Raffaello Sanzio, La Scuola di Atene Platone e Aristotele |
Terzo atto
Scena unica
|
La classe, il
maestro, il docente, il preside
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Preside.
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Ho fatto chiamare
il vostro ex insegnante per un confronto.
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Studente.
|
Lui è ancora il
nostro maestro.
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Preside.
|
Sì, maestro di
anarchia. Non c'è male più grande.
|
Studente, sottovoce.
|
Però! Conosce
anche l’Antigone di Sofocle!
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14
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Preside.
|
Per esempio:
perché lei, professore, si faceva dare del tu dagli
|
studenti, se non
per confutare l'autorità e annientare la naturale
|
gerarchia?
|
Maestro.
|
Non ho mai
proposto agli studenti di darmi del tu; ci arrivano
|
spontaneamente
quando si accorgono che siamo tutti persone, cioè
|
soggetti morali e
intelletti pensanti, capaci di dare e farsi rendere
|
ragione.
|
14
|
Il ragazzo ricorda
il v.672 della tragedia:"
|
ajnarciva"
de; mei'zon oujk e[stin kakovn",
|
non c'è
|
male più grande
dell'anarchia. E' pronunciato dal tiranno Creonte, e non è detto
|
che il preside lo
conosca; è più probabile che la concidenza tra le due espressioni
|
autoritarie, ma
non autorevoli, sia casuale.
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29
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Preside.
|
Già, e in questo
modo trovano tutte le ragioni per non studiare.
|
Maestro.
|
Non è vero. Questa
presa di coscienza infatti avviene attraverso lo
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studio e lo
scambio delle idee: certo è che dopo avere provato il
|
gusto della loro
dignità umana, e scolastica, non sono più
|
predisposti al
morbo dello studente servile: la
coazione a ripetere
|
riassunti di
manuali e traduzioni dettate senza una parola di
|
commento.
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Docente,
alzando la mano e aspettando che il preside la guardi.
|
Signor Preside,
potrei difendermi?
|
Preside.
|
Prego signora: la
sua parola schietta è sempre gradita.
|
Docente.
|
Scusi, professore,
ma io qui vengo calunniata: io non ometto mai
|
di mettere in rilievo il sublime della
poesia che traduco.
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Studente.
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E la prosa dove la
mette?
|
Docente.
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Silenzio tu! E'
sublime anche quella. Sicuramente però io non
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vado a caccia
dell'idea politica come certi colleghi, poiché essa è
|
pericolosa quanto
la dinamite, particolarmente nelle teste tanto
|
verdi degli
adolescenti. Teste verdi che poi, in seguito a certe lezioni, diventano rosse,
come fanno i pomodori. Lei professore
che cosa ne dice?
|
Maestro.
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Dico che l'idea
può diventare pericolosa se si accampa nella
|
mente del ragazzo
senza ammettere confutazione dialettica; il
|
giovane deve
conoscerne diverse. Il rischio dell'ideologia unica
|
qui a Bologna
l'abbiamo corso intorno al 1975 quando il P.C.I.
|
faceva il piglia
tutto, e l'intellettuale ganascione, echeggiando La
|
distruzione
della ragione di Lukàcs, proclamava che
al di fuori
|
del razionalismo
materialistico ci sono due forme di irrazionalismo: quello debole professato
da Schopenhauer, e quello aggressivo proclamato da Nietzsche, ideologia
|
30
|
Di regimi
reazionari che sfociarono nel fascismo.
|
Successivamente
tale panrazionalismo gretto e totalitario divenne
|
dispotico ,
disgustoso al punto di spingere molti di noi, con
|
ragazze che
sferruzzavano a scuola e fricchettone variopinte, verso
|
l'irrazionale.
Succede quando la logica senza pietà
dell'
|
illuminismo
suscita per reazione movimenti di simpatia nei
|
confronti
dell'istinto e del sentimento. Euripide con le Baccanti
|
per esempio,
oppure il movimento dello Sturm und Drang . Forse
|
volevamo amare la
vita più di quanto consenta la logica. Forse
|
avevamo torto.
Comunque l’irrazionale non è eliminabile
Alla fine dell’Orestea le Erinni diventano Eumenidi.
Pasolini ha scritto che queste forze
“Non si possono eliminare, non si possono
uccidere. Si devono trasformare, lasciando intatta la loro sostanziale
irrazionalità: mutarle cioè da “Maledizioni” in “Benedizioni”. I marxisti
italiani non si sono posti, ripeto, questo problema”.
