lunedì 10 luglio 2023

T. Mann. I Buddenbrook. 1

Oltre questo autore troverete T. S. Eliot, Tolstoj, Musil, Shakespeare, Plutarco,
 Petronio, Giovenale, Svetonio poiché tutta la letteratura ha un'esistenza simultanea e compone un ordine simultaneo.  C’è anche un elogio del liceo classico.
 
 
T. Mann I Buddenbrook 1901
Inizia nel 1835 .  Antonie-TonyB.  figlia di Johann B. e di Betsy Kröger è una bambina di 8 anni, bionda e carina, di fragile costituzione, con gli occhi grigio-azzurri. Sarà la vestale e la parca della famiglia.
In questa “ricerca del borghese” (Lukács) Tony identificherà la borghesia con la vita.
 All’inizio del romanzo c’è un’immagine simbolica: Tony ricorda quando d’inverno scivolava con la slitta insieme ai fratelli giù per il monte di Gerusalemme. “Una volta preso l’avvio, così pensava, si aveva la stessa sensazione di quando, nell’inverno,scivolava con la slitta insieme ai fratelli giù per il “Monte di Gerusalemme”: c’era da restare storditi e non si poteva fermare neanche volendo” (Parte prima, capitolo I)
Cfr. T. S.Eliot The waste land  I The burial of the dead (vv. 14-18) . La terra desolata I La sepoltura dei morti.
My cousin’s, he took me out on a sled,
And I was frightened. He said, Marie,
Marie, hold on tight. And down we went.
In the mountains, there you feel free.
I read, much of the night, and go south in the winter,
Mio cugino mi portò in slitta,
e ne fui spaventata. Egli disse, Marie.
Marie, tienti forte. E andavamo giù.
Fra le montagne ci si sente liberi.
Io leggo gran parte della notte, e d’inverno vado al sud.
 
Questa discesa simboleggia e prefigura la decadenza della famiglia. Un indebolimento dovuto al prevalere della sensibilità sulla volontà.
Il medico dirà a Thomas, il fratello di Tony prima che muoia: i nervi, senatore, è tutta colpa dei nervi (p. 423)
All’inizio Johann B. il nonno di Antonie ha 70 anni e una moglie Antoinette  nata Duchamps che vestiva con semplicità e modestia: “Con l’andare degli anni i suoi lineamenti erano diventati stranamente simili a quelli del marito. Soltanto il taglio e il tono scuro e vivace degli occhi rivelavano un po’ la sua origine semiltina” era nata ad Amburgo ma il nonno discendeva da una famiglia della Svizzera francese (p. 4)
Il figlio di Johann era il console Johann e sua moglie era Betsy Kröger
In casa c’era una governante prussiana Ida Jungmann che si occupava anche dei bambini, Christian, Tony, Thomas, Clara (nascerà nel 1838)  e  Klothilde una cugina povera. Il padre, il console,  criticava Tony come oziosa, il nonno invece la difendeva. Tom e Christia tornarono da scuola
 
II capitolo p. 8   
I due ragazzi: “Thomas è una testa seria e quadrata; diventerà un commerciante; Christian era un bizzarro stravagante, pagina 8
 
Capitolo III
Il console Johann (Jean) ha un problema di interessi con il fratellastro Gotthold figlio del vecchio Johann e della prima moglie Josephine. Gotthold rivendica 11 mila talleri del capitale sociale.
 
Capitolo 4 I Buddenbrook si erano trasferiti in un palazzo costruito nel 1682 . L’avevano comprato da una famiglia impoverita e decaduta.
Il capo famiglia era come paralizzato e si lasciava derubare da un socio perché si compisse il destino dice il console Johann-Jean. Era premuto da una necessità inesorabile p. 13
Antoinette la nonna, racconta di un sergente di Napoleone che stava rubandole le posate d’argento ma viene fermato dal pastore il quale gli dice che non è onore quello che fa e, del resto, madame è quasi francese pagine 14-15
 
Capitolo V
Arrivano piatti luculliani un enorme prosciutto rosso mattone affumicato e bollito con una salsa di scalogno bruna e acidula e con tanta verdura, p. 16
Hoffstede mise in bocca un po’ di prosciutto patate e broccoli accuratamente combinati sulla forchetta.
 
