copertina dell'album della band Prometheus Burning |
Il pneu'ma è sintesi di spirito e materia, è noero;n kai; purw'de", pensante e infuocato, e di per sé non ha forma ma si converte in tutto quello che vuole metabavllon de; eij" o} bouvletai, e si assimila ad ogni cosa (Stobeo[1], I 34, 26, SVF, II 1009)
Il cosmo non ha il vuoto che esiste
solo al di fuori di esso (to; ejkto;" kenovn). Cfr. viceversa Epicuro e
Lucrezio.
Gli elementi più pesanti si
raccolgono al centro dell’universo, il globo terrestre, alla superficie si
trova l’acqua, intorno c’è la regione dell’aria e più in su ci sono gli astri,
esseri animati che percorrono le loro orbite.
Per quanto riguarda le dimensioni e
le distanze degli astri, Posidonio seguì gli astronomi alessandrini Eratostene
di Cirene (295 - 215) pure filologo, poeta e prefetto della biblioteca
alessandrina, poi anche Ipparco di Nicea (II sec.)
Posidonio fece calcoli che talora
lo avvicinavano alla realtà più dei predecessori. Calcolò p. e, che la luna
dista dalla terra 2 milioni di stadi, 370 mila km.
Aveva coscienza che la terra è un
minuscolo punto dell’universo ma credeva si trovasse nel centro del cosmo dove
la materia si omprime maggiormente.
Tra gli elementi presenti nella
terra e nel cosmo, il fuoco che è l’elemento più forte e attivo, a poco a poco
avrebbe preso il sopravvento nella ejkpuvrwsi". Dopo la conflagrazione
il fuoco si sarebbe condensato in aria, acqua, terra e sarebbe nato un nuovo
mondo dai lovgoi
spermatikoiv le forze germinative razionali insite nella materia. (447).
La regolarità delle marèe gli parve
una prova sicura che la terra abitata è circondata dall’Oceano (come Ecateto e
diversamente da Erodoto).
Segnò la via a Colombo (“buscar el Levante por el
Poniente”) scrivendo
che dalla costa occidentale dell’oijkoumevnh, la terra abitata, si poteva arriva alli Indie
con vento di levante. Posidonio scrisse un’opera ampia: Dell’oceano e delle
terre ad esso adiacenti.
Si occupò di vulcani e di terremoti
che spiegò con dell’aria che circola nelle cavità della terra a talora, se
ostacolata, si apre a forza la via e provoca scosse nel terreno.
Scrisse che la terra vicina al
mezzogiorno come l’Arabia felice si riempie al massimo di pneuma grazie alla
forza vitale del sole e perciò produce molti esseri vari e belli. Con la luce e
il calore del sole congiunti all’umidità, la natura assume al massimo la forza
creatrice
L’uomo meridionale è più piccolo e
scuro del nordico, ha i capelli crespi, occhi neri, gambe gracili e poco sangue
a causa del caldo. Ha una voce più squillante, è agile come le serpi che vivono
nel suo paese.
Il nordico è più chiaro, alto,
pesante e coraggioso, energico del meridionale che è povero di sangue e più
scaltro. Il clima più favorevole è quello temperato dell’Attica, ma il popolo
predisposto a dominare il mondo è quello romano (p.453). Ci sono popoli diversi
che in origine erano un popolo solo come i Siriaci della sua patria (li chiama
anche Aramei), gli Arabi, gli Armeni (tra gli Armenidel sud si parlava
probabilmente l’aramaico), gli Assiri. Per questo Omero chiamava Etiopi tutte
le popolazioni del sud. L’etnografia dunque gli apparve come la scienz che
studia il differenziarsi di una realtà unitaria in fenomeni particolari.
L’atmosfera viene valutata 40
stadi, 7 km e mezzo. Questa trasmette alle stelle le esalazioni della terra
mentre le stelle ci mandano luce e calore
La luna ruota al confine tra aria
ed etere, ed è mista di aria e di fuoco (ajeromighv") e non riflette come i
corpi solidi i raggi solari ma li assorbe e li mescola con la luce propra..
