Signori animalisti ottusi e mascalzoni al punto di augurare la morte a una creatura umana che
lotta per sopravvivere, la meravigliosa agonista Caterina, voi appartenete alla
brutta, immonda genìa di quanti propugnano i sacrifici umani.
La pena di morte da voi auspicata
è l’attualizzazione nefanda dei barbarici, orrendi sgozzamenti di donne e di
uomini in nome di dio.
Il vostro dio è teriomorfo, come
Anubi dalla testa di cane.
Contro questa feccia nemica dell’uomo
si esprime umanamente la vecchia
regina troiana nell'Ecuba di Euripide che accusa la disumanità dei
vincitori: "forse il dovere li spinse a immolare un essere umano/presso una
tomba, dove sarebbe più giusto ammazzare un bue? (vv. 254-261).
Ma adesso è di moda l’animalismo per cui tanti frustrati seguaci del modo
di pensare più inumano, esecrano maggiormente l’uccisione di un cane che quella
di un uomo.
Poco più avanti Ecuba, che ha visto morire innumerevoli persone in guerra
e nell’eccidio di Troia, supplica Odisseo di non uccidere la figlia Polissena
con un verso che è un'alta espressione di umanesimo in favore della vita:
" non ammazzatela: ce ne sono stati abbastanza di morti ( Ecuba, v. 278).
Oggi la vita non viene rispettata come il valore supremo e chi guida le
automobili, per esempio, ha praticamente la licenza di uccidere ciclisti e
pedoni. Non ne sono morti abbastanza?
Perché nel femminicidio,
giustamente esecrato, non vengono contate le ragazze, le donne incinte e non
incinte, le anziane uccise dalle macchine a centinaia ogni anno?
Nelle tragedie di Seneca che inorridiva davanti ai circenses dove l’eterna plebe, nell’epoca di Nerone, assisteva a
veri e propri omicidi, godendone, torna
l’abominio dei sacrifici umani che sono gli antecedenti della barbarica pena di
morte. L’uomo ha inventato bibbie e bombe: è stato mostruosamente grande quando
ha fatto alcune scoperte, ma è diventato un mostro facendone un uso omicida.
Nella tragedia senecana Troiane, Agamennone prende posizione
contro lo spietato Pirro che esige il sacrificio di Polissena: "tutto ciò che può sopravvivere di Troia sconvolta, rimanga: è stato fatto
pagare abbastanza in fatto di pene, e anche troppo. Non sopporterò che la
ragazza figlia della regina muoia, e la sua vita sia donata a una tomba, e spruzzi di sangue le ceneri, e
chiamino cerimonia nuziale il crimine atroce di un assassinio: la colpa
di tutti i misfatti ricade su me: chi non impedisce un delitto, quando può, è
come se lo avesse ordinato” (vv.285-291).
Se deve essere fatto un sacrificio in onore di Achille, continua il dux,
"caedantur greges / fluatque
nulli flebilis matri cruor" (vv. 296-297), si ammazzino animali del
gregge e scorra il sangue che non faccia piangere nessuna madre umana.
Ma adesso le madri umane vengono protette meno delle mamme vacche, delle
mamme cagne e delle mamme scimmie. Se le amate tanto, signori animalisti, ci
sarà una ragione.
Giovanni Ghiselli
30 dicembre 2013 . Buon anno a
tutti.
P. S.
La vostra disumanità, signori animalisti, mi fa venire in
mente quella di Creonte che nell’Antigone
vuole lasciare il cadavere di Polinice “senza lacrime, senza sepolcro, dolce
tesoro/per gli uccelli che lo fissano in vista del piacere del pasto"
(vv.29-30).
Questo altro atto disumano si può commentare con un paio di versi di una tragedia
dell’elisabettiano Webster: fanno parte della nenia funebre cantata da Cornelia
"in vari modi di follia", sul cadavere del figlio Marcello, ucciso
dal fratello Flaminio,:" Chiamate il pettirosso e lo scricciolo, che
volano sopra i boschetti ombrosi, e con foglie e fiori coprono i corpi soli al
mondo degli insepolti. Chiamate al suo lamento funebre la formica, il topo dei
campi e la talpa, che levino mucchi di terra per tenerlo caldo e quando le
ricche tombe vengono depredate non soffra danno: ma tenete lontano il lupo, che è nemico degli uomini, altrimenti con le
sue unghie li dissotterrerà (But keep the wolf far hence, that's foe
to men,/For with his nails he' ll dig them up again)"[1].
augurare la morte a una ragazza ammalata è disumano quanto torturare un animale, quindi non definirei mai "animalista" la gente che ha gravemente offeso Caterina, anche se questa gente si vuole definire tale, ma bensì cialtrona, insensibile, pericolosa; pericolosa intellettualmente, perché fa del "razzismo". Visto che anche noi siamo animali, dichiarare di preferire i topi o i pesci agli umani e viceversa, è comunque un peccato esecrabile.
