Scuola di Atene di Raffaello |
La scuola corrotta nel paese guasto
Giovanni Ghiselli
@Copyright 2007 Azeta Fastpress
Distribuito da:
Libreria Bonomo di A. Zama e c. sas
Via Zamboni, 26/a – Bologna – tel. 051.22.15.10
www.libreriabonomo.com
azetafastpress@libreriabonomo.com
Stampato a cura Libreria Bonomo - Bologna
marzo 2007
In copertina:
Raffaello Sanzio urbinate, La scuola di Atene , 1509-1510,
Roma, Palazzi Vaticani, Stanza della Segnatura.
Faccio un poco di antipubblicità: non comprate questo mio
libro: uscirà a puntate su questo blog, anche un poco migliorato rispetto alla
redazione pubblicata tanti anni fa.
giovanni ghiselli
|
3
|
La scuola corrotta.
|
Dedicato a tutti gli studenti che ho cercato di educare
|
dall'ottobre del 1969 al luglio del 2006. Alla scuola media per 5
|
anni, in un Istituto professionale femminile per un anno, al
|
ginnasio e al liceo per 31 anni, e alla scuola di specializzazione
|
dell’Università di Bologna per sei anni. Tutto questo fino a
|
oggi (5 luglio del 2006).
|
Epigrafe
|
“oJ de;
ajnexevtasto" bivo" ouj biwto;" ajnqrwvpw/”
|
la vita
|
senza ricerca non
è vivibile per l'uomo.
|
Atto primo.
|
Scena unica
|
Ambientato nel
novembre del 1980, in un'aula di un liceo classico
|
diretto male.
Allievi di prima liceo. Parlano due studenti. Il primo
|
è realista, il
secondo ottimista.
|
Primo
studente.
|
Gli anni scorsi
abbiamo lavorato con un metodo non usuale, con
|
un maestro
insolito, scandaloso per questa scuola. Mi chiedo
|
se andrà bene
anche ai nuovi insegnanti un sistema di lavoro tanto
|
raro.
|
Secondo
studente.
|
Non può non andare
bene. Oltre a svolgere i programmi
|
ministeriali,
abbiamo letto tanti libri e ne abbiamo tratto il gusto di
|
riflettere sui
sentimenti, le idee, i diritti e i doveri degli uomini.
|
Abbiamo lavorato
con una sensazione di gioia, di accrescimento della nostra umanità.
|
Primo
studente.
|
Appunto: è una
cosa sospetta per chi non l'ha mai provata.
|
Secondo
studente.
|
Comunque anche da
un punto di vista strettamente scolastico
|
siamo ben
preparati.
|
4
|
Primo studente
|
Infatti. Dobbiamo
sperare che i nostri docenti ne sappiano più di
|
noi, altrimenti
non possono insegnarci nulla, e per
giunta si
|
offendono.
|
Secondo
studente.
|
Perché? Potranno
imparare comunque qualche cosa , mentre ci insegnano
|
quello che sanno;
se non altro il loro metodo. Non credo
che non
|
sappiano niente:
sono uomini e donne di scuola; dovrebbero essere
|
anche persone di
cultura. Resteranno sorpresi, ma piacevolmente,
|
dalle letture che
abbiamo fatto.
|
Secondo
studente.
|
Può essere, ma se
loro non le hanno fatte, non vogliono farle e
|
conoscono solo i
manuali, vedrai che, per rivalsa, ci accuseranno
|
di avere
trascurato i tecnicismi delle lingue classiche.
|
Secondo
studente.
|
Vuoi scherzare?
