scherzando
e beffando (374).
Il
coro poi inneggia a th; n Swvteiran, la Salvatrice. Demetra regina delle
ricche messi, signora delle sante orge ajgnw'n ojrgivwn a[nassa (o[rgion è il rito
misterico). E fai che tutto il giorno io danzi e scherzi ajsfalw'ς, senza
scivolare. Poi il coro afferma che vuole dire polla; gevloia e polla; de; spoudai'a (389-390).
E’ lo spoudogevloioς, il
seriocomico.
Viene
invocato Iacco perché li accompagni dalla dea e mostri che percorre pollh; n oJdovn a[neu
povnou,
lunga strada senza fatica. E’ un motivo ricorrente nelle laudi a Dioniso.
Cfr
le Baccanti
Inizio
della Parodo vv. 64-67.
Dalla
terra d’Asia
lasciato
il sacro Tmolo metto in rapido movimento
per
Bromio una fatica dolce povnon hJduvn, e un travaglio, buon travaglio, kavmaton t j eujkavmaton
celebrando
Bacco con grida di evoè.
E
al v. 194 Cadmo dice a Tiresia: “il dio ci guiderà ajmocqiv, senza
fatica
Ca. Andremo dunque fino al monte coi carri?
Ti.
Ma il dio non avrebbe onore nello stesso modo.
Ca.
Io vecchio guiderò come un ragazzo te che sei vecchio?
Ti.
Il dio ci guiderà lì senza fatica.
I
coreuti fanno notare lo stato del costume che indossa: il dio ha fatto a pezzi
per scherzo (ejpi;
gevlwti)
il sandalo e lo straccio su; ga; r katescivsw-katascizw - ejpi; gevlwti kajp j
eujteleiva/ tovde to; sandaliskon kai; to; rJavkoς (Rane, 405-406). Forse faceva parte del mascheramento della
processione. C’è anche kajp j eujteleiva, con poca spesa forse alludendo alla
parsimonia del corego.
Viene
in mente l’euripidaristofaneggiare di Cratino.
Iacco
filocoreuthvς, amico
delle danze, deve accompagnare i coreuti.
Chiunque guidi i tiasi è Bromio: Brovmioς o{stiς a[gh/ qiavsouς come
dicono le Baccanti (v. 155), sempre
nella parodo.
Nell’Antigone
leggiamo vv. 151-154: "andiamo a tutti i templi degli dei/con danze che
durano la notte intera, /e il Tebano che scuote la terra/ e Bacco, sia il primo.
oJ d’
e[xarcoς Brovmioς (154)
Secondo
Nietzsche, il Coro vede Dioniso poi entusiasma gli spettatori in maniera
dionisiaca
Il
coro ricorda che poco prima danzando e sbirciando, ha visto titqivon prokuvyan, una
tettina spuntare dalla tunica lacerata citwnivou pararragevntoς (pararrhvgnumi) di una
ragazza compagna di danza.
Xantia
interviene e dice che ci sta sempre a scherzare danzando con la ragazza. E
Dioniso pure.
Il
Corifeo propone che si sfotta skwvywmen Archedemo, che fa il demagogo tra i morti
di lassù, ejn
toi'ς a[nw nekroi'si (420)
con un rovesciamento di prospettiva rispetto al mondo terreno. Non era di
origine ateniese e dopo sette anni che era ad Atene non aveva ancora la
cittadinanza.
Sento
dire che il figlio di Clistene, il noto omosessuale. tra le tombe si spela il
culo (prwkto;
n tivllein eJautou', 424) e si strappa le guance.
Parolacce:
oJ kuvsqoς cunnus; to; pevoς mentula, ejrevbinqoς cece, traslato per fallo, hJ povsqh pene. binevw futuo.
Catullo
16
Pedicabo ego vos et irrumabo (in os mentulam inseram)
Aureli
pathice et cinaede Furi
Qui
me ex versiculis meis putastis
Quod
sunt molliculi, parum pudicum
nam
castum esse decet pium poetam
ipsum,
versiculos nihil necesse est
Marziale
I, 4 Lasciva est nobis pagina, vita proba.
Il
figlio di Clistene dunque si batte il petto e piange e invoca Sebi'non (se; binevw) un tale
di Anaflusi, ajnaflavw, masturbo,
eccito masturbando.
Invece
Callia il donnaiolo figlio di Ippobino (binevw) faceva la battaglia navale
vestito con una pelle di fica kuvsqou leonth'n ejnhmmevnon (430)- ejnavptw.
Nell’Elettra di Sofocle, Egisto viene
definito dalla protagonista il vigliacco che aizza Clitennestra, e fa le sue
battaglie con le donne (302) quali alleate.
Dioniso
chiede dove sia Plutone. Il corifeo li indirizza nel sacro recinto della dea, sul
piano fiorito
Il
coro canta la canzone degli iniziati, per i quali soltanto c’è il sole e la
sacra luce. Loro da vivi si comportavanono eujsebh' dihvgomen trovpon piamente
con stranieri e cittadini.
Fine
della parodo v. 459
Dioniso
bussa alla casa di Plutone dicendo di essere Eracle. Risponde Eaco e lo
aggredisce per il furto di Cerbero con una serie di maledizioni menzionando lo
Stige, il Cocito, l’Acheronte, Echidna, le Gorgoni.
Echidna
con Gerione aveva generato Orto, il cane a due teste, e con Orto la Sfinge. Echidna
dunque è madre e moglie di Orto e la
Sfinge è nata da un incesto.
Dioniso
si accascia e se la fa addosso egkevcoda
da
ejgcevzw (479), cevzw, caco.
Può essere parodia di ejkkevcutai, kavlei
qeovn,
è versata, chiama il dio, formula religiosa dopo le libagioni.
Aristofane punta sulla scatologia.
Dioniso
chiede una spugna per il cuore poi porge a Xantia il culo.
Xantia
gli chiede ejntau'q
j e[ceiς th; n kardivan; (484)
Dioniso
risponde che il cuore per la paura gli è sceso in fondo al ventre.
Xantia
non ha avuto paura, allora Dioniso gli dà il costume di Eracle, visto che è ajfobovsplagcoς (496), uomo
dalle viscere intrepide
Poi
esce un’ancella dalla casa di Plutone e tratta bene Xantia travestito da Eracle.
La ragazza e la dea hanno preparato leccornie per Eracle. Inoltre dentro lo
aspettano flautiste e danzatrici. Nel fiore e depilate paratetilmevnai (parativllw).
A
questo punto Dioniso vuole riprendere il costume da Eracle.
E’
una critica al trasformismo dei politici.
CONTINUA
Giovanna Tocco
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