28 maggio dopo le elezioni
Gli oppressi sono la mia
patria e il mio partito, gli oppressori i miei stranieri e il mio antipartito
Ai
fragorosi flutti del gridare di Grillo si è opposta l'antica muta, immobile
scogliera del destino italico
Ora
Grillo deve salire su quelle rocce esposte alle onde che sgorgano dalla magica
fonte della giovinezza renziana
e deve elaborare il turbine
degli applausi che sale da tutte le parti in lode del vincitore
Grillo non deve sparire nei vortici
duri della necessità, ma affrontare una metamorfosi in fascinosa sirena dal
dolce canto
Arriverà per tutti noi il giorno
del mare calmo, disteso nei giacigli
meridiani senza vento della bonaccia estiva.
Allora gioiremo danzando con le
Nereidi durante le notti allietate dagli innumerevoli sorrisi del mare che
riflette la luna e tutte le stelle
I bambini obesi allevati da madri
troppo protettive e da padri eunuchi-come Cambise e Smerdi, figli di Ciro il
Vecchio- dovrebbero prendere esempio dagli eroici ciclisti del giro d'Italia
che ieri hanno scalato il Gavia e lo Stelvio sotto la neve.
Sebbene io sia oramai più uno studioso che un ciclista scalatore, mi
piacciono più questi eroi di Ernesto Galli della Loggia, e sebbene ancora
piuttosto mulierosus che sordido anacoreta, mi piace più Quintanana della pur
belloccia, e pure lei vincente, Alessandra Moretti.
Lo studio delle lettere antiche dà la
coscienza amorosa della bellezza del mondo e della dignità razionale della
persona umana.
Renzi deve togliere il troppo e il
vano da quanto dice. Fare una battaglia contro la propria retorica in favore
dell'essenziale
Ai politici bravi non si addice
dilungarsi ma dire soltanto quello che la situazione richiede. Altrimenti la
gente si stanca. Date retta!
Una civiltà decade e finisce quando
le persone colte smettono di mettere al mondo dei figli e solo gli ignoranti si
riproducono
Noi-altri, noi pochi e poco
fortunati- non ci riproduciamo per il disgusto che ci ispira la volgarità
generale dovuta al genocidio culturale perpetrato da decenni di malgoverno
Le teste vuote fanno calcoli vani: kenà kenoì logìzontai (Polibio, XXVIII,
16, 11)
giovanni ghiselli
Ieri questo blog ha superato i 150
mila lettori. Hoc erat in votis.
Ringrazio ciascuno di voi lettori carissimi e
figli secondo lo spirito (kata; th;n yuchvn). g.ghiselli@tin.it
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