Per due anni, tutti i giorni, abbiamo lavorato su
|
grammatiche e
sintassi, con regole, eccezioni, esercizi e verifiche.
|
Abbiamo studiato
il greco e il latino con ordine e tenacia esemplari,
|
affaticandoci
anche.
|
Primo studente.
|
E' vero; però
abbiamo pure provato il piacere della letteratura,
|
della storia,
della filosofia con l' insegnante di lettere.
|
Secondo
studente.
|
E questo non è
oggettivamente un merito?
|
Primo
studente.
|
Lo è per uno come
il nostro ex maestro che crede nell'uomo e
|
mira allo
sviluppo del pensiero umano; ma se i nuovi professori
|
sono dei
frustrati, dei repressi, e hanno nel mirino la repressione nostra,
|
negheranno perfino
la possibilità di uno studio chiarificatore che
|
stenebri la mente e la liberi dai ceppi dei luoghi comuni.
|
5
|
Secondo
studente.
|
Tu dici che
possono essere tanto malati? Io spero di no.
|
Primo studente.
|
Io pure. Infatti
se sono malati, renderanno malati anche noi.
|
Secondo
studente.
|
Come?
|
Primo
studente.
|
Come loro.
|
Secondo
studente.
|
In che modo?
|
Primo
studente.
|
Ci rendono
diffidenti trattandoci con diffidenza, ci fanno diventare
|
servili
gratificando chi li asseconda in maniera adulatoria e
|
umiliando chi li
confuta con ragione. Ci rendono insicuri dei valori
|
estetici ed etici
affermando il brutto morale con parole e atti di cattivo esempio.
|
Ci danno cattiva
coscienza del lavoro intelligente che abbiamo svolto
|
in questi anni,
abituandoci a un apprendimento manualistico,
|
meccanico e
sottoposto a controlli ignobili, pieni di malafede.
|
Secondo
studente.
|
Cerca di non
essere prevenuto! Perché dovrebbero essere
|
moralmente e
intellettualmente distorti?
|
Primo
studente.
|
Perché tali
stanno diventando i capi della nazione, e costoro li
|
imitano.
Comunque arriva una prof: sentiamo
cosa dice.
|
Secondo
studente.
|
Sì; poi
facciamole delle domande.
|
Entra una
docente di età indefinibile. Brutta assai.
|
6
|
Docente
|
Buongiorno
ragazzi. Sono la nuova insegnante di lingue classiche.
|
Spero che potremo
lavorare insieme proficuamente, anche se il
|
mio metodo
risulterà un attimino diverso da quello del vostro ex
|
professore.
Vorrete sapere qual è il mio scopo: ebbene io mi
|
propongo di darvi
una disciplina mentale attraverso il greco e il
|
latino. Se volete
diventare professionisti rispettati, cominciate
|
subito a essere
studenti ordinati. “Che cosa vuol dire essere
|
ordinati, e
l'ordine che cos'è”, chiederete voi.
|
Ebbene, il mio
ordine è questo: ognuno stia al suo posto.
Qui dentro, per
esempio, io
|
devo insegnare, e
voi dovete studiare. Studiare non è la morte di
|
nessuno: quando
avevo la vostra età lo facevo pure io. Ogni cosa a
|
suo tempo, e
tutto ordinatamente. Non dovete pensare “beata lei
|
che ha finito gli
studi e ora prende lo stipendio!"; la vita è fatta di
|
turni: oggi a me,
domani a te. Vivere corrisponde a fare
|
un'equazione:
togli da una parte, metti dall'altra. Non lavoro, però
|
studio, oppure
studio perché non lavoro. Avete capito? Io posso
|
permettermi di
non studiare, io lavoro; voi no, voi dovete
|
affaticarvi sui
libri, siccome non lavorate. Anche questo è ordine,
|
anzi è un ordine
che vi dò subito.
|
Studentessa,
carina e intelligente.
|
Allora, se ho
capito bene, il dovere di studiare riguarda solo noi.
|
Docente.
|
Voi siete i
discenti. Certo, per me adesso non è necessario: è un
|
optional come
modernamente e simpaticamente si dice. Perché io
|
sono moderna e vi
capisco! Ma io ho studiato, eccome! Io ne ho
|
date di
soddisfazioni ai miei genitori, agli insegnanti, ai Signori
|
Presidi! Cercate
di darne anche voi ai vostri; non c'è piacere più
|
grande nella
vita, credetemi, che sentirsi dire "bravo!" dai
|
superiori!
|
Studentessa a
studente, sottovoce
|
Ha un Super Io
grosso come una balena: ha inghiottito la schiuma
|
e la feccia di
tutte le autorità che ha individuato.
|
7
|
Studente a
studentessa
|
Lasciamola
concludere; dopo le faremo delle domande.
|
Docente.
|
Cosa? Ah, niente.
|
Io non ho
dimenticato il tempo in cui stavo dall'altra parte. Era
|
bello, era brutto?
