Sanatorium Valbella, intorno al 1915 (© Dokumentationsbibliothek Davos) modello per il sanatorio Berghof nel romanzo. |
Seguo la traduzione La
montagna magica di Renata Colorni, Mondadori, 2010.
I personaggi: Hans è il borghese ammaliato.
RicordaTannhäuser. Il cavaliere peccatore trattenuto da Venere nella Venusberg.
(Wagner, 1845)
Claudia è Venere, Persefone, Circe, Beatrice. E’ genius loci.
Settembrini rappresenta l’umanesimo, l’illuminismo, il
liberalismo, la scienza moderna, l’Italia del Rinascimento e del Risorgimento,
l’economia liberale
Naphta rappresenta il Medioevo, il Romanticismo, il
Comunismo, gli Ebrei dell’Est, la
Spagna cattolica, la Russia rivoluzionaria, l’Inquisizione, la
dittatura del proletariato.
Prologo
Numero 34 p. 15
Secondo capitolo
Della vaschetta
battesimale e del duplice aspetto del nonno (p. 29)
Figli e nipoti
guardano padri e nonni per ammirare e ammirano per imparare e perfezionare
quello che è già predisposto dall’ereditarietà. (p.36). Cfr. i legami di
sangue in Sofocle e in Euripide.
Cfr. Neottolemo nel Filottete
di Sofocle. Il figlio dello schietto Achille non può essere falso
III capitolo
Pudico rabbuiarsi p. 55
Prima colazione p.
59
Hans sentì con sdegno il rumore di una porta sbattuta p. 66.
E’ un segno cruciale, un segno del destino. Il segno cruciale opposto sarà il
tuono dell’ultimo capitolo intitolato appunto Il tuono.
I cugini incontrano i due medici.
Behrens-Radamanto dice che per essere pazienti ci vuole
talento mentre Joachim, questo mirmidone
qua, non ne aveva p. 67.
Radamanto è uno dei 3 giudici infernali del Gorgia di Platone, i Mirmidoni sono i
guerrieri di Achille nell’Iliade
Agamennone in Iliade
I, 180-181 dice ad Achille vai a casa, Murmidovnessin
a[nasse, sevqen d ’j egw; oujk ajlegivzw, regna sui Mirmidoni, di te non
mi curo.
Behrens, Radamanto dà un consiglio del tutto sine pecunia (p. 68) deve comportarsi
come il cugino, siccome ha una lieve forma di tubercolosis pulmonum (p. 68) (tuberculum
è unapiccola escrescenza)
IIICelia. Viatico.
Ilarità interrotta 69
Arriva Settembrini:
un bell’uomo, bruno dai baffi neri e ben arricciati, Si appoggiò al bastone in
atteggiamento aggraziato.
III Satana p. 81
Aveva l’espressione dell’uomo di cultura.
Tuttavia a Hans venne
in mente il misto di miseria e grazia di un suonatore d’organetto
Il modello è Ruggero Leoncavallo che Mann incontrò a Monaco
in gioventù (I pagliacci 1892).
Hans dice di non essere malato e Septem, come lo ha chiamato
Hans fa: “E’ sano, ed è solo ospite qui
come Odisseo nel regno delle ombre? Che audacia discendere nelle profondità
dove dimorano i morti privi di sensi e le ombre degli estinti” (p. 83).
Hans: “Ma se siamo saliti di 5000 piedi, la prego!”
S.:“Le è solo sembrato, fu inganno. Non è vero,
sottotenente?”
S.: “io sono un
umanista, un homo humanus e non
capisco niente di cose ingegnose come l’ingegneria” p. 86.
Ha scritto un necrologio di Carducci e cita l’Inno a Satana
che gli piace come Prometeo.
S. dice che la malignità è l’arma più splendida della
ragione contro la potenza delle tenebre e della bruttezza. La malignità è lo
spirito della critica che rappresenta l’origine del progresso e
dell’Illuminismo. (p. 89)
Quando Joachim ricorda il dovere della cura del riposo, S. cita Virgilio: dextera quae Ditis magni sub moenia tendit” (VI, 541), la destra va
sotto le mura del grande Dite.