RispondiEliminaIl vero punto della questione è però quello che ho già ribadito altrove: non c'è (più) bisogno della prevalenza o dello sfruttamento cieco degli uni sugli altri (umani su altri animali, nel caso), perché la scienza sta progrendendo in modo mirabile e già parecchi scienziati studiano con effetti ottimi i rimedi contro le malattie senza usare topi, cavie, scimmie, etc.
Da anni non c'è più bisogno del bue per trainare l'aratro, tra poco - e dico tra poco perché non ho sufficienti informazioni per dire "già ora" - non ci sarà alcun bisogno di usare gli animali per guarire l'uomo.
Aggiungo qui sotto la testimonianza di una biologa gravemente ammalata di scelrosi multipla che sta studiando come guarire se stessa e gli altri senza ferire/uccidere/sfruttare nessuno:
"Mi chiamo Susanna Penco, ho 49 anni e da 16 anni sono affetta da sclerosi multipla. Sono biologa e lavoro come ricercatrice all’Università di Genova. Da sempre sono obiettrice di coscienza verso la sperimentazione animale per due motivi: perché non ho alcuna fiducia scientifica in tale pratica, e perché provo un grande senso di pietà nei confronti di tutti gli animali, umani e non umani”.
“La mia esperienza professionale inizia tanti anni fa, quando decisi, ancor prima di laurearmi, di dedicarmi alle colture cellulari come alternativa a una ricerca da me ritenuta cruenta ed inutile. Ebbi la fortuna di incontrare le persone giuste e fu così che divenni brava a coltivare cellule esclusivamente “in vitro” e poi, da anni, esclusivamente umane. Con l’avvento di attrezzature avanguardistiche e se la ricerca in vitro fosse finanziata come dovrebbe, si potrebbero ottenere grandi risultati applicabili all’uomo.
Mi spiego, vorrei proporre ricerche che potrebbero essere immediatamente disponibili ed applicabili al vero “bersaglio” della ricerca: la nostra specie. La mia malattia è “mia”, io ne sono affetta, ma certamente c’è qualcosa in comune tra me e tutti gli altri malati: qualcosa che dovrebbe essere indagato tramite, naturalmente, accuratissime anamnesi, banche dati, analisi statistiche ed epidemiologiche, ed altro.
Qualcosa si fa, ovviamente. Ma è poco, e sapete perché? Perché la parte del leone, per i fondi stanziati o “raggranellati” attraverso varie vie, anche molto nobili, dalla beneficenza, alle donazioni in tv, ai premi, ecc, la fanno le ricerche sui topi. Insomma, si riesce a far tornare quasi normali i topi, fatti ammalare artificialmente (nessun animale al mondo, a parte l’uomo, si ammala di sclerosi multipla!) con varie terapie, che poi si rivelano, il più delle volte, o inutili per la nostra specie, oppure ci scappa addirittura il morto, come del resto per altri farmaci, altre malattie, ma stessi metodi di ricerca (animali)."
IL RESTO DELL'INTERVISTA E' QUI: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/27/biologa-e-con-sclerosi-multipla-ecco-perche-dico-no-alla-vivisezione/308269/
c'è ottusità da tante parti, anche per questo anche io donreò il mio corpo per gli studi sulla mia malattia, quando morirò.
nel frattempo ribadisco la speranza che Caterina trovi chi l'aiuti con onestà e amore, forse un giorno ce la farà, spero.
maddalena
Cara Migdal,
Eliminatu se vieni punta da una zanzara la uccidi, credo. Se ti morde un bambino invece non lo ammazzi.
Se è così, le tue reazioni in questi due casi riflettono una graduatoria che pure tu osservi.
