venerdì 14 luglio 2023

R. Musil, L’uomo senza qualità. III. 18-19

Musil,
L’uomo senza qualità, Parte terza 18 parte conclusiva

Gli uomini che vivono tra commerci e cannoni non possono accordarsi per una navigazione giudiziosa. La storia dell’umanità si era sviluppata swnza progresso “sempre con spreco come se la mano di un rozzo giocatore scaraventasse su una tavola” i beni della vita umana e le stesse vite degli uomini. Gli sembrò che tutti i sofismi fossero sommamente innaturali poiché l’uomo semplice avvezzo alla luce del sole tende sempre la mano verso la cosa più vicina e non si pone altro problema se non quello di osare o non osare un determinato gesto.
I sofismi che si fanno e le azioni conseguenti corrispondono al gesto di chi si taglia un arto o due perché ora si fanno delle protesi meravigliose.
Ulrich sebtì l’importanza della sorella. Le aveva indicato la via del dire sì alla vita e alla morale e Agathe gli aveva teso la mano. Magari per capriccio. Gli aveva chiesto se credesse in quanto diceva e lui la aspettava lei per darle una risposta che ancora non era pronta.
Telefonò Walter che lo investì con “un flusso di parole affastellate” 801.
Come quelle che ci investono adesso da questa televisione controllata dove chi dà le notizie viene indotto a bofonchiare le parole in maniera incomprensibile. Ulrich ascoltò indifferente e cortese. Invaso dalla confusione lacerò il foglio di carta sul quale aveva cominciato a scrivere alla sorella.
 
Musil, L’uomo senza qualità, Parte terza 19. Verso Moosbrugger parte iniziale
Clarisse vuole incontrare Moosbrugger . La donna il marito Walter , il profeta Meingast stavano mangiando intorno a una zuppiera piena di ravanelli, mandarini, mandorle tostate, prugne secche di Bosnia una “cena squisita e sana” Non so se Musil sia ironico, ma me pare senz’altro una cena sana.
Le persone civili si distinguono dalle altre anche per la dieta. Quelli delle abbuffate sono i liberti del Satyricon e la gente di tal genere.
Era presente ma un poco appartato il fratello di Clarisse. Nella faccia smorta della sorella “naso, bocca e occhi apparivano come crepe in una terra arida” mentre “gli stessi tratti nel volto di Siegmund avevano le linee molli e un po’ cancellate di un terreno erboso (…) il suo aspetto non aveva perso quanto quello di Clarisse il carattere borghese”.  
Questo paragonare i tratti del volto umano ad aspetti della natura fa parte di quella assimilazione dell’uomo e ancora più delle donne alla madre terra e ai suoi parti che abbiamo trovato diverse volta nei testi antichi.
 
Si pensi che Saffo  per  nobilitare un uomo lo paragona a un vegetale:""A che cosa, caro sposo, posso paragonarti con efficacia?/ A un giovane ramo flessibile ti paragono precisamente (" o[rpaki bradivnw/ se mavlist j ejikavsdw", fr. 127 D. ).
 
Siegmund dunque dice che la sorella, se vuole visitare Moosbrugger, deve avere un permesso. Per impetrarlo bisogna che il dottor Mengast vada alla Legazione Svizzera perché avevano inventato che Clarisse era forestiera. Tutto viene continuamente complicato da questo tipo di persone.
Ora Musil fa dell’ironia attribuendo a Siegmund la sfacciataggine di chiedere del tempo prezioso a un filosofo. Poteva abbattersi la folgore sul piatto dei ravanelli, e invece il grande uomo accolse la proposta con benignità “e sbatté gli occhi come un’aquila che tollera accanto a sé un passerotto” p. 803.


LINK AL CAPITOLO SEGUENTE: Giovanni Ghiselli: R. Musil, L’uomo senza qualità. III. 19. 2. Verso il regno millenario

Bologna 14 luglio 2023 ore 12 
giovanni ghiselli

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