Preside.
Pure
Pasolini. Buono anche quello!
|
Docente.
|
Sì ma io cosa
c'entro con questo?
|
Maestro.
|
Lei sta
collaborando all'attuazione di un disegno infernale.
|
Docente.
|
Lei non sa quello
che dice! Io faccio il mio dovere. O no? Cosa
|
faccio di male io?
|
Maestro.
|
Ora glielo spiego.
Ma partirò dal vertice.
|
Un giorno Potere
supremo, guardando fuori dalla sua reggia d'oro,
|
si accorse che le
genti tendevano all'irrazionale. Allora convocò i
|
profeti esperti di
menti umane destinate al consumo e pose loro
|
tale
quesito:" vati svelatemi il vostro pensiero. Io voglio sapere
|
come andranno i
miei affari se le svigorite teste dei mortali
|
destinati a
comprare, procederanno sulla strada dell'irrazionale. E
|
poiché gli
avevano spiegato Freud, aggiunse:"mi conviene
|
concimare la
pianta dell'Es, oppure ci guadagno a rivalutare la
|
logica vacillante? Che cosa dobbiamo
imporre attraverso i mezzi
|
di
informazione?"
|
Secondo lei
signora quale fu la risposta?
|
31
|
Docente.
|
Cosa vuole che ne
sappia? Se questa non fosse una sua fantasia, le
|
risponderei che i
disegni delle menti dei grandi sono
|
imperscrutabili.
|
Maestro.
|
Fino a un certo
punto. I sacerdoti del quattrino che conoscono gli
|
arcani di tutti i
mercati, presenti passati e futuri, risposero così:
|
"Se tu,
signore, rimetterai in corso questa pur pallida logica, non
|
vedrai crescere
le vendite dei tuoi prodotti, che per lo più non sono
|
necessari alla
felicità dell'uomo anche solo un poco ragionevole".
|
Allora il re
domandò:"Devo dunque ammettere il soddisfacimento
|
delle pretese del
cuore?"
|
Secondo lei cosa
rispose quel grande?
|
Docente.
|
Ma dica
professore, intende forse canzonarmi? Parla sul serio o
|
scherza?
|
Maestro.
|
Purtroppo sto
raccontando una parabola storica di tragica serietà.
|
Dunque i vati risposero:"Se
tu ammetterai il soddisfacimento
|
dell'amore che unifica, la stirpe umana
crescerà in forza, sicurezza
|
e intelligenza;
assisterai all'avvento di una razionalità nuova,
|
quella
comprensiva della mente e del cuore, più vasta e profonda
|
della logica fredda
che ora sta declinando; vedrai nascere idee
|
nuove, ampie e
potenti, molto diverse dai concettuzzi striminziti e
|
mosci che
informano il meschino vivere attuale della gentucola
|
comune".
|
I sacerdoti
tacquero. Allora il sovrano chiese:"Ma le vendite dei
|
miei prodotti,
come andranno?"
|
"Male o re,
male per te" dissero i sacerdoti in coro. Quindi il loro
|
portavoce spiegò:
|
"Quando le
genti saranno state potenziate dall'amore razionale,
|
vorranno
procurarsi soltanto le cose belle che le tue macchine non
|
sanno produrre".
|
Il sire guardò i
suoi consiglieri con occhi sanguinari, poi
|
domandò:"Come
potremo scongiurare questa sciagura?"
|
32
|
I profeti,
impauriti, si affrettarono a rispondere attraverso il
|
corifèo:
|
"Non temere,
signore. Prima di tutto colpiremo le idee.
|
Impediremo a
chiunque di produrne di nuove e vive; le vecchie le
|
diraderemo,
assottiglieremo, svaluteremo, finché saranno
|
annientate. La
televisione, i giornali, il cinema e soprattutto la
|
scuola, dovranno
progressivamente impoverirsi dal punto di vista
|
culturale, fino a
restare svuotati, insomma vuoti di espressioni mentali decenti.
|
Le televisioni
dovranno propinare pubblicità, menzogne e
|
frastuono: parole
e suoni drogati. I giornali ribadiranno i luoghi
|
comuni più triti
e vieti; il cinema continuerà a produrre film di
|
evasione fatti di
violenza, stupidità e pornografia. Abbiamo messo
|
in giro alcune
pellicole: Super man, Flash Gordon, un'avventura
|
senza tempo
nello spazio senza confini, Super donne porno, Sesso
|
infuocato,
Oroscopiamoci . Per gettare fumo negli
occhi, si
|
possono tenere in
piedi anche alcuni vecchi maestri del cinema
|
che passa per
buono. Tanto non hanno più niente da dire e
|
biascicano
ricordi personali suggerendo l'evasione dalla politica
|
agli intellettuali
poco intelligenti. Il popolo del resto non li ha mai
|
considerati.