Chi può dirlo? Ora sono docente di ruolo A, ma
|
forse, in fondo,
non sto meglio di allora. Lo so: voi a scuola ci
|
venite mal
volentieri, vi annoiate, studiate contro voglia; vorreste
|
evadere sempre, e
aspettate la fine delle lezioni con ansia. Ebbene,
|
dall'alto della
mia esperienza vi garantisco che non cambia niente.
|
Considerate la
vita della sottoscritta: la mattina deve alzarsi presto
|
per sistemare i
bambini propri, poi viene qua a occuparsi dei figli
|
degli altri,
quindi corre a casa per preparare il pranzo. Dopo
|
pranzo deve
sbrigare tante faccende, riordinare, ripulire, seguire le
|
creature. Così si
fa notte. E il giorno seguente si ricomincia da
|
capo.
|
Studentessa.
|
La fatica di
Sisifo.
|
Docente
|
Sì, lo conosco
bene. Non si finisce mai di sgobbare. Però
|
non dobbiamo
lamentarci, bensì stimolarci con il senso del dovere.
|
Del resto, ditemi
voi, se non siamo utili a nessuno, cosa viviamo a
|
fare?
|
Studente.
|
Vedo, signora,
che lei è molto impegnata al servizio del suo
|
prossimo, di
quelli a lei più vicini. Ma qui, a scuola, per noi, che
|
cosa intende
fare?
|
Docente.
|
Oh questa è
bella! Farò quello che devo: l'insegnante di latino e di
|
greco! Vi detterò
le traduzioni e i paradigmi dei classici in
|
programma, vi leggerò e commenterò le pagine più
significative
|
dei manuali, vi
suggerirò le bibliografie che voi, nel tempo libero,
|
potrete usare per
approfondimenti e ampliamenti. Voi dovrete
|
8
|
lavorare in
armonia con me, senza procurarmi inquietudine.
|
Ordine e armonia
sono sinonimi di umanesimo. Questa è appunto
|
una scuola
umanistica, di persone per bene, dove si impara ad
|
essere umani con
decoro.
|
Studentessa.
|
Come ci aiuterà
dunque a sviluppare la forma umana che abbiamo
|
dentro?
|
Docente.
|
L'ho appena
detto, ma lo ripeto. Questa volta però dovete capirlo.
|
La mia educazione
funziona nel modo seguente: io tradurrò gli
|
autori in
programma, consultando un quaderno compilato da me
|
stessa. Così
avrete una versione precisa e definitiva,
|
indubbiamente più sicura che se fosse ricordata senza l'ausilio
|
prezioso del
foglio scritto. In fondo al vademecum ci sono i
|
paradigmi che
dovrete imparare a memoria. Con questo lavoro
|
meticoloso,
voglio fornirvi un modello di serietà e precisione.
|
Sapete: al giorno
d'oggi tante cose vanno a casaccio. Qui
|
dobbiamo lavorare
con rigore scientifico.
|
Studentessa.
|
Scusi signora, ma
come possiamo farci un'idea della cultura, della civiltà greca, e dalla nostra studiando soltanto
|
i paradigmi e
dalle traduzioni dettate?
|
Docente.
|
Cosa intendi con
idea?
|
Studentessa.
