sabato 22 aprile 2023

ARISTOFANE - "La pace". 33. La bella estate

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Il Coro torna al parlato. Uno dei coreuti interpellato sul da farsi risponde che gli piacerebbe bere mentre il dio irrora la semina con la pioggia, quindi chiede alla moglie di abbrustolire fagioli, frumento e tirare fuori i fichi secchi. La terra è ancora troppo bagnata pardako;n to; cwrivon per lavorarla (1148).
Quindi si portino da casa il tordo e i due fringuelli disponibili, poi del latte cagliato e quattro pezzi di lepre, a meno che ieri sera la donnola li abbia fatti fuori poiché si agitava. Se ci sono ancora, il servo ne porti tre e uno rimanga in casa per il vecchio padre. Poi il servo deve portare mirto con bacche, e si inviti a bere Carinade che sta  sulla strada. Insomma si è diffusa un’aria di festa e di benevolenza in seguito alla pace.
Quindi il coro canta l’antistrofe che traduco

E quando la sonora cicala
canta la dolce canzone
gioisco nell’esaminare
le viti di Lemno
se hanno già l’uva matura
Sono piante precoci.
E vedendo il fico selvatico
Gonfiarsi di polpa,
poi quando è maturo
lo mangio e lo offro
e nello stesso tempo dico. “Bella stagione!” e
mi trito e mi verso una mistura di timo
e poi divento robusto
in questo tempo di estate (1159-1171)
 
Per quanto riguarda le viti di Lemno nel VII canto dell’ Iliade  dopo il duello cavalleresco ta Ettore e Aiace e una tregua per bruciare i cadaveri dei caduti Achei e Troiani, e dopo la costruzione di un muro a protezione delle loro navi da parte dei Greci questi cenarono e giunsero navi cariche di vino che Euneo figlio di Giasone e di Issipile aveva mandato da Lemno (vv. 467-468).
 Gli Achei dunque fecero un ricco festino  ma di notte Zeus tuonò e allora verde terrore li prese
Bella stagione è l’estate ma ora l’uomo snaturato la rende brutta mefitica e dolente snaturandola con l’aria condizionata.
Non si può condizionare tutto in favore del lucro di pochi.

Poesie scelte: VINCENZO CARDARELLI, Opere (Milano, Mondadori 1981).

Estiva 1915

Distesa estate,
stagione dei densi climi
dei grandi mattini
dell'albe senza rumore –
ci si risveglia come in un acquario –
dei giorni identici, astrali.
Stagione la meno dolente
d'oscuramenti e di crisi,
felicità degli spazi,
nessuna promessa terrena
può dare pace al mio cuore
quanto la certezza di sole
che dal tuo cielo trabocca.
Stagione estrema, che cadi
prostrata in riposi enormi,
dai oro ai più vasti sogni,
stagione che porti la luce
a distendere il tempo
di là dai confini del giorno,
e sembri mettere a volte
nell'ordine che procede
qualche cadenza dell'indugio eterno.
 

Bologna 22 aprile 2023 ore 17, 04

p. s
Oggi non è freddo e ho potuto affrontare una salita erta senza tre chili di panni addosso, e fino a quando non verrà accesa l’aria condizionata non li riprenderò. Quel veleno gelido mi obbliga a vestirmi da inverno quando vado a fare la spesa o prendo il treno. Pur essendo cinofilo, al cine d’estato vado solo all’aperto.
Oggi dunque, lieto per il caldo e alleggerito, pedalavo su una salita superiore al 15%. Un automobilista mi ha gridato: “ Bravo!”. Poi però ha aggiunto: “è assistita la tua bici?”. Intendeva da un motorino. Ho risposto quasi offeso: “assolutamente no!”. Quindi l’anziano si è fatto perdonare con un “ Allora bravissimo!”.
 
Faccio una piccola aggiunta al post sul film di Moretti. Devo riconoscere all’attore che quando parla, seppure con accento romanesco, si sente e si capisce quello che dice. Di questo devo dargli atto e rendergli onore perché oggi quando dominano il caos, il guazzabuglio e la confusione fare intendere le parole dette è una forma di educazione rara.  Dedl resto Moretti vuole piacere al maggior numero possibile di persone.
 
Saluti gianni    

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