|
Ma per depravare
le menti, il mezzo più importante è la scuola.
|
Questa arruolerà
insegnanti fanatici dei tecnicismi, demoralizzati,
|
pezzenti
mentali avversi tanto alle idee quanto
ai sentimenti.
|
Quelli capaci di
volare più in alto verranno minacciati, isolati e, se
|
non basterà,
eliminati. Insomma il pensiero e l'arte dovranno
|
sparire dalla
circolazione. Le teste dei giovani,
completamente
|
prive di
nutrimento spirituale, non acquisteranno la capacità di
|
pensare.
Rimarranno solo le sensazioni. Allora anche su queste noi
|
tireremo una
serie di colpi: non sarà difficile estirpare quanto può
|
rimanere di
positivo, di favorevole alla vita nelle menti svigorite.
|
Basterà
evidenziare con enfasi, con sinistra libido, gli effetti
|
dell'odio che
abbiamo già infiltrato tra gli uomini: accresceremo la
|
frequenza e la
forza distruttiva degli atti terroristici,
|
incrementeremo la
circolazione della droga, favoriremo
|
33
|
l'avvelenamento di
Eros attraverso nuove pesti inaudite. Agli
|
uomini resterà
solo il consumo dei tuoi prodotti. Le deboli teste
|
vaneggianti nel
vuoto culturale, nell'assenza di emozioni vitali,
|
perderanno ogni
affetto nobile, ogni pensiero elevato, e resteranno
|
in balia di
un'unica pulsione: quella della rovina. La massa
|
dall'anima
sciancata non potrà non parteciparvi: nei casi estremi
|
ammazzando e
ammazzandosi, nella media sostituendo la
|
distruzione con la
sua metafora più ovvia per gente manipolata dai
|
tuoi servi
dell'informazione: il consumo indiscriminato dei
|
prodotti che tu
vorrai imporre, o divino".
|
Il sacerdote
tacque e osservò speranzosamente il volto del suo
|
signore. Questo
aveva seguito il discorso scrutando i ministri del
|
suo culto con
aria sprezzante, ma, udite le ultime parole, non poté
|
dissimulare un
moto di intima soddisfazione che anzi, stava per
|
manifestarsi nel
lancio di una manciata di luccicanti monete, il
|
massimo bene da
conseguire secondo le menti dei vati.
|
Ma ad un tratto
un pensiero molesto gli attraversò il cervello.
|
Trattenne l'oro
in mano e domandò:
|
"degli uomini
politici che cosa faremo?"
|
I sacerdoti, già
pronti a saltare per afferrare la paga, bloccarono i
|
piedi sul
pavimento marmoreo che, candido più dei gigli
|
splendenti,
nitido quanto il biancore delle nevi intatte,
|
rispecchiava gli
aurei cassettoni dell'alta volta simulando le
|
fattezze della
reggia di Zeus.
|
I ministri,
contraffacendo anch'essi la serenità dell'Olimpo,
|
risposero
rassicuranti:"Non preoccuparti, o supremo. In campo
|
politico noi
unificheremo e divideremo secondo il tuo interesse.
|
Uniremo la maggioranza
con l'opposizione per segnare la morte
|
della dialettica;
divideremo l'etico dal politico per situare la
|
bruttura morale
sull'acropoli della nazione. La fine di ogni
|
dibattito serio
garantirà la processione sulla via tracciata dalla tua
|
volontà: quali
unici valori resteranno “vendere e comprare”; il bello
|
in sé, la bontà,
la generosità, non conteranno più nulla. La politica
|
senza morale autorizzerà ogni nefandezza in
nome del successo."
|
Il sovrano alzò il
pugno per la seconda volta, ma poi, in preda a un
|
altro dubbio, lo
abbassò di nuovo. I sacerdoti riuscirono ancora a
|
dissimulare il
desiderio.
|
34
|
"E se
qualcuno-domandò il signore ai vati oramai trepidi-se
|
qualche persona
morale e intelligente, con parole nobili, con un
|
bel volto sereno,
svelerà il vostro piano al popolo?"