|
Intendo
l'elemento visivo: dagli eroi omerici che cadono come le
|
foglie, ma
rendono onore alla propria vita con il coraggio, con
|
l'intelligenza,
ai voli metafisici dell'anima eterna di Platone,
|
"simile alla
potenza unita di una biga alata e di un auriga ", tutto si
|
vede; mentre
leggo, appaiono immagini che mi inquietano, mi
|
9
|
fanno pensare, mi
commuovono e mi aiutano a conoscere l'essere
|
umano incluso in
me. Via, lei mi capisce: intendo l'ijdei'n
|
Docente.
|
Certo: è
l'infinito dell'aoristo di oJravw
|
io lo so; e tu
lascia perdere,
|
i voli metafisici
dei filosofi e altri deliri onirici
che non sono tenuta a
conoscere, e,
|
francamente, non
mi interessano. Infatti io voglio procedere con
|
rigore
scientifico, te l'ho già detto, per radicarvi alle cose concrete.
|
Te lo ripeto
ancora: manuali, regole e paradigmi.
|
Secondo
studente.
|
Signora, i
paradigmi sono esempi senza i quali non esiste efficacia
|
educativa, lo so.
Ma devono essere esempi di virtù, di giustizia, di
|
generosità, di
bellezza: sono questi i modelli di cui una scuola e
|
una nazione hanno
bisogno.
|
Docente.
|
Vi ho detto di non
preoccuparvi: i paradigmi li ho imparati a
|
memoria tutti, o
quasi; quelli che non ricordo li vado a pescare nel
|
quaderno dove li
tengo in ordine alfabetico. Metterceli, a suo
|
tempo, è stata
una fatica erculea, e voi dovreste apprezzarne il
|
valore. Questo è un
esempio anche nel senso che dice lei: un
|
paradigma di
diligenza.
|
Secondo
studente.
|
Può essere; però
la sua impostazione tecnicistica ignora l'aspetto
|
eroico, quello
estetico, l'etico, l'agonistico della civiltà greca, e
|
chissà quanti
altri che noi non conosciamo.
|
Docente.
|
Troppe cose in una
volta.
|
10
|
Secondo
studente.
|
Ha ragione. Le
faccio un esempio. Pensi al secondo stasimo
|
dell'Edipo re ,
quando il coro chiede a Zeus di non porre fine alla
|
nobile gara
benefica per la città . Io
sono convinto che tanti
|
giovani
demoralizzati, privi di idee, vuoti di entusiasmo, carenti di
|
vita, trarrebbero
incoraggiamento da un agonismo teso alla
|
kalokajgaqiva
|
La letteratura e
la filosofia greca vogliono educare
|
al bello morale.
|
Docente.
|
Lasci perdere la
filosofia, che non mi riguarda, e dimentichi
la
|
Competitività
meschina, fautrice di invidia.
|
Secondo
studente.
|
Lei non ha capito;
io auspico una gara di generosità: un lavoro
|
politico che sia
utile e susciti entusiasmo qui nella
|
povli" o almeno nel nostro liceo. Lei, professoressa, può essere
la nostra
|
guida: ha passato
la vita a leggere gli autori dell'umanesimo; ci
|
aiuti a trovare
l'idea che ogni uomo è una creatura sacra e non
|
deve essere
avvilito dalla prepotenza di altri uomini, né violentato
|
o deriso dal potere. Se non raggiungiamo questa
coscienza, per
|
quale motivo
dovremmo alzarci la mattina?
|
Docente.
|
Io mi alzo per
sistemare i bambini, lei per venire qua a fare il suo
|
dovere. Ma non
sembra che ne abbia una gran voglia. Il suo è un
|
discorso superbo e
contorto. Lei ha perduto di vista la modestia e
|
la semplicità che
insieme costituiscono la pura naturalezza.
|
Secondo
studente.
|
Ma si guardi
intorno signora professoressa! Dov'è la naturalezza?
|
Non vede che i
giovani si drogano, si ubriacano, si stordiscono
|
poiché non sanno
trovare né Dio né l'uomo dentro se stessi? E
|
siccome rimangono
al livello animale della loro esistenza, si
|
11
|
rendono simili
alle bestie chine a terra e schiave del ventre.
