NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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sabato 23 novembre 2013

La responsabilità



 
Sento l’esigenza di un pensiero denso, in grado di dare salvezza e  capace di scendere nel profondo, come un sommozzatore, con occhio vigile e non ebbro.
L’ebbrezza peggiore è quella di chi accetta i luoghi comuni senza spirito critico, senza lucidità.
I politici abbarbicati alle  loro poltrone  dicono che tengono in piedi questo governo per senso di responsabilità.
Una litania abusata fino alla nausea di chi le ascolta.
Un uomo eletto dal popolo deve sentire il dovere della responsabilità  nei confronti di quello che aveva promesso per farsi eleggere. Insomma deve rispondere ai suoi elettori.
Invece tanti politici si appellano alla responsabilità per avallare porcherie e crimini, come fa Apollo nelle Eumenidi di Eschilo: il dio di Delfi difende il matricida Oreste dicendo che si prende la responsabilità di averlo spinto ad ammazzare Clitennestra.
Così l’assassino della madre viene assolto dal tribunale ateniese dell’Areopago. Questo è il tema di una tragedia, ma ci sono stati personaggi della storia che hanno imitato questo figlio snaturato, pensando alla sua assoluzione dovuta alla autorevole difesa di Febo Apollo. Nerone fece ammazzare Agrippina, poi si dilettava a recitare la parte di Oreste, il matricida assolto dal senso di responsabilità del dio appunto.  
Renzi e Civati avevano detto con forza che avrebbero votato o fatto votare  in un modo. Poi hanno fatto il contrario di quanto avevano promesso. Ero arrivato ad approvarli, ma mi hanno tradito.
Così hanno perso credibilità, e non solo ai miei occhi.
Io non rispondo positivamente al senso di responsabilità di chi contribuisce a mantenere in un governo, del resto non privo di altre pecche e omissioni, una signora dichiaratamente amica  di  una gens condannata da giudizi di tribunali italiani, sentenze criticate e biasimate  da questa cosiddetta ministra della giustizia.
Il coro dell’Edipo re, nel secondo stasimo, canta: "Non andrò più all'intangibile / ombelico della terra[1] a pregare, / né al tempio di Abae, / né a Olimpia, / se queste parole indicate a dito/ non andranno bene a tutti i mortali" (vv.897-902).
Io, se le cose non cambieranno, non andrò più a votare un partito che si rende complice di tali intrighi clientelari se non addirittura mafiosi. E come me che sono un quidam de populo, faranno centinaia di migliaia di Italiani, ne sono certo. Un partito politico che fa sbagli del genere, errori prima di tutto politici, non è sostenibili da parte di chi ha un minimo di raziocinio.
Certi parlamentari credono di abbindolarci con le loro ciance, ma noi della polis siamo meni idioti di come credono e vorrebbero loro.
La mia prima responsabilità dunque è dovuta alla mia coscienza e alla coerenza che devo e voglio tenere davanti a quanti mi leggono in questo blog e mi ascoltano nelle mie conferenze. Tanti saluti dunque per ora a Renzi, Civati e compagnia bella!
Ripensateci giovani pseudo leoni e ravvedetevi”!
Mi fate rimpiangere i vecchi Togliatti, Nenni e pure De Gasperi, poi Berliguer e il povero Moro così brutalmente lasciato assassinare.
Questo per la gioventù che sbandierate in ogni momento.
Per quanto riguarda il rampante re degli animali al quale vorreste assimilarvi, voi e i vostri linguacciuti cooptati, vi siete comportati, invero, da pecoroni evirati votando per l’assoluzione del  clientelismo peggiore, una delle piaghe italiche antiche e in suppurazione da tempo.  Le cose da noi funzionano male proprio perché i raccomandati, i cooptati dagli usurpatori delle poltrone prevalgono sui preparati, sui bravi, sugli onesti. Così non sia più, se volete il mio voto. Usate la giovane età e la lucidità che vi rimangono, per rimediare.

giovanni ghiselli


P. S. Il blog http://giovannighiselli.blogspot.it/   nel frattempo è arrivato a 118728


[1] Delfi, con il santuario di Apollo.

3 commenti:

  1. Sbriciolata ora è la Pace (puoi leggere, Concordia, Civiltà, Bene Comune)
    Dall'arido vento del potere,
    ramoscello d’ulivo spezzato
    dal tempo dell’attesa inaridito.
    Nelle pallide foglie accartocciate
    timide speranze e ombre deluse

    con affetto
    Adriana

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  2. io è da un pezzo che non voto PD, e dopo l'arrivo di giovanotti che sembravano voler cambiare le cose, ritiro i miei pèensieri di un rinnovamento dovuto della classe politica. Questi non rinnovano niente e in più mancano del carisma dei passati. Andrò a votare alle elezioni ma annullerò la scheda, probabilmente...
    Povera Italia!
    Meddalena

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