sabato 15 luglio 2023

T. Mann. I Buddenbrook. 2

Decadenza di una famiglia. 
Parte I
 
Capitolo VIII
Gli uomini passano nella sala del biliardo. Parlavano dell’Unione doganale. Il console Buddenbrook ne era entusiasta. Lo Zollverein o Unione doganale tedesca fu  attuata nel 1834, durante la Rivoluzione industriale, per creare un miglior flusso commerciale tra 39 stati della Confederazione tedesca e per ridurre la competizione interna.
 Voluta dalla Prussia. Non tutti i giocatori erano d’accordo. Köppen, un negoziante di vini,  la considerava un’invenzione prussiana cui Amburgo non poteva cooperare, ma aveva sbottonato il panciotto ed era di ottimo umore p. 25
 
Capitolo IX
La serata è finita e gli ospiti se ne vanno. Köppen ringrazia l’ospite per la gran mangiata che ha fatto e domnda: “e il mio vino rosso da quattro marchi ti sembra dunque conveniente?”.
Anche Trimalchione elogia il proprio vino nella cena del Satyricon: una volgarità colossale fuoriesce dalla bocca di questo signore in rosso quando viene portato un vino  etichettato come vecchio di cento anni, "Falernum Opimianum[1] annorum centum". L'anfitrione dunque batté le mani ed esclamò:"eheu…ergo diutius vivit vinum quam homuncio. quare tangomenas faciamus. vita vinum est. verum Opimianum praesto. heri non tam bonum posui, et multo honestiores cenabant" (34), ahimé…dunque  il vino vive più a lungo dell'omuncolo. perciò facciamo baldoria. è vita il vino. per giunta vi offro dell'Opimiano. Ieri ne ho messo in tavola di meno buono e avevo a cena gente di maggior riguardo.
 
Il console  Johann-Jean rimase un poco davanti alla porta finché tutti se ne furono andati. Poi si volse al frontone grigio del suo palazzo e i suoi occhi si volsero alle parole scalpellate sopra l’ingresso in caratteri arcaici: Dominus providebit.
 Siamo ancora nella fase ascendente di questa borghesia.  Ma seguirà una svolta  nella generazione seguente.
Compaiono   già del resto le prime inquietudini. Gotthold il fratellastro del senatore ha scritto una lettera al padre nella quale lo accusa di spietatezza per avere quasi diseredato il figlio maggiore, figlio di primo letto.
Gotthold protesta “con tutto il senso di giustizia del cristiano e dell’uomo d’affari” p. 28.
Il vecchi Johann non vuole nemmeno parlare di questo conflitto.
Il figlio e socio, il console Jean dice che non sa quali pesci pigliare. Il padre accusa Gotthold di avidità di denaro. Il vecchio parla con il figlio buono e biasima il cattivo per un matrimonio- mésailliance. 
La nipotina Tony per evitare siffatto matrimonio, da ragazza rinuncerà all’amore e prenderà due pessimi mariti
Il console dice di essere oppresso per questo rapporto con il fratellastro. Tuttavia dice al padre che loro devono essere felici per aver portato la vita e la famiglia a un livello in cui le si tributano riconoscimento e rispetto. Però questo contrasto con il fratellastro e primogenito del vecchio capofamiglia è “una crepa segreta nell’edificio che abbiamo costruito con l’aiuto benevolo di Dio… Le famiglie devono tenersi unite , babbo, devono tenersi strette, altrimenti il male bussa alla porta”.
Poi fa dei conti e suggerisce al padre di non cedere perché il fratellastro potrebbe chiedere altri soldi ancora. Fuori c’era maltempo quando si spense l’ultima fiammella e i due andarono a dormire p. 30
Simbolico è lo spengimento della fiammella. Ne giro di alcuni anni ne seguirà la luce spettrale delle parole conclusive di Tony che ora è una bambina e  alla fine del romanzo, cinquantenne di aspetto ancora giovanile  dirà nel momento del compianto funebre del nipote adolescente Hanno: “ Tom, il babbo, il nonno e tutti gli altri, dove sono ora? Non si vedono più, Oh è dura e triste!”
“Dopo ci si rivede”, disse una
E Tony: “Dio mi perdoni, si comincia a dubitare della giustizia, della bontà…di tutto. La vita, voi sapete, frantuma tante cose nel nostro cuore, delude tante volte la nostra fede…Rivedersi? Fosse vero!”(p. 484 l’ultima del romanzo)


Bologna 15 luglio 2023 ore 11, 38
giovanni ghiselli

p. s.
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[1] Risalirebbe all'anno del consolato di L. Opimio, il 121 a. C. Una data sicuramente fasulla come le citazioni letterarie di Trimalchione.

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