Socrate Scuola di Atene di Raffaello |
Secondo
atto.
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Scena
unica
|
Il Preside. La classe.
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Preside. Un uomo non bello, nemmeno
piacente, anzi piuttosto
|
sgradevole.
|
Effettivamente voi senza esame non potrete
accedere
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all'Università.
|
Lasciate perdere i ricordi e guardate al
futuro: avete davanti un
|
corso di studi più elevato, e professori
dagli intenti più limpidi.
|
Perché dobbiamo dirla una buona volta questa
benedetta verità:
|
voi nell'ultimo biennio avete seguito un
corso immorale.
|
Ho sentito, senza volere, mentre passavo
casualmente di qua,
|
alcune
parole della vostra strana, incresciosa, opprimente lamentela: volevo
|
retrocedere, poiché non mi piace avere
l'aria di ascoltare mentre
|
mi avvicino e non intendo; tuttavia alcuni
nomi sospetti di quella
|
cantilena fastidiosa, mi hanno indotto a
proseguire, francamente
|
controvoglia, fino alla vostra presenza. Ed
eccomi qua in mezzo a
|
voi. Ospite, immagino, non troppo gradito.
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Ebbene, io vi dico chiaro e tondo: non posso
tollerare che nella
|
mia scuola si leggano autori scelti con il
criterio e il gusto
|
dell'immoralità. E' una storia vecchia di
due anni: quando presi la
|
doverosa decisione di mettere ordine qua
dentro, il sobillatore
|
vostro commentava il Satyricon in
una terza liceo di ragazze, il
|
Simposio in seconda, e il canto di Nausicaa in prima. Come
|
vedete c'è sempre il sesso nella testa di
quell'uomo che vi plagia. Il
|
sesso e la politica: mi risulta che ha
scritto articolacci dove si
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legge che per vedere chiaro nelle stragi,
bisognerebbe togliere il
|
segreto di Stato. Senza contare il
torbidume erotico di cui mena
|
vergognoso vanto.
|
Io certe porcate non le ammetto, perché
sono padre di famiglia e so
|
quanto facile è turbare la sensibilità
inquieta degli adolescenti.
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Sicché, appena arrivato, cercai di ripulire
la scuola da tanto
|
marciume, ma non potei arrivare al repulisti
definitivo poiché
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quello aveva l'appoggio degli studenti e
dei genitori plagiati;
|
tuttavia riuscii a sottrargli due classi
sbattendolo in una quarta
|
ginnasio: la vostra. Speravo che si sarebbe
vergognato di trattare
|
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|
sesso e politica in una classe di
quattordicenni; invece colui ha
|
rincarato la dose: al Satyricon completamente
guasto, al Simposio
|
pericolosamente ambiguo, al sesto canto
dell''Odissea interpretato
|
con malizia, ha osato aggiungere le laidezze
sovversive che
|
stavate rievocando or ora con la vostra
nenia triste e spudorata.
|
Freud, Svevo, Joyce, Kafka, Mann, Proust,
non mi curo di leggerli
|
poiché non mi sento attirato dalla putredine
morale dell’arte degenerata e della
|
decadenza estrema; però se i punti cruciali
sono quelli raccolti per caso dal
|
mio orecchio: pansessualismo, giustizia,
vizi, topi affogati nella birra, allora
|
il ginnasio F non è piegato al mio volere,
ma si lascia indirizzare
|
da quella brutta persona, da quell’
estremista, e immondo donnaiolo per giunta, sulla via raccapricciante
dell'anarchia
|
politica e della trivialità pseudoculturale.
|
Studentessa.
|
Non è vero Preside, lei è informato male.
Ghiselli è prima di tutto un uomo che studia, e impara e sa raccontare, senza
leggere nei fogli o nei quaderni vecchi di decenni come fanno i suoi
colleghi.
|
Preside
|
I miei informatori, docenti, segretari ,
bidelli, sono persone serie,
|
precise, e mi hanno riferito le sconcezze
che sono state dette in
|
questa classe; lerciume che il vostro lamento
opprimente del resto
|
conferma. Sapete che cosa vuol dire
pansessualismo? Tutto sesso,
|
tutto sesso. E giustizia? Vergognosa
polemica sociale. Alcuni di
|
quei libri li ho letti; non sono poi tanto
disinformato: il Simposio
|
contiene un'apologia dell'omosessualità; il Satyricon
è la bibbia
|
della corruzione, e dopo tutto anche il
Seneca morale del vostro
|
bel giustiziere, bastonava a sangue gli
schiavi. No, certi scandali
|
non li tollero più; quel sobillatore lo
manderò via, e pure voi, se
|
manterrete questo atteggiamento, sarete
smembrati.