|
Raccolga questo
mio appello: ci aiuti a trovare una natura meno
|
guasta di questa
che ci assale da tutte le parti: la città è piena di
|
siringhe, di facce
livide, di gente scoraggiata, devitalizzata. I drogati mi ricordano il gregge
|
di Ades custodito
da Cerbero.
|
Docente.
|
Mi pare di avere
già sentito questi discorsi.
|
Secondo
studente.
|
E' vero, il mio
discorso sa di libri più che di uomini e di esperienze;
|
ma se non avessi
fatto delle letture buone, non avrei armi con le
|
quali difendermi
dalla volgarità e dalla violenza. Due anni fa
|
questa classe ha
iniziato uno studio appassionante sui testi classici
|
della cultura
europea: la ricerca della nobiltà della stirpe umana:
|
una razza che sa
guardare il cielo con gioia, sa spregiare i miseri
|
quattrini, sa
apprezzare il bello con semplicità, sa
dire sì alla vita. Continuare tale
|
lavoro per me,
per molti, è un'esigenza profonda. Ci dia una mano.
|
Dio gliene renderà
merito.
|
Docente.
|
Per le vostre
ricerche è aperta la biblioteca tutti i giorni, dalle
|
dodici alle
tredici meno cinque; andate là con la mia bibliografia,
|
compilate una scheda,
prendete un libro in prestito, portatelo a
|
casa, studiatelo
e provatene orgoglio, se vi sembra giusto. Entro un
|
mese però dovete
restituirlo, altrimenti vi mandiamo i carabinieri a
|
casa. Così vi
abituate a fruire delle biblioteche consapevolmente e
|
responsabilmente.
|
Secondo
Studente.
|
Signora, alla
nostra età abbiamo bisogno di una guida.
|
Docente.
|
Appunto: vi do la
bibliografia che i miei professori, gli emeriti, mi
|
diedero
all'Università.
|
12
|
Secondo
studente.
|
Non basta: è
necessario l'adulto esperto della materia che dia la
|
visione generale,
che riunisca in sinossi le conoscenze
|
frammentarie, che
metta ordine nell'apprendimento di un giovane
|
cui mancano le
categorie mentali dove collocare ordinatamente le
|
nozioni.
|
Docente.
|
Ma che cosa vuol
dire? Lei pecca di astrattezza. Io di fatto posso
|
leggere in classe
le pagine più chiare dei manuali e indicarvi le
|
parti da
sottolineare. Ma crede davvero di risolvere le sue
|
difficoltà in
questa sede con lo studio del greco e del latino? Il
|
problema è quello di riuscire a svolgere i programmi
ministeriali
|
nel breve tempo a
nostra disposizione: io devo dettare le
|
traduzioni e voi
dovete impararle con i paradigmi. Questo non è
|
un lavoro
meccanico: ha una sua filosofia. Quando studiate a
|
memoria con
umiltà e con onestà le forme cardinali della lingua e
|
le pagine dense,
sapide dei manuali, vi abituate a una disciplina
|
essenziale per il
successo nella vita: imparate a ubbidire senza
|
discutere e senza
almanaccare tanto. I ragazzi si drogano perché
|
non hanno
certezze; io qua ve le do: paradigmi e obbedienza ai
|
superiori. Vita
nobile, di razza, significa vita gerarchicamente
|
ordinata, dove
l'inferiore si sottomette, com'è naturale, a chi
|
detiene il potere.
Considerate il microcosmo del nostro istituto: qui
|
non c'è confusione
da quando è arrivato il superiore attuale. Cosa
|
ha fatto?
Semplice: ha irreggimentato gli studenti, e ora le lezioni
|
sono seguite. Voi
prima non c'eravate, ma io c'ero, e voglio
|
informarvi.
