Come immaginavo terminando la seconda parte di questa
tetralogia che arriva ora al conclusivo dramma satiresco, la ministra non ha
detto niente che non fosse prevedibile.
Non sono in grado di verificare la verità o il mendacio di
quasi tutte le sue affermazioni.
Una nota di ipocrisia tartufesca però la devo segnalare a
chi mi legge.
La Cancellieri
ha detto quasi testualmente che nessuno più di lei avverte come profonda
ingiustizia la disparità di trattamento tra quanti possono rivolgersi al
ministro della Giustizia e quanti non possono. A parte che è stata lei stessa a
rivolgersi al suo amico congiunto della prigioniera, e non il contrario, la proba mulier potrebbe porre un facile e
sicuro rimedio a questa colossale disparità facendo avere i suoi numeri di
telefono e il suo indirizzo di posta elettronica a tutti i sessantamila
carcerati d’Italia.
Se lo farà, sarà una persona coerente e credibile,
altrimenti verrò costretto a sospettare che oggi questa Signora abbia inscenato
una commedia recitando la parte della donna irreprensibile e ingiustamente
accusata di essere proprio il contrario di quello che è.
Mi dispiace Eccellenza, ma non ci casco, poiché, si parva licet, io quando tengo una
lezione, o una conferenza, e vedo che quanto dico interessa il pubblico,
fornisco a tutti almeno il mio indirizzo di posta elettronica, in modo che chi
lo desidera può scrivermi, domandare spiegazioni o chiedermi di mandargli
l’intero percorso preparato, e altro di mia competenza che possa interessare.
E, appena leggo la posta, rispondo.
Tutto questo gratis e non senza amore di quello che faccio e delle persone per le quali
lo faccio, tutte quelle che sono interessate alla cultura così brutalmente
stuprata dalla classe politica.
Lei, mi perdoni la franchezza, non mi sembra altrettanto
gratuita e disponibile in quello che fa.
La saluto
giovanni ghiselli
g.ghiselli@tin.it
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