|
Studentessa.
|
Sì come Penteo dalla madre e dalle zie
baccanti, o come Atteone dai cani.
|
Preside.
|
Volete insegnarmi qualcosa? Io non ho
niente da imparare.
|
19
|
Studentessa.
|
No, infatti. Lei no. Io però a questo punto
capisco che non si tratta
|
più di una faccenda personale tra lei, un
docente buono e uno
|
cattivo: ora la questione è politica, ed io
ne voglio parlare alla
|
classe, anche se lei non è più capace di
imparare.
|
Preside.
|
Come ti
permetti? Stai peggio?
|
Studentessa.
|
No. Sia gentile e mi lasci parlare. Oramai
non solo la nostra classe,
|
ma tutto l'Istituto, anzi tutto il paese,
sente un bisogno profondo di
|
pulizia morale e di intelligenza
efficiente. Noi abbiamo lavorato
|
efficacemente nel senso della moralità;
ecco perché rifiutiamo i
|
sistemi mafiosi che penalizzano
l'intelligenza morale.
|
Preside.
|
Non è vero. Tu menti.
|
Studentessa.
|
Lei dice
"non è vero".
|
Io affermo, e non mento, che il suo non è
un giudizio perché lei non ha seguito
|
il nostro lavoro: l'abbiamo invitata diverse
volte, ma ci siamo
|
sempre sentiti rispondere che l'atmosfera di
questa classe non le è
|
congeniale.
|
Avrebbe potuto in ogni modo verificare il
valore anche
|
specificamente scolastico del nostro
studiare dai compiti scritti che
|
le sono stati regolarmente consegnati. Ora
faccio un tentativo
|
estremo contro la sua ostinata volontà di
non capire, e le spiego la
|
sostanza del nostro impegno. Spero che il
mio rendiconto valga
|
più dei sospetti scatenati dai pettegolezzi
insistenti delle spie,
|
quasi un constans rumor
|
da impero tacitiano.
|
Le mie affermazioni non sono sospette
siccome non hanno
|
speranza di lucro di fronte a lei e agli
attuali docenti; anzi, so bene
|
20
|
che se non riuscirò a convincerla, non avrò
vita facile in questo
|
istituto e forse dovrò andarmene, ma sono
disposta a correre il
|
rischio: una scuola che elimina persone
desiderose di imparare,
|
che annoia e mortifica invece di vivacizzare
le menti, che
|
annebbia le coscienze invece di trarre luce
dal fumo, non è degna
|
di essere considerata un luogo di
educazione, né di essere
|
frequentata.
|
Preside.
|
Queste sono le parole di una persona
plagiata.
|
Studentessa.
|
Non siamo stati plagiati, bensì influenzati
da una persona, un
|
maestro che abbiamo a nostra volta
stimolato a studiare molto.
|
Preside.
|
Ammesso e non concesso che quello studiasse,
voi che cosa
|
facevate?
|
Studentessa.
|
Lui studiava, poi ci riferiva le sue letture
con piacere, con
|
chiarezza e pathos, cioé in maniera viva, commentandole
|
attraverso altre letture, i suoi sentimenti,
i suoi pensieri, e facendo
|
confronti con le proprie esperienze di uomo
umano.
|
In tal
modo ci provocava a leggere, a riflettere, a reagire con il
|
nostro punto di vista per il quale provava
interesse e rispetto;
|
insomma lavoravamo tutti con lo stesso
scopo: progredire insieme
|
e renderci migliori a vicenda.
|
Quando lo criticavamo, anche aspramente,
poiché le sue
|
provocazioni avevano messo in crisi i
luoghi comuni sui quali
|
eravamo adagiati, lui reagiva impegnandosi
di più, approfondendo
|
ancora, scavando il terreno sotto il
pregiudizio per farlo crollare,
|
senza reprimerci né lasciarsi scoraggiare.
|
In questo modo ci dava un esempio di fede
ferrea in quanto
|
faceva, ci mostrava con un lavoro
instancabile che la cultura è la
|
nobiltà dell'uomo e l'educazione è divina.
|
21
|
Preside.
|
E allora?
|
Studentessa.
|
Allora noi venivamo a scuola provando un
senso di accrescimento
|
Vitale, intellettuale e morale quando c'era
lui. Adesso il nostro maestro non c'è, e noi già sentiamo la noia,
|
per non dire la nausea nei confronti della
scuola. Vuole sapere
|
perché?
|
Preside.
|
Io lo so: perché non avete ancora preso
coscienza che a scuola non
|
si viene per divertimento.
|
Studentessa.
|
No. Noi ci sentiamo mortificati in quanto è
mortificante
|
l'atteggiamento di chi dovrebbe educarci.
