Il mese di aprile
dell’anno di nostra salvazione 1981.
L'otto aprile
dovevo tornare a scuola di pomeriggio, per una riunione senza costrutto con
i colleghi delle mie materie.
Ci stavo andando
di malavoglia: il Binghetti senza allievi era un luogo di alienazione totale.
In via Nazario Sauro però mi venne incontro Ifigenia con un sorriso vivo nel piccolo
volto abbronzato che spiccava su una camicia di colore bianchissimo e molto aderente al seno grande e
bello. Tornava dalla palestra di danza, ma non pensava al ballerino
Gennaro, anzi, aveva anticipato l'uscita per passare davanti al nostro
Istituto nel tempo probabile in cui dovevo entrarci io. Voleva vedermi.
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Voleva piacermi.
Oh sì mi piaceva assai la ragazza, e mi fece piacere. Aveva dato un
significato a quella mia uscita pomeridiana altrimenti folle. La sera nel
letto, per riconoscenza, le raccontai una fiaba: "C'era una volta un re
innamorato della propria figliola".
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"E la
regina?", domandò .
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"Morta",
risposi.
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Ifigenia era nuda,
distesa sul lenzuolo scoperto, e mi fissava con
gli occhi spalancati. Lanciò un gridolino di contentezza battendo le
mani. Cara creatura, matta, figliola, monella[1].
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Il 9 aprile fu una
giornata di caldo quasi estivo. Andammo in bicicletta all'osteria di S.
Pietro, quella delle due vecchiette simpatiche. Ifigenia era gradevole come
una dea.
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Ci stendemmo su un prato. Disse: "Sempre così
dobbiamo stare insieme: festosi e felici, in armonia e buona salute,
nell'aria aperta e ravvivata dal sole, come due amanti pagani".
Pensavamo di avercela fatta.
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Il giorno dopo
aggiunse: "Farò tutto quanto tu potrai volere da me. Devi essere fiero e
contento di questa offerta poiché con gli altri invece io assecondo sempre il
mio spirito di contraddizione".
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Mi venne in mente
Päivi che una sera remota, a Debrecen, disse: "Facciamo quello che
preferisci tu". Io non osavo decidere, per timore che la mia scelta non
le fosse del tutto gradita, e glielosignificai .
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Allora la più
intellettuale tra le mie donne mi biasimò: "Sbagli a rifiutare una
facoltà che ho attribuito a te solo; io agisco e reagisco contraddicendo i
luoghi e le persone comuni. Spero tanto che tu non sia una cosa del
genere". Non ho mai amato esercitare dominio sulle persone, ma ho
sperimentato che una donna perde un po’ della stima riposta nell'uomo, se
questo non sa usare il potere che lei gli
concede sopra se stessa.
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Il 14 aprile
chiesi a Ifigenia di commentare la nostra giornata di amore e sangue
mestruale: il 6 giugno del 1979. Volevo provare a raccontarla per inserirla
nel nostro romanzo. Scrisse: "Il
sole, un muro grigio, il sangue: l'accordo ".
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Il 15 Stefania
passò da Bologna. Andava a cercare emozioni malate dal suo amante: Pompeo di
Crevalcore, un perfetto cretino semianalfabeta secondo lei stessa. Faceva un
caldo precoce. La vecchia amica era
stremata e più commediante che mai. Pensavo che, se avessi perduto Ifigenia,
anche pure sarei diventato stanco e vago
di emozioni malsane: era il contatto giornaliero con la bella, vivacizzante
creatura a fare di me un uomo teso verso qualche cosa di grande.
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Il 16, tornato a
casa di notte dopo un dì passato a confortare la zia Tina depressa, trovai
questo biglietto:
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"Amore mio, sono tanto felice di stare
insieme a te perché tu sei una grande persona, un uomo buono, intelligente, e
con il tuo esempio, la tua educazione mi hai resa migliore. Oggi andando in bicicletta su per la "salitaccia" ti ho sentito
profondamente come il padre mio spirituale. Mi piace molto fare delle cose
con te, e questa estate spero che andremo insieme a Delfi, a pregare per il
nostro Destino. Ti amo tanto per come tu sei, per la tua diversità profonda e
umana, che è la tua forza e la mia. Sono felice. Spero di rivederti assai
presto e nell'attesa ti bacio. Ti adoro mio amore. La tua fedele amata Ifigenia ".
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Meno di due mesi
più tardi, l'istrione briaco, l'osceno, vecchio gradasso, il sarcastico
guitto, l'avrebbe convinta che questi suoi sentimenti e due anni e mezzo di
vita con me, valevano meno che
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copulare una
volta con lui.
giovanni ghiselli
P. S.
Il 31 gennaio
questo blog compirà un anno. Con questo pezzo raggiungerà e sorpasserà i 130
mila lettori. Vi ringrazio tutti.
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