Il primo
aprile andammo a vedere Casablanca in un
cineclub. La piccola sala era gremita di giovani che mi fecero venire
l'angoscia. Comunicavano
a furia di spinte, di urli, di rutti, di parole e luoghi
comuni triviali. Riaccompagnando Ifigenia a casa dissi: "mi
strazia vedere una gioventù incapace di parlare e perciò violenta. L'afasia
iraconda di questi pezzenti mentali prelude a tempi pazzi, forse a una
tirannide dell'incultura e dell'intrallazzo, o addirittura ai massacri
feroci dell'intolleranza." Quella non
mi capì e rispose: "Gianni, non fare di nuovo tali discorsi
vani; non dire parole così poco belle che spesso preludono ad azioni brutte;
rimani allegro come nei momenti migliori di questi ultimi giorni!". “Io sto
pesoffrendo sventure incombenti”, risposi, poi però le promisi
che avrei cercato di essere lieto con lei. Mi sentivo
minacciato dal caos e circondato dal nulla. Pensai ancora una
volta che per conservare qualcosa dell'ordine aggredito dal
guazzabuglio, dovevo scrivere un grande romanzo che denunciasse e accusasse il trapasso da una cultura non priva di
bellezza e altruismo all'ignoranza fondata sull'egoismo parassitario quale
prodromo di guerre e massacri. Villa Fastiggi, luglio 2025 ore 22,07 giovanni ghiselli p. s, Statistiche
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Già docente di latino e greco nei Licei Rambaldi di Imola, Minghetti e Galvani di Bologna, docente a contratto nelle università di Bologna, Bolzano-Bressanone e Urbino. Collaboratore di vari quotidiani tra cui "la Repubblica" e "il Fatto quotidiano", autore di traduzioni e commenti di classici (Edipo re, Antigone di Sofocle; Medea, Baccanti di Euripide; Omero, Storiografi greci, Satyricon) per diversi editori (Loffredo, Cappelli, Canova)
martedì 22 luglio 2025
Ifigenia CCXXXVII Il rischio di ridursi a essere soltanto corpo.
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