J.Cossiers, Prometheus |
Prometeo era stato il
primo umanista, identico a quel Satana cui Carducci aveva dedicato il suo inno.
Quel vecchio anticlericale aveva tuonato e lanciato i suoi strali contro gli Inni sacri del Manzoni, contro la poesia
dell’ombra e del chiaro di luna, contro
quella pallida monacella celeste, monacella lasciva ed infeconda (p. 231)
La letteratura non è altro che fusione di umanesimo e
politica (p. 232)
Infatti l’umanesimo è politica e la politica umanesimo.
Cfr. Il logos epitafios su chi non si occupa
di politica.
Tucidide, il
creatore della storia politica, l’autore che ha dato alla storiografia quella
svolta pragmatica la quale "è valsa ad affermare l'identificazione tra
storia e politica"[1], fa dire a Pericle:"movnoi ga;r tovn te mhde;n tw'nde metevconta oujk
ajpravgmona, ajll j ajcrei'on nomivzomen"
(Storie, II 40, 2), siamo i soli a
considerare non pacifico, ma inutile chi non partecipa alla vita politica.
Cfr. il mito di Prometeo nel Protagora di Platone.
nel Protagora
di Platone il sofista racconta che gli uomini commettevano ingiustizie
reciproche (hjdivkoun
ajllhvlou") in quanto non
possedevano l'arte politica (a{te
oujk e[conte" th;n politikh;n tevcnhn,
322b). Senza questa, che deve essere fondata sul rispetto e sulla giustizia,
gli umani si disperdevano e perivano: allora Zeus temendo l'annientamento della
nostra specie mandò Ermes a portare tra gli uomini rispetto e giustizia perché
costituissero gli ordini delle città: " JErmh'n pevmpei a[gonta eij" ajnqrwvpou" aijdw' te kai;
divkhn, i{n ei\en povlewn kovsmoi"
(322c).
L’eloquenza è il trionfo dell’umanità.
La parola è l’onore dell’uomo
Cfr. Gorgia l’Encomio
di Elena già citato
IV Il termometro (p. 235).
Hans osservava Joachim e notava quel corpo “completamente
brillo” che non voleva disintossicarsi. Sembrava un Apollo del Belvedere, ma fuori era malato: “la malattia rende
l’essere umano assai più corporeo, lo trasforma interamente in corpo” (p, 261)
Radamanto aveva sentito delle ipofonesi “in quella specie di otre di Eolo che tiene là dentro. A
Castorp.
Quinto capitolo
Eterna minestra e
improvviso chiarore p. 266.
V Dio mio, vedo!
297
Castorp si alza e torna ai pranzi e alle cene.
Viene considerato poco perché non è
un malato grave. Il giovane rispettava tale gerarchia rovesciata. Cfr. Acta retro cuncta di Seneca.
La profetessa Manto, figlia di Tiresia,
dirà:" Mutatus ordo est, sed nil propria iacet;/ sed acta retro
cuncta ( vv. 366-367) , è mutato l'ordine naturale e nulla si
trova al suo posto; ma tutto è invertito.
“Dimostrano di avere
scarsa cultura i viaggiatori che si fanno beffe dei costumi e dei valori dei
popoli che li ospitano” (p. 299) riflessione dell’autore che si addice a
Hans. Cfr. il relativismo di Erodoto.
Quando poté osservarla da vicino, Hans vide quel viso la cui
conformazione gli piaceva più di ogni altra cosa al mondo: una conformazione
straniera e piena di carattere - poiché solo l’estraneo ci sembra avere
carattere, di un esotismo nordico e misterioso che invitava a essere sondato.
Nella Retorica Aristotele dà questo
suggerimento: "bisogna rendere peregrino il linguaggio (dei' poie'n xevnhn th;n diavlekton),
poiché gli uomini sono ammiratori delle cose lontane" (III, 1404b).
