giovedì 24 luglio 2025

Denaturare naturam


Denaturare naturam

 

 

Sofocle, Antigone, Primo Stasimo.

 

Seconda strofe. vv. 353-364

L'uomo ha imparato a organizzarsi e a difendersi da tutti i nemici, tanto interni quanto esterni, ma non ha mai trovato  un rimedio risolutivo contro la morte .

E la parola, e pari al vento il/pensiero, e a regolare gli istinti con le leggi/della città ha imparato, e a fuggire/degli inabitabili geli gli strali a cielo scoperto/e gli scrosci delle piogge terribili/con ogni risorsa; senza risorse per niente va/verso il futuro; da Ade soltanto/non potrà procurarsi lo scampo;/eppure da malattie immedicabili ha escogitato/vie di uscita".-

 

Seconda antistrofe

vv. 365-383

La tecnologia può essere guidata verso il male e pure verso il bene; l'uomo è grande nella città se trova l'armonia con l'universo e gli dèi, bandito dalla città è quello estraneo al bello morale. Il coro prende distanza da costui..

vv. 365-367. Possedendo  il ritrovato della tecnologia,/ che è un qualche sapere- sofovn ti-, oltre l'aspettativa/ora si volge al male, ora al bene".-

 

Nel discorso finale del film di Chaplin The great dictator (1940), il barbiere, sosia di Hynkel-Hitler, scambiato per il grande dittatore deve parlare alla folla con parole  che legittimino e anzi esaltino la prepotenza del tiranno, presentato  come il futuro imperatore del mondo dal ministro della propaganda Garlitsch-Goebbels. Ebbene il piccolo grande uomo non rispetta la parte che gli hanno assegnato e dice di non volere comandare su nessuno, ma aiutare tutti. Poi continua così: “Our knowledge has made us cynical, our cleverness hard and unkind. We think to much and feel to little. More than machinery we need humanity. More than cleverness we need kindness and gentleness”, la nostra conoscenza ci ha resi cinici, la nostra intelligenza duri e scortesi. Noi pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più che di macchinari abbiamo bisogno di umanità. Più che di intelligenza abbiamo bisogno di bontà gentilezza.

 

vv. 368- 375:" e le leggi della terra unendo/e degli dei la giurata giustizia/è grande nella città; bandito dalla città è quello con il quale /coesiste la negazione del bello morale- to; mh; kalo;n-, per la sfrontatezza tovlma" cavrin:./Non mi stia accanto sul focolare/né sia uno che ha lo stesso pensiero/chi compie queste azioni.

 

Sofocle condanna il la sfrontatezza che giunge a negare bellezza e bontà  e arriva  a calpestare il kalovn, la bellezza: quella morale e naturale  prescritta dalle norme delfiche. L’ybris dell’uomo teso a violentare la natura arriva a snaturarla. Ma è una pretesa che porta all’espulsione dalla comunità politica e umana  l’uomo  inquieto e inquietante che cerca di sottomettere la natura snaturandola.

Ora per esempio si uccidono i bambini in cerca di cibo. Il movente di tale crimine è l’avidità di potere e la sete di sangue. Così si ammorba la terra con il mare e il cielo. Fino alla catastrofe che  confuta i violenti.

 

Villa Fastiggi,  25 luglio 2025   ore 7, 15 giovanni ghiselli 

 


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