Abbiamo sentito parlare
|
questa presunta professoressa che ci ha
preannunciato il suo stile di
|
insegnamento, e quello dei suoi colleghi.
Alcuni anzi li abbiamo
|
conosciuti durante il biennio.
|
Dovrebbero invogliarci a leggere, e
pretendono lo studio
|
mnemonico del manuale; dovrebbero esortarci
a pensare con il
|
nostro cervello, e non ammettono
confutazione dialettica;
|
dovrebbero incoraggiare la fede nell'uomo,
sempre vacillante nel
|
tempo della violenza, e ripetono dentro le
aule la brutalità, la
|
malafede, la diffidenza del rapporto umano
più degradato: quello
|
del despota pazzo con i sudditi
demoralizzati. Il tiranno classico è
|
il loro modello. Questo è violento,
ipocrita e corrotto? Lo sono
|
anche loro. Sono ipocriti, siccome vogliono
simulare conoscenze
|
che non hanno e sanno di non avere. Sono
violenti, poiché cercano
|
di imporci la loro miseria mentale
sottraendoci la cultura cui
|
abbiamo diritto. Sono corrotti, in quanto
prendono uno stipendio
|
corrisposto a un lavoro che non sanno fare.
Sono diffidenti per il
|
fatto che esercitano un potere di giudizio
non corrispondente a
|
un'effettiva superiorità culturale e
morale, e quando, ad esempio,
|
io mi impegno senza malizia per tradurre un
brano la cui versione
|
è già stata controllata dal docente,
costui, invece di aiutarmi, mi
|
sorveglia come se fossi un ladro, temendo
che io faccia quello che
|
ha
fatto lui in precedenza.
|
22
|
Preside.
|
Hai concluso la tua filippica?
|
Studentessa.
|
No. Rimane da fare una considerazione. Certi
insegnanti a mio
|
parere sono privi di cervello e di cuore,
due organi essenziali
|
all'educatore vivo e non meccanico.
|
Non hanno mente: infatti, se l'avessero,
capirebbero la nostra e non
|
ci annoierebbero a morte perfino quando
parlano delle loro
|
materie, Quanto a lei, “signor” preside,
non dovrebbe chiuderci a chiave dentro la
|
scuola.
|
Non hanno sensibilità, ché, se ce l'
avessero, non oltraggerebbero
|
di continuo la mia , delicata se permette,
con battute offensive,
|
gesti di spregio, risposte evasive,
valutazioni arbitrarie.
|
Preside.
|
Ma insomma, al di là delle calunnie nefande
e distruttive che
|
voglio fingere di non avere udito, che cosa
avete appreso di
|
positivo da quell'uomo?
|
Studentessa.
|
Un metodo di ricerca.
|
Preside.
|
Di che cosa? E dove?
|
Studentessa.
|
Del significato della vita umana nei testi
classici: da Omero a Joyce. Da Saffo a Proust.
|
Preside.
Sì, la lesbica e il pederasta.
|
E quale sarebbe il senso della tua vita?
Quello di criticare e
|
calunniare chi è migliore di te?
|
Studentessa.
|
No. Il suo modo di parlare mi offende: non
è da educatore, né da
|
uomo civile; ma le voglio rispondere lo
stesso come a un uomo cui
|
23
|
si deve rispetto. Devo controbattere la sua
paradossale accusa di
|
immoralità.
|
Noi abbiamo trovato nei libri, e verificato
con l'esperienza, che la
|
scarsa moralità è la causa prima
dell'infelicità umana. Nella storia
|
nostra e in quella dei popoli, abbiamo
notato che quando tramonta
|
la luce morale, cadono nel buio, e nel
gelo, tutti i valori suscitati
|
da tale stella: la grande arte che è etica e
politica, l'educazione che
|
deve valorizzare e assecondare l'aspirazione
al Bene insita in tutti i
|
giovani, la religione che valuta l'uomo più
degli idoli fabbricati da
|
lui.
|
Abbiamo cercato esempi di quanto vengo
affermando nei classici
|
europei, come l'Edipo re di Sofocle, l'Apologia di Socrate scritta
|
da Platone, le Lettere a Lucilio di
Seneca , La terra desolata di
|
Eliot, L'uomo senza qualità di Musil, e molti altri.