Un'affermazione che
trova echi nello Zibaldone di Leopardi dove leggiamo:"le parole lontano, antico, e simili sono poeticissime e piacevoli, perché destano idee
vaste, e indefinite, e non determinabili e confuse"(1789). E, più avanti
(4426): "il poetico, in un modo o in altro modo, si trova sempre
consistere nel lontano, nell'indefinito, nel vago".
La metafora del resto
possiede in massimo grado chiarezza (to;
safev~), piacevolezza (to; hJduv)
e stranezza (to; xenikovn), e non è
possibile prenderla da altri (Retorica,
III, 1405a).
Gli zigomi premevano contro gli occhi e li rendevano un po’
obliqui e provocava la cavità morbida delle guance che provocava il turgore
delle labbra leggermente all’insù. Poi gli occhi chirghisi dal taglio
semplicemente incantevole, dal colore tra il grigio e l’azzurro, come le
montagne lontane,
Settembrini lodava
la Germania
dove era stata inventata la polvere da sparo che aveva ridotto la corazza
medievale a un pezzo da museo, poi la stampa
che aveva reso possibile la diffusione democratica delle idee, o meglio delle
idee democratiche. La tecnica in genere aveva
avvicinato i popoli e propiziava la loro unione universale. Il genere umano
proviene dall’odio e va verso la simpatia e la felicità.
Cfr. le critiche alle invenzioni di Prometeo (Eschilo,
Erodoto, Orazio, Mary Shelley, Leopardi).
Il Prometeo di Eschilo
si vanta di avere inventato tutte le tecniche ma riconosce di avere riempito
gli uomini di cieche speranze (v. 250?
“tutte le tecniche ai mortali derivano da
Prometeo” (v. 507)
Il consigliere aulico
visita i due cugini e li chiama Castore e Polluce (p. 314)
Pindaro Nemea X, la grande ode di Castore e
Polluce.
Ida trafisse Castore,
adirato per i buoi rubati dai dioscuri. Il fratello di Ida, Linceo, dal Taigeto
aveva visto i Dioscuri nascosti nel cavo di una quercia. Aveva l’occhio più
acuto tra i mortali. Castore morì, e Polluce ammazzò Linceo. Ida venne
folgorato da Zeus.”E bruciarono nella solitudine” (v. 73). E’ dura l’eris con i
più forti.
Polluce cedette parte della propria immortalità a Castore redento da alterna morte.
V Dio mio, vedo!
297
Castorp si alza e torna ai pranzi e alle cene.
Viene considerato poco perché non è un malato grave. Il
giovane rispettava tale gerarchia
V Libertà (322)
V Capricci di Mercurio
p. 330
A metà ottobre arrivò un’estate tardiva. Eppure i fiori dei
prati sommessamente dicevano la loro; i fiori primaverili-estivi non c’erano
più: rimanevano solo la genziana e il colchico dal corto gambo
(cfr. Gozzano “Forse vedendo il bel fiore malvagio/ che i fiori uccide e semina le
brume,/ le rondini addestravano le piume/al primo volo,
timido, randagio” La signorina Felicita,
387-390)
Non c’era più l’orchidea, l’orchis macula che ricorda la fertilità maschile. Cfr. o[rciς-ewς)
V Enciclopedia (p. 346)
Una certa magnanimità e una nobile semplicità inducevano Hans a parlare con il cuore in mano.
E’ la edle
Einfalt di Winckelmann (Pensieri
sull’imitazione dell’arte dei Greci in pittura e scultura, 1755 c’è anche
la quieta grandezza) ma T. M. usa noble,
che vuole definire la natura dell’anima greca la quale pur turbata in
superficie resta nobile e grande nel profondo.
Fare aspettare è un
grande potere nelle mani di chi è amato.
Aspettare divora
quantità di tempo senza che esse siano vissute o sfruttate come tali. E’ come
mangiare senza assimilare.
Aspettare significa
anticipare, significa considerare il tempo presente non un dono ma un ostacolo,
negare e annientare il loro peculiare valore, e nella mente sopravanzarli.
CONTINUA
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