martedì 11 luglio 2023

R. Musil, L’uomo senza qualità. III. 18

La difficoltà di un moralista nello scrivere una lettera (pp. 795-800)
 
Ulrich pensava che quando siamo in contrasto con il nostro ambiente spieghiamo tutte le nostre forze, mentre nel fare semplicemente il nostro dovere ci comportiamo come quando paghiamo le tasse. Nel cosiddetto male ci comportiamo con maggiore fantasia e passione, nel presunto bene con grettezza e povertà di affetti.
 
A me è accaduto nella scuola e nell’amore, considerando bene il conformismo e male l’inattualità.
 
Agathe gli aveva detto che la gente “morale” è quasi sempre noiosa.
 
Morale come ordinaria dunque.
 
Hagauer era un uomo cattivo che si comportava alla maniera buona. Loro due erano buoni dal comportamento considerato cattivo.
 
I cattivi-buoni hanno una visione dove uccelli impagliati stanno su alberi senza vita, mentre i buoni-cattivi  pensano che palpiti ancora un po’ di vitalità morale nelle azioni considerate cattive dai più, non ancora logore come quelle considerate buone.
 
Ci sarebbe bene stato questo pensiero nel mio percorso su “Osare l’inattuale”.
Troverò il modo di usarlo perché in effetti ho tirato fuori tutte le mie energie-buone e meno buone- quando mi sono opposto al conformismo dei più: quelli secondo i quali ci si deve sposare, si deve insegnare il greco e il latino facendo solo grammatica sintassi e metrica e così via.
 
Ulrich ne deduceva che il mondo può scegliere se andare in rovina per la sua morale paralitica o per il suo immoralismo volubile.
I cattivi cattivi  sono pochi e i buoni buoni sono remoti come una nebulosa.
 
Mi vengono in mente l’onesto Giovanni decollato e il figlio di Maria crocifisso. Ma ce ne sono altri
 
Ulrich procedette pensando che la differenza tra il bene e il male perde ogni significato di fronte al piacere operato da un operare puro, profondo e spontaneo che può sprizzare come una scintilla tanto da eventi leciti quanto illeciti. I divieti della morale hanno una carica elettrica più forte che i suoi precetti.
 
Una volta prediligevo le vergini ma la donna che si è comportata con maggiore purezza e forza educativa nei miei confronti è stata Elena che era incinta si un altro.
Una peccatrice come quella del Vangelo cui Gesù promette la salvezza poiché ha amato molto
 
Agathe era una trasgressiva ed esercitava sul fratello una seduzione inebriante: trovava in lei una bontà appassionata, affermativa, attiva che poteva sembrare vizio davanti alle forme comuni e svuotate di forza che Ulrich attribuiva a se stesso.
 
Una civiltà declina, come una persona, quando la tensione interna si perde e non viene sostituita.
Ulrich era un credente che non credeva in nulla e pensava che la bellezza e la bontà degli uomini derivano da quello che credono non da quanto sanno.
Deve essere coltivata l’arte di elevarsi sopra il sapere.
Affermo con Euripide che il sapere non è sapienza (Baccanti, 395)
Fede non significa quel rachitico “voler sapere”
Ulrich scriveva alla sorella ma poi gettò via la lettera.  Quanto pensava e faceva gli parve ridicolo: “Come gettando uno sguardo fuori d’una finestra aperta  di colpo, egli sentì quello che in realtà lo circondava: i cannoni e i commerci d’Europa” (p, 800). Musil scrive di sé, del suo tempo e anche di noi e del nostro

Bologna 11 luglio 2023 ore 11, 56 
giovanni ghiselli

p. s.
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