E’ il momento del
trivio: hic locus est, partis ubi se via
findit in ambas (540)
Questo è il luogo
dove la via si divide in due parti:
la destra che tende
sotto le mura del grande Dite,
per di qua la nostra
via verso l’Elisio; ma la sinistra dei malvagi
mette in atto le pene
e all’empio Tartaro invia”. (540- 543)
S: Virgilio è poeta sommo: dispone di epiteti quali nessun
moderno possiede
Petrarca è invece il
padre dell’età moderna.
. l’umanista è sempre un pedagogo, un educatore in quanto egli è il depositario di una tradizione:
quella della dignità e della bellezza degli esseri umani. Il prete si era
arrogato la guida della gioventù in epoche cupe e misantrope. Sono un fautore del ginnasio umanistico.
La pedagogia prussiana dell’Ottocento propugnava il ginnasio
umanistico contro le scuole tecniche.
S. aveva pochi soldi e occupava una piccola stanza sul
retro.
III Lucidità di
pensiero (p. 93)
La sera a cena la porta a vetri di sinistra sbatté con
fragoroso tintinnio e Hans abbozzò una debole smorfia senza voltarsi senza
riuscire a stabilire chi si fosse servito della porta con tanta malagrazia. Le
regole della buona grazia europea e del buon gusto risalgono almeno in parte a Panezio, al circolo degli Scipioni e a
quella specie di galateo che si trova nel De
officiis di Cicerone. Poi a Quintiliano (condanna della mala adfectatio) e al Petronio degli Annales (XVI, 18, la sui neglegentia).
Molto di questo confluisce nel Cortegiano del Castiglione
(1524).
In sintesi estrema la buona educazione consiste nel rispetto
di sé e degli altri, nel nulla di troppo, nel senso della misura
III Una parola di
troppo (101)
Hans tornò sul balcone e cadde in un profondo torpore sgradevolmente animato dai battiti del cuore (cfr. il veternus)
Nell'età primitiva un gravis veternus
paralizzava l'attività umana: Virgilio
nella Georgica[1] I dà questa
spiegazione della genesi dell'età moderna: Giove
procurò agli uomini fatiche e angosce (curae
) in quanto non lasciò che il suo regno restasse paralizzato in un
pesante letargo"nec torpere gravi passus sua regna veterno
" (v. 124). Infine il lavoro ostinato vinse tutte le difficoltà: “Labor omnia vicit-improbus” (vv.
145-146). Il compito di Virgilio nelle Georgiche
in effetti è quello di celebrare il lavoro del bonus agricola.[2]
" Centrale è il concetto di veternus, una specie di pigra indolenza, un torpore che affliggeva
l'umanità nell'età dell'oro, e che avrebbe indotto Giove a introdurre il lavoro
nel mondo, per stimolare l'ingegno umano e rendere gli uomini attivi, vigile e
intraprendenti"[3]
.
Leopardi nella Storia del genere umano[4]
afferma che Giove in una fase della storia del mondo, quella successiva al
diluvio universale, con il quale “fu punita la protervia dei mortali”, impose
gravi oneri alla nostra specie, la quale bramava "sempre e in qualunque stato
l'impossibile", paradossalmente, perché non si estinguesse:"deliberò
valersi di nuove arti a conservare
questo misero genere: le quali furono principalmente due. L'una mescere la loro
vita di mali veri; l'altra implicarla in mille negozi e fatiche, ad effetto
d'intrattenere gli uomini, e divertirli quanto più si potesse dal conversare
col proprio animo, o almeno col desiderio di quella loro incognita e vana
felicità".
CONTINUA
[1]
Le quattro Georgiche costituiscono un poema didascalico
sull'agricoltura. Furono composte tra il 37 e il 30 a. C.
[2] “Il protagonista delle Georgiche-il paziente,
tenace agricola capace di coronare la
sua fatica con il successo-è anche un carattere non privo di ombre, e richiede,
anche lui, della vittime” . Tradotto dall’inglese di Gian Biagio Conte, Aristaeus, Orpheus, and the Georgics: Once
Again , in Poets And Critics Read Vergil, Yale University Press., n. 30, p.
205. Tale è Aristeo, e non farà meno
vittime il “pio”Enea.
[3]M. Bettini, La letteratura
latina, 2, p. 453.
[4]
Del 1824.
Giovanna Tocco
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