Cfr. Musil sul formalismo della borghesia
 " Una casta dominante rimane sempre un poco barbarica (…) Erano invitati insieme in residenze campestri, e Ulrich notò che vi si vedeva sovente mangiare la frutta con le mani, senza sbucciarla, mentre nelle case dell'alta borghesia il cerimoniale con coltello e forchetta era rigidamente osservato; la stessa osservazione si poteva fare a proposito della conversazione che quasi soltanto nelle case borghesi era signorile e distinta, mentre negli ambienti aristocratici prevalevano i discorsi disinvolti, senza pretese, alla maniera dei cocchieri. Le dimore borghesi erano più igieniche e razionali. Nei castelli patrizi d'inverno si gelava; le scale logore e strette non erano una rarità, e accanto a sontuose sale di ricevimento si trovavano camere da letto basse e ammuffite. Non esistevano montavivande né bagni per la servitù. Ma, a guardar bene, c'era proprio in questo un senso più eroico, il senso della tradizione e di una magnifica negligenza! (L'uomo senza qualità , p.269).
 
Discutono su Napoleone: il console lo considera un mostro.
 
Anche Tolstoj: "un uomo senza convinzioni, senza consuetudini, senza tradizioni, senza nome, e che non è neppure francese". I suoi successi erano predestinati perché  potesse compiersi "il movimento di carattere militare dei popoli europei da oriente a occidente"[1]. Poi doveva esserci il movimento inverso, allora "improvvisamente, al posto di quei casi  e di quella genialità , che in modo così progressivo lo hanno guidato finora, con una serie ininterrotta di successi, verso lo scopo prestabilito, si profilano una quantità incalcolabile di casi  contrari, dal raffreddore di Borodino al gelo e alla scintilla che incendia Mosca; e invece della genialità , appaiono una stupidità e una viltà senza ragioni"[2].
 
Al console invece piaceva Luigi Filippo- Filippo Egalité- e i suoi ideali pratici. Fu re dal 1830 al 1848
Ma il vecchio Buddenbrook , il padre settantenne  del console non apprezza gli ideali pratici.
 
 
Liceo classico e altre scuole
 
Sentite  queste parole
“ Ideali pratici… No, non è roba che fa per me. Adesso spuntano gli istituti professionali e le scuole commerciali, mentre il ginnasio e l’istruzione classica diventano improvvisamente sciocchezze e non si pensa ad altro che a miniere…a industrie… e a far quattrini…Bene, bravi! Tutte belle cose. Ma a lungo andare diventano un po’ stupide…no? Non so perché io senta queste cose come un affronto” p. 17
Non sono mie queste frasi bensì del vecchio Johann Buddenbrook nel quinto capitolo della prima parte di questa “ricerca del borghese” che è il romanzo di Thomas Mann.   
I Buddenbrook è del 1901 ma la parte iniziale è situata nel 1835.
Condivido quanto dice il patriarca settantenne, a parte che non credo agli “ideali pratici” attribuiti agli “istituti professionali” e alle “scuole commerciali”.
Quando ero ragazzo queste erano scuole per studenti che non potevano permettersi il liceo classico per ragioni mentali, caratteriali o- del tutto ingiustamente- socio economiche.
La celebrazione che si fa ora di certe scuole dipende dal fatto che non insegnano lo spirito critico acquisibile con lo studio della storia, della letteratura e della filosofia.
 Il liceo classico viene sconsigliato proprio per favorire l’assenza di giudizio critico, detto con una tautologia.
Ma l’educazione, la capacità di parlare bene e lo stile di un ragazzo che frequenta un classico tuttora serio e nobilmente antico, si distingue. Quella impartita da un buon liceo classico è  l’educazione della gente distinta.
La  paideia classica dovrebbe venire estesa e resa gratuita per tutti quelli che sono volonterosi e capaci di assimilarla.
Se non avessi studiato i classici, i latini fin dalle scuole medie, poi anche i greci e altri autori europei fino a oggi, sarei rimasto indifeso rispetto alle mode, alle propagande, alle menzogne e probabilmente sarei stato reso più pazzo di Aiace, quindi la vergogna e il dolore mi avrebbero annientato. Continuo a celebrare i classici perché sono certo che un aiuto può venire da loro. Neanche  le più belle e fini tra le mie donne avrei incontrato e conosciuto meravigliosamente senza l’ausilio dei miei auctores.
Questi alleviano diversi pesi , compreso quello degli anni
Ovidio consiglia di imparare bene il latino e il greco, per potenziare lo spirito e controbilanciare l'inevitabile decadimento fisico della vecchiaia:"Iam molire animum qui duret, et adstrue formae:/solus ad extremos permanet ille rogos./Nec levis ingenuas pectus coluisse per artes/cura sit et linguas edidicisse duas" (Ars amatoria , II, vv. 119-122), oramai prepara il tuo spirito a durare, e aggiungilo all'aspetto: solo quello rimane sino al rogo finale. E non sia leggero l'impegno di coltivare la mente attraverso le arti liberali, e di imparare bene le due lingue. Il latino e il greco ovviamente. Senza con questo disprezzare altre lingue. Vi saluto con gratitudine
 
