domenica 16 aprile 2023

ARISTOFANE - "La pace". 27. Arifrade. Chi era costui?

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I coreuti commentano la fortuna del vecchio vignaiolo che ora se la passa bene.
Mi andrà ancora meglio, fa Trigeo, quando mi vedrete numfivon lamprovn (849), sposo raggiante
Già - riconosce il coro - sarai giovane di nuovo au\qi~ nevo~ pavlin e spalmato di profumo –muvrw/ katavleipto~ (862)
Trigeo incoraggiato scende nei particolari: lo credo bene e poi quando stando con lei mi attacco alle tettine?
Il vecchio si aspetta che l’amante giovane trasfonda il suo sangue nel proprio.
Il Coro non lo smentisce: sembrerai più felice delle piroette di Carcino. Personaggio infamato più volte
Trigeo rivendica a sé il merito della pace: ho salvato gli Elleni salendo su uno scarabeo e i Greci ora lo devono a me se possono fottere e dormire in sicurezza- ajsfalw`~-kinei`n te kai; kaqeuvdein - (866-867).
Ristori della vita che la guerra non consentiva poiché invece essa rattrista e mortifica la vita.
Rientra il servo come messaggero di buone notizie: la ragazza è stata lavata bene e la parte delle chiappe è bella - hj pai`~ levloutai kai; ta; th`~ pugh`~ kalav- (868). Inoltre la focaccia è cotta, la torta di sesmo è impastata-tou` pevou~ de; dei` (870), solo l’uccello manca.
 
Molti anni fa dicevano le femministe dicevano che era guerrafondaio e lo associavano alla guerra; qui sembra invece uno strumento che serve per festeggiare debitamente la pace.
 
Trigeo dice che è ora di portare Teoria al consiglio.
Il coro domanda chi sia costei. La guerra aveva disabituato alle feste.
 
Trigeo spiega che è quella con la quale un giorno si faceva l’amore
andando a Braurone. Era un santuario non  lontano da Maratona. C’era un tempio di Artemide di cui rimangono dei resti. Vi si svolgevano delle feste
Il luogo è ricordato da Atena dea ex machina nell’esodo dell’Ifigenia in Tauride quando la dea dà le sue disposizioni
Ifigenia-ordina Stena- terrà le chiavi del tempio di Artemide nelle sacre praterie di Brauron (v1463) a sud di Ale. Lì morirà e sarà sepolta la figlia di Agamennone. “Riceverai ornamento dei pepli e i tessuti che le donne morte di parto lasciano nelle loro case” ujfav~, a{~ a]n gunai`ke~ ejn tovkoi~ yucorragei`~-lipw`s j ejn oi[koi~ (1466)-
uJfaivnw, tesso , yuchv e rJJhvgnumi , rJhvxi~, frattura
A Toante il re dei Tauri, Atena ordina di lasciare libee anche le donne del coro.
A Oreste ricorda che l’ha salvato con la parità dei voti e aggiunge che rimarrà la regola per cui verrà assolto chi riporterà parità di voti.
A Toante aggiunge su; mh; qumou`, Qova~ (Ifigenia in Tauride, 1474) non arrabbiarti.  La tauride corrispone all’attuale Crimea.
 
Il servo ammira e celebra anche il culo di Teoria: vale tanto quanto una festa quinquennale. Trigeo domanda al pubblico chi vuole prenderla e custodirla per la boulhv. Immagino che Aristofane si  aspettasse degli applausi. Ma poi Trigeo vede il servo che armeggia intorno a Teoria. Pare chr faccia dei disegni.  Il servo risponde che sta prenotando una tenda per il suo pene in vista dei giochi istmici di Corinto
Il vignaiolo torna a rivolgersi al pubblico dal quale nessuno si è fatto avanti per custodire Teoria. Ma poi uno alza la mano. Chi sarà ? Chi può essere? Ma è  il maniaco Arifrade che vuole con sé la ragazza,
Arifrade è uno dei personaggi più sbeffeggiati dalle commedie di Aristofane. Vediamo
Avverto i miei lettori che in questo pezzo non mancano parolacce né bordelli. Aristofane è fatto anche di questo.
Se temete di vergognarvi, saltatelo. Vi chiedo di non farmi una colpa del fatto che non censuro gli autori con pudiche aposiopesi come facevano alcuni insegnanti molto più puri di me, e anche assai più degni.
 
Nella seconda Parabasi dei Cavalieri (del 424)  Aristofane  scrive che non è il caso di prendersela con i poveracci, invece loidorh'sai tou;" ponhrouv", insultare i malvagi non è cosa odiosa, ma è un onore  che si rende alla gente perbene (timh; toi'" crhstoi'", 1275).
 
Segue un attacco al ponhro;"  jArifravdh"  (Cavalieri, 1280), l’infame Arifrade.
  jArifravdhς ponhrovς , anzi non solo ponhro;"  , ma pampovnhro", uno scelleratissimo che ha fatto anche una certa invenzione-ajlla; kai; prosexeuvrekev ti (1283)   :
th;n ga;r auJtou' glw'ttan aijscrai'ς hJdonai'ς lumaivnetai
ejn kasaureivoisi leivcwn th;n ajpovptuston drovson
Kai; moluvnwn th;n uJphvnhn kai; kukw'n ta;ς ejsceavraς (1283-1286)

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Inquina la propria lingua in turpi voluttà.
leccando nei bordelli il liquido sputato fuori
 imbrattando la barba e turbando le fiche (1283-1286).
Il corifeo dei Cavalieri conclude il discorso su Arifrade dicendo che mai berrà nella sua coppa  chi non schifa davvero tale uomo ( toiu`ton a[ndra mh; sfodra bdeluvttetai (1288).
   
Forse era  un commediografo, o un democratico discepolo di Anassagora.
Arifrade dunque è il Prometeo, il prw`to" eujrethv" del cunnilingus.
Arifrade  famigerato  viene sfottuto anche nella II parabasi delle Vespe (del 422) come quello che, con suo bell’ingegno, ha imparato da solo a lavorare di lingua glwttopoiei'n ogni volta che entra nei bordelli ( eijς ta; pornei'  j eijsiovnq  j eJkastovte, 1283).
 
Nella Pace  dunque Arifrade  ha chiesto di portargli Teoria. Ma Trigeo avverte che Arifrade si getterà su di lei e le succhierà tutto il brodo: “to;n zwmo;n aujth`ς porospesw;n ejklavyetai (ejklavptw , v. 885). Zwmovς era anche il brodo nero deglo Spartani.
Quindi Trigeo fa spogliare Teoria e la porta alla boulhv.


Bologna 16 aprile 2023 ore 21, 06 
giovanni ghiselli

p. s.
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