Preside.
Una valanga di chiacchiere. Quell’”uomo
umano” vi imbroglia e ruba lo stipendio: lui qui deve insegnare soltanto le
grammatiche. Quella italiana, quella latina e quella greca. Il resto è ciancia senza costrutto
continuamente esibita per turlupinarvi. C’è altro?
Studentessa.
Sì.
Dopo avere
|
letto questi libri e averli confrontati con
la nostra coscienza, ci
|
siamo sentiti autorizzati e incoraggiati a
un vivere morale, cioé a
|
prendere sul serio noi stessi e gli altri,
a non giocare con il cuore
|
della creatura umana che è sacra, a
considerarla un fine, non un
|
mezzo; in
fondo sono luoghi comuni già sentiti, ma in questo
|
momento il liceo, la città, la nazione, sono
malati di stanchezza
|
morale, di tisi dell’anima, ed è tempo di
affermare con
|
forza la necessità di una cura.
|
Preside.
|
Figuriamoci! Lei non sa quello che dice!
Seneca bastonava gli
|
schiavi personalmente, con le sue mani!
|
Studentessa.
|
Non so a quale fonte faccia riferimento. Me
la indichi! Io la invito
|
a leggere la quarantasettesima lettera a
Lucilio.
|
Preside.
|
La conosco, eppure non ignoro che Seneca
predicava bene e
|
razzolava male, come qualcuno qua dentro,
ammesso e non
|
concesso che predichi bene. Comunque Seneca transeat
, ma
|
Petronio con tutti quei suoi sdilinquiti
cinedi, e quel pervertito di
|
Joyce, e l'omosessuale Proust, l'incestuoso
Musil, e gli altri araldi
|
24
|
della putredine dove il vostro cosiddetto
maestro sguazza qual
|
porco in brago, come si accordano con la
vostra moralità?
|
Studentessa.
|
Abbiamo cercato di capire cosa sia la
decadenza.
|
Preside.
|
E' il vizio di cui il vostro insegnante si
bea di giorno e di notte.
|
Studentessa.
|
No. E' l'energia morale che viene meno, la
gioia di vivere che cala,
|
il vigore dell'uomo che si spegne; è il
suolo stesso che perde la
|
forza di generare. Abbiamo sguazzato, come
dice lei, nella
|
decadenza, per capire la situazione
attuale: come è avvenuto che
|
l'uomo ha perso il contatto con il suo
spirito ed è diventato il
|
burattino del profitto. Gli autori che
abbiamo interrogato ci hanno
|
risposto tutti nella stessa maniera: l'uomo
si corrompe, degenera e
|
si estingue ogni volta che diviene
idolatra. L'opinione ora
|
corrente che l'essere umano non valga più
del suo denaro - hai
|
cento lire, vali appena cento lire - ubi
sola pecunia regnat per
|
dirla con il cantore dei cinedi , è il
sintomo più evidente
|
dell'esaurimento di una nazione. Allora
essa si consuma.
Si
|
consuma nei lucri disonesti, nelle guerre,
nelle stragi, nel consenso
|
ai tiranni, nella volgarità dei gusti
depravati, nei matrimoni senza
|
amore, negli adultèri e negli aborti,
nell'alcol e nelle droghe,
|
nell'incultura e nell'idiozia generale.
|
Noi vogliamo agire in favore di un
rinascimento intellettuale e
|
morale, intanto in questo Istituto. E non
basterà lei con i suoi
|
svigoriti professori a fermarci. Noi
vogliamo imparare a non
|
essere spiritualmente stanchi, a non
sentirci meno preziosi dell’opulenza
|
materialie, a non seguire l'opinione comune,
quando essa
|
non sia verificata dalla ragione. Nei testi
che lei chiama immorali,
|
abbiamo letto che nell'uomo c'è un'anima
cui dobbiamo rispetto
|
poiché è più potente e duratura del misero
denaro, del potere
|
violento e ipocrita, del dolore probabile,
della morte sicura. Dentro
|
lo spirito umano abbiamo trovato il bello
morale che l'immensa
|
25
|
confusione dei più non riconosce e l'avidità
dei potenti disprezza.