Sono certo che non tutti gli animalisti sono ottusi, altrimenti non avrei messo l'aggettivo dopo il sostantivo. Tu comunque sei tutt'altro che ottusa. gianni
utilizzo una graduatoria perché sono umana e quindi la mia specie ha comunque una precedenza, ma mica sempre!
Eliminase per esempio vengo punta da una zanzara la uccido perché lei vuole nutrirsi di me; non uccido il bambino, cane, topo, granchio, quel che è, che mi fanno male per difesa o per gioco; ucciderei chiunque, invece, per legittima difesa, uomo o animale che sia (esclusi ovviamente i bambini/cuccioli); insomma, la distinzione umani/animali per me non vale se devo difendere la mia vita.
se per curare una persona l'unico modo è uccidere un animale, allora si faccia, ma visto che invece ci sono diverse possibilità, è ora di smettere un inutile sfruttamento che peraltro è spesso nocivo, invece che curativo, oppure è solo palliativo
Ps. Attenzione, non tutti gli animalisti sono ottusi e non c'è più o meno valore tra un animale e l'altro, uomo compreso, se esiste una scelta. Il problema è che si dà per scontato di poter fare quello che si vuole, ma le cose non stanno così e al giorno d'oggi voler per forza portare avanti certe abitudini danneggia anche noi, non certo solo la natura e gli animali, regni di cui peraltro facciamo parte
RispondiEliminaL'aspetto più sconvolgente ,per me , è la gogna mediatica alla quale è stata sottoposta questa ragazza,un bullismo che mira a impedire di esprimere la propria opinione ,un rifiuto netto di confronto di idee . Tanto più grave quanto la protagonista ha dei problemi di salute e si presenta quindi come un elemento più debole di altri.Questi simpatici animalisti...con tutto il rispetto per i veri animalisti...hanno manifestato un atteggiamento profondamente violento ,un rifiuto malato del genere umano. Insisto a voler specificare che non li ritengo animalisti ,ma facinorosi di una corrente di pensiero come sfido chiunque a ritenere tifoso il malintenzinato che approfitta dello stadio per usare il coltello o sparare razzi negli occhi degli altri tifosi , magari quelli onesti e corretti. Anch'io auspico una medicina sempre più evoluta che non debba più offrire sacrifici sull'altare del progresso, ma allo stato attuale DEVO ACCONTENTARMI di sperare che il buon senso e l'amore prevalgano e non si creino a tavolino sofferenze inutili quanto barbare , La sperimentazione si fa anche sugli uomini ,sui bambini e sugli anziani perché spesso è l'unico modo per capire se una medicina è valida.e spesso i risultati non sono quelli sperati. Mi chiedo se questa falange di estremisti animalisti ragionerebbe così se Caterina fosse la loro figlia o la loro madre o sorella o moglie...esseri cosi ferini probabilmente non esiterebbero a uccidere il cane con le loro mani se la vita in gioco fosse la loro .Perché internet è virtuale ,ma il dolore di Caterina no. Carissimo Gianni condivido con te l'enorme tristezza per tutte le brutture che questa giovane ha dovuto subire e mi unisco ai più sinceri auguri di guarigione.Giovanna
RispondiEliminaoffendere una persona con dei problemi di salute è incivile, più che animalisti mi sembrano dei cialtroni con dei problemi di identità.Stefano
RispondiEliminaIo penso che Caterina abbia semplicemente parlato senza ipocrisia e che tutte le persone sane di mente tra un uomo e una bestia scelgano un uomo. Il punto non è se la ricerca sugli animali serva o no (è un problema di ignoranza o conoscenza del problema questo), ma se per un uomo conta di più il proprio figlio o il proprio gatto: di fronte all'obbligo di una scelta io scelgo il figlio.
RispondiEliminaalessandro
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RispondiEliminama vai a cagare
RispondiElimina"l' uomo ha inventato le bibbie" classica frase di chi è ignorante.
RispondiEliminaOk qualche animalista ,o presunto tale, può anche aver minacciato di morte questa caterina (che si è venduta ai vivisezionisti) ma vogliamo parlare di tutte quelle minaccie che ricevono i VERI animalisti ? stranamente vengono minacciati gli animalisti e niente, gli animalisti minacciano di morte una venduta per soldi e giù il finimondo, ma andate a cagare finti moralisti !!!!!