Pensate: con la precedente gestione i ragazzi
|
rumoreggiavano nei
corridoi per tutto il tempo, o uscivano
|
addirittura dalle
porte aperte dell'istituto !
|
Tranne quando
avevano in classe uno di quegli insegnanti
|
sovversivi che,
atteggiandosi a divi, si esibiscono per tre ore al
|
giorno,
spiattellano idee cariche di malizia e, con la scusa di
|
interpretare i
testi, attribuiscono al defunto Sofocle, per esempio,
|
le loro
convinzioni malsane, onde plagiare i giovani e indurli alla
|
disobbedienza. Il
Signor Preside, assai giustamente, ha eliminato o
|
degradato questi
falsi profeti ed ha premiato me, onorandomi con
|
una promozione.
Contemporaneamente ha sprangato i cancelli:
13
|
così gli studenti
rimangono bloccati nelle aule, o per lo meno
|
nell'edificio, e
imparano che un professore è comunque degno di
|
ascolto, se non
altro perché è un superiore. Il vostro ex insegnante
|
era uno di quei
sobillatori ascoltati nei tempi bui, ed è stato punito, retrocesso dal liceo
al ginnasio. Ricordo che una terza liceo sciperò e rumoreggiò a lungo per
conservare quel docente sovversivo che inoculava lo spirito critico a quei
poveri adolescenti, ma il Signor Preside tenne duro e lo emarginò.
Ha chiamato anche
due ispettori. Il primo scrisse che Ghiselli era uno dei migliori insegnanti
d’Italia. Ma noi potemmo annullare quel giudizio sbagliato perché lo stesso
Ghiselli stupidamente, aveva detto che quell’ispettore era stato il suo
professore di italiano e latino al liceo Mariani di Pesaro. Così arrivò,
senza che lui lo sapesse il secondo. Ghiselli purtroppo è riuscito a
ingannare, a sedurre anche questo e non abbiamo potuto cacciarlo. Ma siamo riusciti a tenerlo al ginnasio,
tra i bambini, dove ha minori possibilità di fare del male.
|
Primo
studente.
|
Noi l'abbiamo ascoltato con interesse e
abbiamo imparato tanto, a partire proprio dallo spirito critico, e siamo in
grado di dare giudizi, krivnein,
con la nostra testa, ciascuno con la sua.
Insomma, siamo kritikoiv.
|
Docente.
|
Io sono stata
promossa dal ginnasio al liceo, perché non ho mai
|
fatto concessioni
alla demagogia. Una volta perfino i ginnasiali
|
osavano non
ascoltare o perfino sciamare via. Ma io continuavo a
|
leggere
grammatiche e manuali, anche se in classe restava un
|
ragazzino solo
che a sua volta leggeva il giornale. E leggerò ora, a
|
maggior ragione,
con l'aula piena. Infatti non vi serve studiare il
|
significato di
Ulisse nella letteratura occidentale, come pretendono
|
certi fanfaroni
capaci di legare Omero non solo a Dante, ma a
|
Joyce, se non
conoscete i nomi dei genitori di
Eschilo, e il
|
perfetto di tutti
i verbi, compreso lambavnw
|
Tuttavia la
"nobile
|
gara",
sbandierata da quel ciarlatano, ci sarà, non dubiti: chi ricorderà il
|
maggior numero di
paradigmi avrà il voto più alto. Non c'è modo
|
migliore di
ripristinare l'agonismo dei Greci.
|
Studentessa.
|
I suoi colleghi
"educano" alla maniera sua?
|
Docenti.
|
I migliori
insegnano come me, però sono più fiscali nella
|
valutazione e
nella sorveglianza degli scritti.
|
Studentessa.
|
Fiscali riguardo
a che cosa, se non insegnano niente?
|
Docente.
|
Come si permette?
|
14
|
Studentessa.
|
Mi scusi. Fiscali
in che modo?
|
Docente.
|
Quando vi
interrogano, vogliono che voi ricordiate quanto
|
ricordano loro:
infatti una è la verità, uno il sapere. Quando fanno
|
la sorveglianza si
aspettano un comportamento sleale, data la
|
malizia
connaturata agli adolescenti. Voi dovrete convincerli della
|
vostra
schiettezza con un comportamento irreprensibile:
|
assecondandoli
sempre.
