martedì 16 maggio 2023

Un corteggiamento quasi perfetto

Una pagina perduta in copisteria... Segno che non era perfetta. L’ho rifatta più bella 

Elena a un tratto scostò la testa dalla mia mano, ma lentamente e gurdandomi con occhi luminosi di pathos, come se mi chiedesse, speravo, di accarezzarle il cuore, ossia, più realisticamente, il seno opulento invece dei capelli corvini. Mi osservava con uno sguardo espressivo di simpatia mista di apprensione che presi per impazienza del mio ritardare.
Io intanto pensavo. “Ci innamoriamo di una persona quando riconosciamo in lei uno dei nostri miti. Elena per me significa la donna perfetta, completa, quella per cui non è nemesi impiegare tutte le proprie forze, e mi fa venire in mente pure la mamma tanto bella quanto lontana e irraggiungibile. Voglio arrivare a lei, scavalcando tutti gli ostacoli. Devo fare pressione  su questa reincarnazione della figlia di Zeus e sulla natura perché mi riveli i suoi propositi arcani”
Quindi le domandai: “Perché mi trovi intelligente? Forse qualche cosa capisco però non credo di avertelo già dimostrato”
“Io l’ho compreso da quello che dici, da quello che non dici, da come ti muovi, da come mi sei riuscito simpatico. Tu sei diverso dagli altri, da quelli che giocano con il cuore delle persone e cercano di ingannrle con le menzogne.  Ho notato subito che tu sei fuori posto con loro. Per questo mi sei piaciuto. Poi ho gradito il tuo corteggiamento intelligente e la mia stima è cresciuta.  Forse non dovrei dirtelo, ma comincio a provare sentimenti forti e profondi per te”
Pensai che era giunto il momento di allargare la fenditura che avevamo  aperto nella zona convessa del primo incontro. Dovevo consacrare l’ipotesi del concubitus con il mito dell’uscita dalla caverna o del’amore che fa spuntare le ali elevando gli amanti nella luce iperurania della vera realtà.
Ero davvero convinto che il  Fato voleva il nostro connubio se lo aveva inserito, come sembrava, nella serie delle cause che, pur attraverso difficoltà e travagli, conducono alla felicità, alla forma di devozione più alta, alla pietas vera.
Sicché ricominciai: “Io credo che sia stato un demone buono, un destino favorevole quello che ci ha fatto incontrare e ci spinge all’amore: probabilmente tu ed io siamo due spezzoni, metà e segni di riconoscimento di una persona una volta completa, poi dimidiata perché troppo forte, come racconta il personaggio Aristofane nel Simposio di Platone. Se ora ci uniamo di nuovo, recuperiamo quell’interezza di cui sentiamo entrambi la nostalgia struggente e raggiungeremo una felicità di poco inferiore a quella divina.  Sento che se accoglierai il mio amore, Elena cara, non mi mancherà nulla nella vita e non potrò più fallire. Con te diventerò più contento, più buono e più reale. Se anche tu senti questo per te e per me, non opporti a questo sentimento buono. Sarebbe come spengere una di quelle luci lassù, come negare l’ordine e l’armonia dei circuiti celesti.

Bologna 16 maggio 2023 ore 19, 06
Giovanni ghiselli

p. s.
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