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martedì 2 dicembre 2014

Twitter, LXXI antologia

Il vaccino. Renzi. Napolitano. La pena di morte. Vespa vaccinato durante la sua trasmissione


A proposito di risparmio sulle pensioni: come mai l'infermiera killer dell’ospedale di Lugo è stata lasciata libera di ammazzare decine di pazienti  vecchi  per ben due anni?
Un pensionato che finisce in certi ospedali è seriamente a rischio.

Da un paio di giorni non si parla più del vaccino killer. Gli sciacalli stanno distraendo l'attenzione con altre  storie orribili.

il vaccino Killer ammazza ancora, ma quel luminare della Lorenzin giura: "l'influenza ne uccide di più". Le automobili, il cancro pure, aggiungo. Dunque vaccinatevi spensieratamente: il vaccino infatti è un killer buono: fa pochi morti, e vecchi pensionati per giunta. L'influenza è assai più cattiva. La guerra poi!
Ma la guerra la fanno i droni che dopo tutto ammazza gente inutile, anzi dannosa secondo la propaganda.

I nostri presunti governanti quando si incontrano con i gestori del capitale e della  finanza tirano giù la lingua e scodinzolano.

Caro Renzi, figliolo, monello, vero è che sei pio e casto come Enea, o come i boyscout di una volta, io però  ti preferirei libidinoso, lussurioso e dissoluto fino al libertinaggio estremo,  ma più capace di concretezza. Il potere che hai tu non è potenza. Se lo fosse, chiacchiereresti di meno e faresti di più.

 Il prossimo Presidente della Repubblica dovrebbe ereditare tutte  le virtù davvero olimpiche di Napolitano cui suggerisco comunque di non vaccinarsi.   

La pena di morte in vigore negli Stati assassini è una macchia per l’intera umanità. Il sangue di un uomo solo, o di una donna, uccisi da un loro simile è un crimine troppo grave per tutti i secoli e per tutta la terra.

Vespa che si fa pungere in tv e iniettare non sappiamo che cosa, non è una nemesi, ma il segno evidente del fatto che il vaccino è un business colossale, dai lucri smisurati.
E' anche una questione di potere. Ad alcuni evidentemente quel farmaco non ha fatto bene, ma chi lo produce “deve” continuare a venderlo, secondo la logica mostruosa del Capitale.

A proposito di farmaci, Elena, nel IV canto dell'Odissea getta nel vino un fármakon appunto, quale antidoto al dolore, all'ira, e oblio di tutti i mali (vv. 220-221).
L'aveva preso in Egitto la cui terra produce fármaka, molti dei quali buoni (esthlá)  e, misti con quelli, molti cattivi (kaká) (v. 230).


giovanni ghiselli


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