|
"Ti ricordi
di Socrate e di Cristo?", ribatterono i profeti, con un
|
sorriso di
compatimento per i due poveri disgraziati. Poi continuarono:
|
"Quell'uomo
farebbe la stessa fine. Quando il terreno sarà stato
|
preparato secondo
i tuoi interessi, signore, le anime nobili, amiche
|
della vita,
verranno isolate dall'odio, annientate dalla calunnia,
|
ridicolizzate dal
successo dei tuoi lacché. Può essere che alcuni
|
cerchino di
resistere ai tuoi profitti".
|
"E noi li
lasceremo fare?", domandò minaccioso il monarca.
|
"Mai, o
divino", risposero i ministri.
|
"Noi faremo
lo sforzo supremo per eliminarli e giungere alla
|
soluzione finale.
Organizzeremo scempi e stupri con i quali
|
screditeremo
definitivamente le idee morali, amiche della vita, e
|
gli ostinati
fanatici desiderosi di manifestarle. Eliminati questi, li
|
sostituiremo con nostre creature
meccaniche, automi cui
|
applicheremo
maschere ripugnanti dai nasi dilatati, dagli occhi
|
striminziti, dalle
bocche viscide e bavose, dai denti formidabili,
|
dalle pappagorge
ridondanti. Avranno l'aria di gente stanca,
|
generata senza
amore, nemica della luce, priva di intelligenza e di
|
vita. Li
metteremo davanti a tutti per offendere il merito; li
|
programmeremo a
pronunciare frasi insignificanti, con voce
|
arrogante,
catarrosa, e toglieremo al popolo ogni voglia e
|
possibilità di
occuparsi del bene comune, di partecipare alla
|
gestione della
così detta cosa pubblica che sarà diventata cosa
|
soltanto
tua".
|
Il re si
compiacque della soluzione finale e per suo diporto scatenò
|
un'ignobile gara
sul lustro e duro pavimento dove i
profeti si
|
lanciarono in
rapido, scivoloso agone a raccattare monete.
|
La parabola è
finita. Io credo che in Italia sussista ancora un poco
|
di quell'anima
che non si china a raccattar monete.
|
Perciò chiedo ai
ragazzi di conservare l'entusiasmo, il mio e il
|
loro; ai rari
volti e cuori umani ancora presenti nei desolati luoghi
|
del potere, chiedo
che non ci lascino soli contro la fangosa ondata
|
di indifferenza e
ignoranza che incombe sulla scuola e sulla
|
società italiana. E
prego lei preside che ha potere qua dentro, di
|
35
|
contribuire a
vitalizzare questo istituto stanco e cadente siccome
|
povero di cultura.
|
Preside.
|
Allora lei non
vuole vedere l'autorità annientata?
|
Maestro.
|
No, anzi: voglio
vederla rifondata sulla cultura e sulla morale.
|
Docente.
|
E non auspica che
gli studenti prendano a calci i professori?
|
Maestro.
|
Al contrario. Io
vedo gli allievi e i docenti nella loro totalità di
|
persone, e perciò
considero la diffidenza o l'ostilità con cui gli uni
|
trattano gli
altri, quali frutti guasti di menti malate.
|
Preside.
|
Ma lei in pratica
che cosa chiede? Può dirmelo?
|
Maestro.
|
Sì certo, glielo
specifico meglio. Premetto che le mie esigenze di
|
fondo, quelle
della pulizia morale, dell'intelligenza, della paideia come cultura e come educazione,
|
le ho individuate
grazie all'aiuto dei migliori tra i giovani che ho
|
cercato di
educare dal 1969 in avanti. E ora, a nome di questi
|
ragazzi desiderosi
e capaci di pensare, amare, studiare; adolescenti
|
che non sono ancora
abituati alle menzogne, non sanno odiare,
|
non vogliono
sprecare il tempo della loro vita a scuola né altrove,
|
chiedo ai pochi
uomini con responsabilità di potere ancora
|
moralmente vivi,
di lottare contro l'ipocrisia, la corruzione la
|
violenza; chiedo al
partito comunista di tornare a fare un'
|
opposizione vera,
oppure, se ne avrà la forza elettorale, di fare il
|
governo
ammettendo un'opposizione, poiché la fine della dialettica
|
è la morte del
pensiero e della libertà.
|
A lei preside,
chiedo di togliere spazio agli insegnanti incolti che
|
detestano la
scuola per darne di più agli entusiasti dell'educazione;
|
ai colleghi
raccomando di studiare e di non essere diffidenti verso
|
i giovani che non
sono disonesti, se noi non li rendiamo tali.