|
E adesso con la forza che ne ricaviamo, proclamiamo questo
|
bando per noi stessi, per lei e per tutta la
scuola: "non è compito
|
dell'insegnante ruminare declinazioni,
coniugazioni, paradigmi o leggere i manuali dalla
|
cattedra, poiché sappiamo farlo da soli, noi
studenti, a casa. Non è funzione del
|
preside privilegiare gli insegnanti incolti
per espropriare i ragazzi
|
del diritto di imparare e di pensare;
viceversa è dovere di tutti i
|
morali-intelligenti risollevare l'educazione
e la cultura, dare un
|
vigore nuovo a questo suolo afflosciato,
risuscitare la speranza dei
|
giovani che attendono una moralizzazione
meno catastrofica di
|
quella paradossalmente, e temo, solo
temporaneamente, causata in
|
questi giorni dal terremoto dell'Italia
meridionale.
|
Preside.
|
Allora sarai tu a fare il professore, il
preside, il ministro della
|
pubblica istruzione.
|
Studentessa.
|
No. Auspico un'autorità intelligente e
morale, qui e dovunque. Io
|
credo con il Manzoni che non ci sia giusta
superiorità di uomo
|
sopra gli uomini se non in loro servigio .
Io penso che di fronte a
|
un'autorità stupida e immorale la
disobbedienza sia una virtù.
|
Preside.
|
Lei è espulsa da questa scuola.
|
Studentessa esce. Suona la campanella.
|
Bene, ora vado a bonificare un'altra classe
del vostro ex.
|
Arriva alla porta, si ferma perplesso,
si volta e guarda i ragazzi.
|
Paludi, paludi.
|
Esce.
|
Secondo
coro.
|
La classe al completo.
|
Invoco l'aiuto dei buoni
|
per tenere la testa
26
|
sopra il flutto sanguigno
|
sollevato dal vento
|
che soffia la strage
|
su questo paese
|
da quando sapere,
|
vuol dire soltanto
|
sapere arraffare denaro.
|
Potere, vicario di banche e finanza,
|
con ferrea rete di truffa
|
estorce i cervelli,
|
farcisce le teste di gesso
|
che appare dagli occhi
|
trebbiati di luce
|
sui lividi volti sconciati
|
del gregge di Ades.
|
E te invoco, Paideia ,
|
tu accendi di splendida luce
|
la neve del colle
|
dritto sulla città
|
che vomita fumo venefico e miasmi
|
dall'anima guasta.
|
Tu guidi la danza
|
dei raggi di sole,
|
presagio d'estate felice,
|
su
diafane acque montane
|
ridenti in un mattino di aprile.
|
Tu rendi armonioso il mio corpo,
|
equilibrata la mente,
|
e fai fiorire il mio sguardo di chiara
coscienza.
|
27
|
Concedimi aperta vittoria
|
contro potere l'ipocrita,
|
il mascherato di piombo
|
che senza grida, senza capestro,
|
mi aggira con lacci contorti di noia,
|
per strangolare entusiasmo
|
e affidare il governo della mia mente
|
a impulso cattivo,
|
il consumatore vorace,
|
il nauseato di vita.
|
Contro potere il violento,
|
lo sporco di sangue,
|
macellatore di teste, di torsi, di arti,
|
dall'uomo bovinamente strappati e distorti,
|
quando risuona la strage dal ringhio
metallico
|
nella banca, nella piazza,
|
nel treno, nella stazione;
|
contro il braccio omicida
|
del consapevole ipocrita,
|
Paideia, dammi la forza
|
di continuare la lotta per l'uomo.
|
Con te lotterò e con i buoni
|
finché possa vedere una vita migliore
|
spuntare da queste rovine.
|
Io voglio indicare con dito diritto
|
a tutti gli sguardi rialzati
|
il cuore puro, la mente lucida, le valide
membra
|
quali modelli per l'uomo che intende
formarsi potenziando la vita.
|
Voglio segnare con dito sprezzante
|
gli sconci esempi attuali
|
che servono a tasche voraci
|
e ingrossano il gregge di Ades:
|
tortuoso raggiro, violenza assassina,
|
luogo comune triviale,
|
sordido ventre vicino a scoppiare,
|
28
|
viscida bocca contorta, bieco sguardo abbassato,
|
mente confusa, buia parola insidiosa.
|
Io chiamo a raccolta le forze del bene
|
per volgere in fuga retrograda, precipitosa
|
la folla dei mostri bestiali
|
ostili alla vita.
|
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