Aristofane |
Aristofane
Ma
ora è già tempo di parlare del massimo autore della commedia antica e di
commentare uno degli undici drammi a noi pervenuti. Prima di affrontare il
testo di Aristofane però diciamo due parole sulla struttura della Commedia: questa,
rispetto alla Tragedia, ha come caratteristica propria due parti peculiari: l'agone che è un conflitto di battute tra
il personaggio principale e l'antagonista, oppure tra il protagonista e il coro;
poi la parabasi che significa sfilata
ed è il momento nel quale il coro depone la maschera, spesso animalesca, e
annulla la finzione teatrale per esporre le idee del poeta su argomenti vari, magari
attaccando i rivali o provocando il pubblico con lazzi di vario genere.
Aristofane
nacque ad Atene intorno al 445 a. C. e morì probabilmente nella sua città poco
dopo il 385. Ricaviamo dalle sue commedie le notizie sulla vita. Ne scrisse una
quarantina conseguendo cinque vittorie: a noi sono arrivati undici drammi: gli Acarnesi (425), i Cavalieri (424) le Nuvole
(423), le Vespe (422), la Pace (421), gli Uccelli (414), la Lisistrata
(411) le Tesmoforiazùse (410), le Rane (405), le Ecclesiazùse (392), il Pluto
(388).
Dalla
prima commedia (Acarnesi, vv. 653-654)) sappiamo che il poeta aveva una
proprietà nell'isola di Egina: è probabile che questa sua condizione di
benestante abbia influito sulle idee conservatrici e favorevoli alle forze
della tradizione.
Gli Acarnesi
è il più antico lavoro di Aristofane a noi pervenuto: con queso vinse alle
Lenèe (festa di fine gennaio durante la quale dal 440 a. C. si rappresentavano
commedie) del 425, precedendo i drammi di Cratino ed Eupoli, ma non costituì il
debutto del giovane autore che avvenne nel 427 con i Banchettanti i quali trattavano il tema dell'educazione: un padre
fa educare due figli in maniera diversa: uno alla scuola antica, l'altro dai
nuovi maestri di retorica: una storia ricorrente nella commedia: basta pensare
agli Adelphoe di Terenzio.
In
questa prima commedia, e nelle Nuvole, l’educazione
è limitata alle persone, nelle Rane
alla città e gli educatori sono o dovrebbero essere i poeti.
Nel
426 Aristofane sferrò il primo grande attacco a Cleone con i Babilonesi
che denunziava l'imperialismo ateniese
e lo sfruttamento imposto alle città alleate: nel 427 anzi Mitilene, che
aveva cercato di uscire dalla lega delio-attica, era stata riassoggettata con
estrema durezza che il demagogo avrebbe voluto inasprire ancora di più dando a
tutti i potenziali ribelli l'esempio di un vero e proprio genocidio. Per
fortuna, come vedremo in Tucidide che lo definisce "il più violento (biaiovtato") dei
cittadini... e il più capace di persuadere (piqanwvtato") il popolo (III, 36) la sua
proposta criminale non passò; vennero comunque uccisi un migliaio di Mitilenesi.
In
seguito alla coraggiosa denuncia dei Babilonesi,
rappresentato alle Dionisie, festa cui partecipavano i rappresentanti delle
città alleate, Cleone accusò Aristofane di avere diffamato il popolo davanti
agli stranieri. Lo ricorda l'autore negli Acarnesi
(vv. 377 e sgg.) non senza compiacimento per essersela cavata, mentre nella
parabasi dei Cavalieri (anno 424) si
giustifica del fatto di non avere curato la regia dei drammi precedenti diretti
da Callistrato:
"Non per stoltezza gli è capitato di indugiare ma poiché riteneva che mettere in
scena commedia è l'impresa più difficile di tutte", ajlla; nomivzwn/kwmw/didaskalivan
ei\nai calepwvtaton e[rgon aJpavntwn" (vv. 515-516).
Aristofane fu un genio precoce e coraggioso: poco
più che ventenne aveva già trovato il suo stile e l'ardire di fare una satira
politica, non generica e blanda ma acuminata per gli attacchi personali contro
personaggi potenti e noti nell'Atene di quegli anni, oltretutto funestati dalla
grande guerra del Peloponneso.
