domenica 16 luglio 2023

T. Mann. I Buddenbrook. 3. Affari e matrimoni

T. Mann I Buddenbrook.
 Parte II capitolo 1. Affari e matrimoni
 
Siamo verso la metà di aprile del 1838 con una primavera precoce. Una   domenica mattina alle nove, c’era un sole brillante e alcune vocine di uccelli si davano risposte argute nell’aria pregna di aromi freschi. Insomma c’è un’atmosfera edenica. Il console scriveva che alle 6 di mattina la moglie Elisabeth nata Kröger aveva dato alla luce una bambina cui al santo battesimo sarà imposto il nome di Clara. Era nata lievemente prematura tra forti dolori della madre. Il console scriveva parole piene di pietas e devozione . “Sì, o Signore, voglio cantare le tue lodi in eterno!.
Pensava di essere stato protetto diverse volte quando da ragazzo aveva rischiato di morire per un incidente o una malattia.
Ma l’autore nota una crepa in questa soddisfazione: “Per essere sinceri, quell’unione non era stata proprio quello che si dice un matrimonio d’amore. Suo padre gli aveva battuto una mano sulla spalla e aveva richiamato la sua attenzione sulla figlia del ricco Kröger la quale portava alla Ditta una dote cospicua; lui era stato cordialmente d’accordo e, da allora, aveva venerato sua moglie come la compagna affidatagli da Dio”.
 Affari e religione si conciliano nell’etica protestante.
Il console leggeva delle pagine manoscritte con la storia della famiglia. Suo padre, Johann, aveva amato la prima moglie Josephine per un anno dopo il quale lei era morta di parto mettendo al mondo Gotthold. E il padre aveva visto in questo primo figlio l’infame distruttore della sua felicità. Si vede subito che in questo gevno~ ci sono dei tarli. In seguito il vecchio patriarca aveva sposato Antoinette  Duchamps figlia di amburghesi ricchi e cospicui. I due erano vissuti con pieno rispetto e reciproche attenzioni.
Il padre dell’attuale patriarca e nonno del console era venuto a Lubecca e aveva fondato il loro commercio di granaglie.
Tra le esortazioni lasciate ai discendenti emergevano queste parole in grosse lettere gotiche accuratamente miniate e incorniciate: “ Figlio mio, dedicati con ardore agli affari durante il giorno, ma combina soltanto quelli che ti consentano di dormire tranquillamente la notte” p. 35.
A parer mio qui c’è una contraddizione insolubile: se si combinano affari puliti, difficilmente questi saranno affari vantaggiosi poiché per avere successo nel mondo non limpido degli affari è necessario il cinismo; se si ricava grande profitto dagli affari, questi non possono essere puliti.
 Le contraddizioni  non consentono sonni tranquilli.
Nella cartella di cuoio c’era tanto altro: da polizze a poesie a lettere d’affari. Si bene calculum ponas, negotium ubique est.
 Quindi il console andò nella stanza della moglie con la bambina. Il nonno della piccola disse che assomigliava alla nonna che si schermì “modestamente” dicendo che era prematuro parlare di somiglianze. Eppure è probabile che una bambina assomigli al padre e che questo assomigli alla propria madre, quindi la bambina alla nonna paterna. Antoinette quindi ricorda al figlio l’ora della chiesa e questo dice che aspettava i ragazzi i quali entrarono in punta di piedi per riguardo alla sorellina e perché prima di entrare in chiesa ci vuole un poco di raccoglimento. Quindi baciarono la mamma  e si avviarono alla chiesa con il babbo che aveva preso il libro delle preghiere.
Questa è una borghesia dal modus vivendi permeato di buona educazione e rispetto almeno all’interno del gevno~, tra i membri della famiglia.
Tuttavia  ciascuno di loro non sente di dovere rispetto a se stesso: il padre, il nonno, poi i figli obbedienti, Tony in primis, mettono l’interesse della ditta davanti al proprio e sposano, si ammogliano o maritano con persone che non amano,  però sono da sposare in quanto ricche o credute tali. La considerazione del conveniunt mores ,i caratteri si confanno, combaciano, è posposta alla vera o presunta convenienza affaristica. Del resto il matrimonio è anche un contratto e non dovrebbe essere svantaggioso. A quello che ho visto non poche volte lo è, almeno nei termini della felicità.
Fine del capitolo II, 1.

capitolo seguente: Giovanni Ghiselli: T. Mann. I Buddenbrook. 4
 
Bologna 16 luglio 2023 
giovanni ghiselli

p. s.
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