|
36
|
Esorto i miei allievi
a non perdere la speranza anche se le loro
|
attese verranno
momentaneamente frustrate. Poiché le nostre idee
|
sono eterne: sono
quelle per le quali l'uomo non è ancora
|
scomparso come
portatore di umanità; esse danno cattiva
|
coscienza al
violento e all'ipocrita limitandone l'efficienza; sono
|
state la forza di Socrate e di Cristo, sono
la potenza vitale con cui i
|
buoni ancora una
volta, siatene certi, prevarranno sui malvagi.
|
Breve pausa.
|
Ora ragazzi,
diteci il vostro parere.
|
Terzo coro
|
Classe.
|
Al falso docente
|
che dissacra la
scuola
|
e profana la
santa educazione
|
con soporifera
indifferenza,
|
con diffidenza
offensiva
|
atta a destare
cattive emozioni,
|
con criminale
ignoranza
|
la spregiatrice
cruenta dell'anima umana,
|
l'adoratrice
prostrata a venerare
|
lucro nefando,
losco intrallazzo,
|
disanimante
frastuono,
|
la gastrolatra
enorme,
|
visceri guasti
dai ripugnanti sospiri,
|
al polimorfo
ruffiano di se stesso
|
che, allucinato,
|
crede di scorgere
in me
|
la repressione
violenta,
|
la perversione
profonda,
|
la malafede
servile,
|
l'immedicabile
angoscia
|
della sua anima
impoverita,
|
ulcerata da
desideri furiosi,
|
rabide cagne
ostili all'amore,
|
io chiedo di
torcere in fuga
|
37
|
fuori dal tempio
|
lo scivoloso,
sacrilego piede,
|
senza lasciare
|
la sudicia traccia
vischiosa
|
contaminante i fedeli;
|
io non posso
seguirla.
|
Io voglio
affiancare
|
con passo diritto
|
il vero maestro
|
sacro a Paideia:
|
l'educatore
entusiasta
|
che, con atto di
fede incrollabile
|
nella limpida
umana creatura
|
predisposta a
riflettere
|
gioiosamente
|
lo splendido
volto della vita,
|
progredisce
sicuro sulle orme di luce
|
impresse nella
strada dell'uomo
|
dai maestri che
hanno indirizzato
|
l'umanità al culto
del bello morale,
|
e, cacciando i
mercanti dal tempio,
|
hanno rimesso lo
spirito sopra l'altare.
|
Esodo.
|
Tutti i
personaggi sono presenti.
|
Maestro.
|
Infatti il
problema è quello di riconsacrare l'uomo. Continueremo a
|
lavorare insieme
con questo scopo.
|
Preside.
|
Vedremo, vedremo.
Lei sta facendo i conti senza il preside.
|
Docente,
rivolta al capo dell'istituto.
|
E' un sobillatore
odioso: deve essere allontanato.
|
38
|
Maestro.
|
Lavorerò comunque.
Mi avete calunniato per due anni; avete
|
cercato di
istigare contro di me i genitori degli alunni e perfino gli
|
stessi allievi,
eppure ho impegnato tutte le forze.
Non smetterò di
|
educare i
giovani. Sono convinto che un adolescente educato bene
|
sia mentalmente
più integro e avanzato di un adulto medio. E che
|
fornisca maggiori
stimoli al lavoro intellettuale. Anche se
|
riuscirete a
cacciarmi, sarò maestro dell'intero istituto, anzi
|
dell'intera città
attraverso il contagio diffuso dai miei alunni e dal
|
mio lavoro.
|
Docente.
|
Cosa? Contagio?
Io non voglio contrarre malattie innominabili.
|
Maestro.
|
Già: la sifilide
del libero pensiero. Non è in noi la malattia. Questi
|
ragazzi ed io
vorremmo attaccarvi la nostra salute.
Noi
|
diffondiamo germi
di vita ascendente.
|
Preside.
|
Sì, quelli del
sesso e della licentia.
|
Studente.
|
No preside. I
semi dell'entusiasmo.
|
Preside.
|
Ma mi faccia il
piacere! Entusiasmo per che cosa?
|
Studente.
|
Per l'umanità,
per la vita, per la scuola che ci educa.
Giovanni ghiselli
Il blog è
arrivato a 122358
Sono diventato il
maestro di una polis non grande. Per ora
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