Torniamo alla cena sontuosa dei Buddenbrook, alla festa della inaugurazione della casa nuova, un palazzo. Siamo nell’ottobre del 1835 C’è una cugina povera magra e silenziosa che si ingozza: mangiava con l’avidità istintiva della parente povera alla mensa gratuita del ricco e sorridendo impassibilmente si empiva il piatto di cose buone, paziente e tenace, affamata e magra” 18
Quando le chiedevano se volesse altro cibo rispondeva sì preego! Stirando le vocali.
Hoffstede il poeta cittadino lesse dei versi celebrativi sull’ l’evento e sulla famiglia menzionando la bella Anadiomene-  hJ Afrodivth ajnaduomevnh- Venere che sorge dalle acque e si strizza i capelli-quella di Tiziano è del 1520. L’originale di Apelle (352-308) è ovviamente perduto. Apelle fu il poeta ufficiale della corte Macedone di Filippo II.
Il ritratto di Alessandro impugnante una folgore fu giudicato alla pari con Alessandro con la lancia dello scultore Lisippo che scolpì anche l’atleta di Fano
Nominando la bella Anadiomene il poeta rivolse un garbato inchino a Betsy Kröger, la moglie del console 20
 
 
Le grandi abbuffate 
Un capitolo dei Buddenbrook (I, 7)  di T. Mann. Giovenale e il Satyricon. 
La facoltosa borghesia mercantile dell’Ottocento e i liberti di età imperiale
 
 Christian   Buddenbrook si sente male dopo le “squisitezze” eccessive che ha mangiato. “Il piccolo Christian mandava lamenti da straziare il cuore”.
Il dottor Grabow gli sente il polso e rassicura la madre: “una piccola indigestione” da curare con un sonnifero, una camomilla e un cibo leggero. “Un pochino di piccione…un po’ di pane bianco”.
 
Il bambino non vuole nemmeno sentir parlare di cibo.
 Ma il dottore voleva dire ai genitori che il loro rito della tavola santa e ricolma di ogni ben di Dio non sarebbe cambiato: il piccolo Christian “Come suo padre, parenti e conoscenti , avrebbe passato i giorni seduto, mangiando quattro volte al giorno cibi così scelti e pesanti”. Il dottore non era l’uomo capace di capovolgere le consuetudini di tutte quelle brave famiglie di commercianti, amanti del benessere e delle comodità”.
Notare la contraddizione, rispetto a quel benessere, del bambino che sta male e soffre.
Ma il dottore non suggeriva mai diete rigorose.
Non erano mancate tra i suoi pazienti indigestioni seguite da colpi apoplettici. Però Grabow  “non era l’uomo capace di disprezzare il tacchino farcito. Quel prosciutto, per esempio, con la salsa di scalogno, era stato, corpo d’un cane, una vera squisitezza, e poi, quando già incominciava a mancare il fiato, ecco il budino di amaretti, di lamponi e di crema…proprio così”.
 
