Andammo a
casa mia, questa è proprio l'ultima scena, ci spogliammo
ancora una volta, ci ritrovammo nudi e bramosi nel letto, e
facemmo l'amore con gusto. Forse avremmo trovato un nuovo
equilibrio, da istrioni quali eravamo entrambi, nei ruoli moderni di amanti non possessivi o amanti-amici che dire si voglia.
Oppure in quelli di Musa-poeta. Durante una
pausa, mi domandai quando avrei incontrato una donna
autentica che avrebbe consentito anche a me di non recitare. Me lo
domando anche oggi, iam senior, sed
cruda mihi viridisque senectus 1. Quando
ver veniet meum ? 2. Dopo eravamo
allegri. Come la prima volta che avevamo fatto l'amore, nel
novembre de '78, forse anche di più, perché nel frattempo le
cose erano diventate più chiare. Eravamo più
autentici in exitu. Verso l'una,
tardi ma non tanto da compromettere il lavoro della mattina
seguente, la riportai a casa sua e tornai nella mia dove per anni avrei
dovuto scrivere il capolavoro facente epoca. Poi si sarebbe
visto. Non c'era fretta. Il ritardare appunto è epico. Misi la sveglia alle
nove per correggere la prima e iniziare la seconda pagina di
questo grande lavoro, fiume epico che sta sfociando nel mare dopo
diversi decenni. Nel pomeriggio sarei andato a scuola per gli
scrutini, quindi in bicicletta sul monte Donato, oppure a correre i cinquemila
metri al campo sportivo Baumann. La sera sarei tornato a
prendere Ifigenia per rivedere con lei quanto avevo scritto di nuovo, ripassare l'Antigone, cercare
un poco di fresco e fare l'amore. Congedo Mi congedo
da quanti hanno letto questa mia lunga lezione scritta, rispondendo
ad alcuni dubbi che essa può avere suscitato. Ovviamente
devo immaginare e scrivere anche le domande presunte. Prima domanda: "A
chi dedico 3 quest'opera mia nel momento in cui la
concludo?" A tutte le
persone che me l'hanno ispirata e vi sono entrate. Alle amanti, le
consanguinee, i consanguinei, le alunne, gli alunni, le amiche, gli
amici, i conoscenti vivi nella mia mente in questi decenni
passati scrivendo e pensando a quanto dovevo scrivere. In
particolare però alle donne che hanno
creduto in me incoraggiandomi
prima a vivere poi a scrivere: "namque vos solebatis meas esse aliquid putare nugas" 4 Seconda domanda: "Quale delle femmine umane presenti qua dentro, diverse donne
grazie a Dio, e donne diverse, quale ho amato di più?” Quella che
considera se stessa la più amata di tutte. Oggi credo
però che avrei potuto amare senza riserve né dubbi soltanto una figlia mia. Terza domanda: “Perché ho
raccontato una storia prevalentemente amorosa? I malevoli ignoranti anzi la giudicheranno soggettiva e licenziosa, perché racconta i baci e talora
perfino li conta” 5. Costoro non si intendono di letteratura, né
di bellezza.
Chi non è completamente cretino o corrotto sa bene che il nostro romanzo tratta soprattutto di amore, ma anche di educazione,
sia mentale sia fisica, di scuola, di morale, di natura, di cultura e di politica. Quarta domanda: Perché ho
messo in chiusura l'aspetto politico? Per
evidenziarlo Per
significare che la politica nel nostro paese non è più decisa dalla
maggioranza degli aventi diritto al voto e non si adopera per il bene comune.
La politica sta scomparendo dalla vita di tante persone: giovani che fissano
il cellulare, adulti idolatri interessati solo alle menzogne diffuse dalla
pubblicità e dalle propagande, suggestionati dalle bugie spacciate per dogmi
religiosi. La vita senza politica non
è umana. La distanza tra il palazzo e la piazza è cresciuta
di molto rispetto a quella denunciata da Guicciardini 6. Gli arcana imperii sono sempre più segreti
e il quidam de populo può parlare consapevolmente
soltanto di pochi fatti di cui ha esperienza. Molti però
sanno pensare criticamente, dedurre o
immaginare. Alcuni leggono ancora e ricordano le buone letture. Sanno
parlare. Il pensiero e l’immaginazione
non possono essere annientati senza
annichilire l'umanità. Nonostante tutto sono rimasto ottimista come mi
vedeva Päivi; sono convinto che le donne
e gli uomini, come disse Elena augusta , non sono soltanto materia, e credo che
l'anima del mondo è il bene; sono certo che tutto prima o poi tende e arriva
al bene. Infatti se il male potesse prevalere, l'umanità si sarebbe già
estinta, e io non avrei scritto questo romanzo per amore
dell'umanità.
Villa Fastiggi, 29 luglio 2025 ore 9, 30 giovanni ghiselli
p. s. Siete già tanti miei cari lettori. Quarantaquattro
anni di fatiche umanamente spese non sono andati perduti. Voi, quanti siete,
avete maggiore importanza di qualsiasi premio letterario, compreso il Nobel.
Non me lo offriranno mai , e se lo facessero lo rifiuterei. Omero non ha
avuto altro riconoscimento che quelli dei suoi lettori. Quando arriverete a
due milioni se sarò ancora vivo, sarò diventato il pesarese Omero e l’aedo di
Debrecen come mi chiamava Fulvio, l’ottimo amico. Questa storia ricca di casi è finita . Ora posso procedere con
l’aggiunta di alcune altre scene successive e correlabili a queste già
scritte. Poi cercherò un editore
capace di farmi leggere, se non sarà un editore illuminato a cercare
me. In tanti del resto mi avete già letto sul blog che ora vi aggiorno Voi molti, voi fortunati molti, voi schiera di fratelli.
p.p. s.
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Note 1 Cfr. Eneide, VI, 304, già piuttosto vecchio, ma gagliarda e verde la mia vecchiaia. Nell’Eneide si tratta di Caronte (deo invece di mihi), il traghettatore infernale 2 Cfr. Pervigilium Veneris, v. 89, quando verrà la mia primavera? 3 Cfr. Catullo, Carmi, 1, v.1. 4 Infatti voi eravate soliti pensare che le mie bagattelle valessero qualcosa. Cfr. Catullo, Carmi, 1, vv. 3-4. 5 Cfr. Catullo, Carmi, 5, 7-10:"Da mi basia mille, deinde centum,/dein mille altera, dein secunda centum,/deinde usque altera mille, deinde centum, dein, cum milia multa fecerimus...", dammi mille baci, poi cento, poi altri mille, poi ancora cento, poi senza fermarti altri mille poi cento, poi, quando ne avremo sommate molte migliaia… 6 “Spesso tra il palazzo e la piazza è una nebbia sì folta o uno muro sì grosso che, non vi penetrando l'occhio degli uomini, tanto sa el popolo di quello che fa chi governa o della ragione perché lo fa, quanto delle cose che fanno in India" (Ricordi, 141).
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