Si trova al confine tra la regione
dell’aria e quella del fuoco, sicché ha un carattere pneumatico e per questo
esercita tanta influenza sulla vita della terra.
Plutarco scrive De facie in orbe
lunae(peri; tou'
ejmfainomevnou proswvpou tw'/ kuvklw/ th'" selehvnh") seguendo
la tesi dell’Accademia secoondo cui la luna è terra ed essa riflette la luce
solare.
Contrasta Posidonio ma ne assume
parti, se non altro per negarle.
Al di là della luna c’è la regione
del fuoco dove vivono i pianeti e più lontane le stelle fisse, esseri viventi
dotati di volontà propria
Il sole ha la preminenza.
Cfr Sofocle pavntwn qew'n
provmo" th;n..pavnta
bovskousan flovga oJ pavnta leuvsswn
{Hlio" suvsthma ejk qew'n
kai; ajnqrwvpwn kai; tw'n e[neka touvtwn gegonovtwn fuvsi" e{xi" fuvsi" yuchv ejpiqumhtikovn qumov", pavqo", kakiva ajkolasiva ajjkrasiva qumov". hjgemonikovnm, ī
Negli animali superiori, dall’istinto si sviluppano le
facoltà intellettive
C’è anche una successione graduale dal nitrito del cavallo, ai
suoni imitativi del pappagallo, fino al lovgo" proforikov", il logos
espresso dal linguaggio umano. In ogni arte umana c’è il logos che conta,
calcola, combina, vede i nessi causali, utilizza l’esperienza passata e prepara
sviluppi futuri.
Gli alveari delle api sono uguali tra loro e non saranno
diversi tra mille anni. Le arti umane sono diverse poiché non rispondono solo a
un bisogno immediato ma vogliono dare bellezza alla vita. Bellezza che è verità
(cfr,Keats Ode su un urna greca) che
è ristoro unico ai mali (cfr.Foscolo, l’Ode A
Luigia Pallavicini caduta da cavallo), che è giustificazione estetica
dell’esistenza e la salva dalla sapienza silenica (cf.Nietzsche, La nascita della tragedia). Vediamo
grandi diversità nelle architetture dei vari popoli
E’ laforza creatrice del logos che ha creato la civiltà
umana, non lo stimolo del bisogno come credeva Democrito (p.465)
L’individualità è ciò che caratterizza il logos umano
rispetto alle bestie
La tela del ragno non può essere imitata da alcun uomo:
“Non vides quam nulli
mortalium inimitabilis illa aranei textura (…)
Infatti Posodinio stesso scrive:”la
libertà e l’autodeterminazione sono inerenti al logos. L’intelligenza degli
animali è solo fusikhv,
ouj logikhv fuvsi".
Panezio aveva scritto che solo con il logos dell’uomo inizia
la sfera della moralità, in quanto l’uomo possiede la libertà e
l’autodeterminazione ed ha la responsabilità delle sue azioni.
L’uomo, a mezza strada tra bestia e dio, può decidere e deve
scegliere se essere bestia o dio. Posidonio scrive che l’uomo è infelice quando
non obbedisce al demone che porta nel suo petto, un demone dello stesso genere
di quello che governa il mondo, e si piega verso la sua natura animale
Allora ci lasciamo guidare da quanto di irrazionale, funesto
e non divino c’è nella nostra anima
Platone nel Timeo (90 c) scrive che è necessario sia soprattutto
felice quello che coltiva la parte divina qerapeuvnta to; qei'on, e conserva
ordinato il demone, il genio che gli abita dentro “e[contav te aujto;n eu\ kekosmhmevnon
to;n daivmona suvnoikon eJautovn”.
Dobbiamo correggere i circoli guasti della nostra testa imparando le
circolazioni e le armonie dell’universo.
CONTINUA
[1] Giovanni Stobeo,
originario di Stobi in Macedonia, vissuto nel V secolo. Scrisse un’Antologia, grande
raccolta di passi letterari estrapolati dal contesto come gnw'mai,
sentenze.
Giovanna Tocco
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