Passiamo
quindi ad analizzare una parte dell'opera dalla quale trarremo, tra l'altro, l'immagine
storica più completa dell'ultimo venticinquennio del quinto secolo.
Le
Rane, del 405.
Vinse il primo premio alle Lenee ed ebbero una seconda
rappresentazione alle Dionisie successive.
Frinico comico ebbe il secondo premio con le Muse di argomento affine ma dall’Ade
recuperava Sofocle. Terzo Platone comico con il Cleofonte dove attaccava il
demagogo. Dioniso è sempre presente come nel Dionisalessandro dove Cratino attaccava Pericle. Il protagonista era
Dioniso camuffato da Paride. Dioniso dunque aveva scatenato la guerra di Troia
come Pericle, irresponsabilmente, quella del Peloponneso.
Aristofane
visse tra il 450 e il 385, sempre ad Atene. La sua prima commedia, i Banchettanti, fu rappresentata nel 427. Ne
scrisse 40. Ne rimangono 11: Acarnesi, Cavalieri,
Nuvole, Vespe, Pace, Uccelli, Tesmoforiazuse, Lisistrata, Rane, Ecclesiazuse, Pluto.
Vediamo
dunque le Rane
Xantia
entra su un asino. Lo segue Dioniso camuffato da Eracle. Il dio ha una stola femminile
di color giallo (Dioniso è effeminato) poi una clava e una pelle di Leone.
Non
mancano le oscenità che dovrebbero avere forza apotropaica. Tuttavia Dioniso
chiede a Xantia di non dire le solite cose stercorarie che lo fanno invecchiare.
Comunque Xantia le ha dette. Non posso dire che se nessuno mi leva di dosso
questo peso ajpopardhvsomai[1]
scorreggerò?
(v. 10).
Fare teatro e valutarne i modi è un aspetto di
questa commedia è metateatro, teatro che parla del teatro.
Dioniso
vuole novità
La
ricerca di novità: nella parabasi delle Nuvole
(del 422) Aristofane si vanta di presentare tutti gli anni nuove creazioni e di
avere osato colpire Cleone (nei Cavalieri)
quando era al colmo della potenza, senza calpestarlo quando è caduto (ad
Anfiboli nel 422)
v.
546-7: oujd
j ujma'ς zhtw' eJxapata'n di; ς kai; tri; ς/ tau[t j
eijsavgwn-ajll j ajei; kaina; ς ijdevaς eijsfevrwn sofivzomai”, non
cerco di ingannarvi presentando due o tre volte la stessa storia, ma mi stillo
il cervello per darvi sempre nuove creazioni.
Xantia
maltrattato, si pente di non avere combattuto alle Arginuse (anno 406) come gli
schiavi che vennero poi liberati (Rane,
v. 33). Ci entra la politica, la guerra, la storia
Vanno
a bussare da Eracle il quale ride vedendo la pelle di leone sulla stola gialla leonth'n ejp krokwtw'/ (46). Inoltre
coturno e clava kovqornoς kai; rJovpalon che ci
fanno insieme?
Dioniso
dice di essere montato su Clistene, un noto invertito.
Poi
anticipa il miles gloriosus dicendo
di avere affondato 12 o 13 navi nemiche
Aggiunge
che leggeva l’Andromeda di Euripide
che è un idolo polemico di Aristofane e fa spesso la parodia, il travestimento
burlesco dei suoi versi. Andromeda esposta su uno scoglio marino come offerta a
un mostro viene salvata da Perseo che impietra il mostro con la testa di Medusa.
Dioniso sente il desiderio (i{meroς) di Euripide: gli manca (povqoς). Una
brama che lo divora.
devomai
poihtou' dexivou
(71), ho bisogno di un buon poeta.
Non
c’è Iofonte sulla terra? Chiede Eracle. Era il figlio da quale Sofocle venne
accusato di demenza paranoivaς krinovmenoς, . E perché non portare sulla terra
Sofocle?
Dioniso: no, prima devo vedere se Iofonte sa scrivere una tragedia da
solo. Poi Euripide è panou'rgoς e mi aiuterà a uscire, mentre Sofocle è eu[koloς sia da
vivo che da morto[2].
CONTINUA
Tocco Giovanna
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