Commento
Ricordo che una volta vidi un ghiottone che si abbuffava di lasagne e non   uscì con le sue gambe. Vennero a prenderlo degli infermieri e lo portarono via disteso, poi lo caricarono sull’ambulanza.
Mi vengono in mente questi versi di Giovenale:
“quanta est gula quae sibi totos
ponit apros, animal propter convivia natum!
poena tamen praesens cum tu deponis amictus
turgidus et crudum pavonem in balnea portas
hinc subitae mortes atque intestata senectus (Satira I, 140-144), quanto grande è la gola che imbandisce per sé cinghiali interi, animale nato per i conviti?  La punizione però è pronta, quando tu ti togli le vesti gonfio di cibo e porti nel bagno  il pavone non digerito. Di qui morti improvvise e la vecchiaia senza testamento. Il funerale che segue riceve applausi falsi dai clenti adirati.
Nell’Antonio e Cleopatra di Shakespeare,   Enobarbo, l’amico di Antonio che in seguito lo tradirà, racconta a Mecenate  che loro in Egitto dormivano di giorno e della  notte facevano giorno bevendo and made the night light drinking (II, 2, 183)
Mecenate domanda se è vero che per colazione arrostivano otto cinghiali interi eight wild –boars roasted whole at a breakfast per 12 commensali.
Enobarbo risponde che questa era solo a fly by an eagle: we had much more monstrous matter of feast which worhly deserved noting     (II, 2, 184-187) una mosca di fronte a un’aquila: noi avemmo festini molto più mostruosi che meritavano davvero di essere notati.
Sentiamo Plutarco.
Antonio e Cleopatra avevano costituito un’associazione detta degli inimitabili, quelli dalla vita inimitabile-suvnodo"   jAmimhtobivwn legomevnh  (Plutarco,  Vita di Antonio, 28, 2) e ogni giorno si invitavano a pranzo a vicenda  facendo spese  incredibili e smisurate.
Il medico Filota di Anfissa raccontò a Lampria, il nonno di Plutarco, che aveva visto arrostire dai cuochi della reggia su`" ajgrivou" ojptwmevnou" ojktwv, otto cinghiali, e preparare numerose altre vivande. Allora aveva esclamato  che si meravigliava del gran numero degli invitati. Ma il cuoco si mise a ridere e disse che i commensali oiJ depnou`nte" non erano molti ajlla; peri; dwvdeka circa dodici ( Plutarco, Vita di Antonio, 28, 4-6)
 
In questa cena dei Buddenbrook  “il signor Köppen sentì il bisogno di slacciarsi due bottoni del panciotto; ma purtroppo non era possibile farlo perché nemmeno i signori anziani si permettevano una tale libertà”.
I liberti di Petronio erano più disinvolti.
 
Trimalchione dà un saggio della educazione di questa nuova borghesia libertina ricca, sfacciata e prepotente, lamentando i propri disturbi intestinali e dando licenza a tutti di non badare troppo all'etichetta con il trattenere le flatulenze:"alioquin circa stomachum mihi sonat, putes taurum. itaque si quis vestrum voluerit sua re causa facere, non est quod illum pudeatur. nemo nostrum solide natus est. ego nullum puto tam magnum esse tormentum quam continere. nemo nostrum solide natus est " (Satyricon 47), del resto intorno allo stomaco ho dei rumori, un toro, fate conto. Se qualcuno di voi volesse fare i suoi comodi, non ha di che vergognarsi. Nessuno di noi è nato senza fessure. Io penso che non ci sia tormento tanto grande quanto trattenersi.
Ho riferito queste frasi sgradevoli poiché trovano una corrispondenza  nella Vita di Claudio di Svetonio:"Dicitur etiam meditatus edictum, quo veniam daret flatum crepitumque ventris in convivio emittendi, cum periclitatum quendam prae pudore ex continentia repperisset " (32), si dice pure che avesse preparato un editto con il quale concedeva licenza di emettere flatulenze e crepiti di ventre durante la cena, avendo saputo che un tale aveva corso pericolo in seguito al fatto di essersi trattenuto per la vergogna.
 
Bologna 10 luglio 2023 ore 11, 39 
giovanni ghiselli
 
 
 


[1]Tolstoj, Guerra e pace , p. 1697.
[2] Guerra e pace , p. 1701.

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