|
Suona la
campanella.
|
Allora ci siamo
intesi. Noi dobbiamo ricominciare la letteratura
|
greca che è stata assassinata con il parlare di Joyce e di Nietzsche,
i cattivi maestri del vostro cattivo ex maestro.
|
Per domani
studiate il manuale da pagina uno a pagina cinque: la
|
vita di Omero.
|
Primo Coro.
|
La classe.
|
Ho passato due
anni a studiare
|
la cultura
europea,
|
con tensione di
tutte le forze
|
per centrare
l'idea della vita morale.
|
Ho tenuto la mira
sulla bellezza ,
|
e ho imparato a
pensare
|
cosa valgano il
coraggio, l'onore, l'ingegno
|
dell'omerico eroe;
|
la giustizia del
mondo eschileo;
|
la pietà
religiosa di Sofocle che santifica l'uomo;
|
e, di Euripide,
la compassione dal dolce pianto,
|
la mente che
rende malato l'eroe,
|
la madre furente;
|
la Pianura della
realtà cui anela Platone;
|
la buona mente e
il furore di Seneca,
|
la satira dell'Arbiter cesellatore dei vizi ,
|
15
|
la sofferenza di
Dostoevskij impregnata di idea,
|
il potenziamento
dell'uomo di Nietzsche;
|
l'almanaccare
ozioso di Svevo,
|
il borghese e
l'artista di Mann,
|
l'angoscia
contagiosa di Kafka,
|
la donna pensante
di Ibsen,
|
l'inconscio e il
pansessualismo inquietante di Freud,
|
la terra di Eliot
in attesa di pioggia divina,
|
i salotti mondani
di Proust che vuole sbucciare le cose,
|
i topi di Joyce
affogati in barili di birra irlandese.
|
Ma adesso quel
tempo è lontano.
|
E' arrivato il
momento
|
di fissare
all'orecchio
|
la parola
ordinaria del manuale
|
e il paradigma
fugace.
|
Che i miei studi
passati sian vani comunque
|
giudizio verace
non è.
|
Ho imparato che
l'Uomo
|
destinato al
dolore e alla morte,
|
effimero come le
foglie,
|
con potenza di
mente e purezza di cuore
|
può forzare il
destino a portarlo di là.
|
Al di là del
dolore, al di là della morte,
|
resta il bene che
fai,
|
l'amore che dai,
|
la giustizia che
rendi,
|
il bello che crei,
|
il vero che
cerchi,
|
e la nobile
stirpe dell'Uomo
|
che sempre
procede,
|
e se cade talora
o declina,
|
risorge con nuovo
vigore
|
come foglia nella
selva fiorita al tempo di primavera.
|
Il bene cos'è?
|
16
|
E' capire la parte
profonda della nostra persona,
|
è sconfiggere
mostri paurosi generati da antichi dolori,
|
per attingere il
massimo oggetto di scienza:
|
che nell'umana
creatura c'è Dio.
|
Amore cos'è?
|
Un assillo che
spinge a creare nel Bello.
|
Giustizia cos'è?
|
E' luce serena
che rischiara ogni vivere onesto,
|
è fiamma vitale
che scalda lo sguardo profondo del buono,
|
è il lampo
sinistro che svela la colpa
|
dello stolto
violento, dell'ipocrita triste,
|
e infine,
tremendo, li abbatte.
|
Il bello cos'è?
|
E' ricchezza
interiore che dagli occhi si irradia su tutto l'aspetto
|
e diviene armonia
delle membra, alto stile di vita.
|
Il vero cos'è?
|
E' oggetto di
indagine eterna:
|
senza esame non è
degna di essere vissuta
|
la vita
dell'uomo.
giovanni ghiselli
Oggi, 11 dicembre
2013, il mio blog, aperto nel febbraio del 2013, è arrivato a 121701 lettori
|
che bello! aspetto le altre puntate
RispondiElimina