Peggy Webber (a destra) interpreta Lady Macduff nel film di Orson Welles |
La transvalutazione
lessicale. Tucidide e la guerra civile. Sallustio e il Bellum Catilinae. Tovlma e audacia. La Fedra (honesta quaedam scelera successus facit)
e l’Hercules furens di Seneca. Lady
Macduff del Macbeth di Shakespeare e
la Pharsalia di Lucano. Petronio e la
critica d’arte. Tacito e Giovenale. “Moderato” e “deregulation” Due romanzi di uno scrittore cinese.
Wortwandel ist
Kulturwandel und Seelenwandel, mutamento del significato delle parole è
mutamento della cultura e mutamento dell’anima[1].
Un fenomeno
importante e funzionale al fissaggio dei vocaboli nella memoria è la
transvalutazione lessicale: parole come audacia e tovlma cambiano significato durante le
guerre civili[2].
Nei conflitti interni molti valori si capovolgono: lo afferma Tucidide a
proposito della stavsi" di
Corcira[3],
quando ci fu una tranvalutazione
generale e le stesse parole cambiarono il loro significato originario: "Kai; th;n eijwqui'an ajxivwsin tw`n ojnomavtwn ej" ta; e[rga
ajnthvllaxan th'/ dikaiwvsei. Tovlma me;n ga;r ajlovgisto" ajndreiva
filevtairo" ejnomivsqh" (III, 82, 4), e cambiarono
arbitrariamente l'usuale valore delle parole in rapporto ai fatti. Infatti
l'audacia irrazionale fu considerata coraggio devoto ai compagni di
partito.
Queste parole sono commentate da Montaigne nel capitolo
XXIII[4]
dei Saggi :" Si leggono nelle nostre stesse leggi, fatte per
rimediare a quel primo male[5],
l'insegnamento e la giustificazione di ogni sorta di cattive imprese; e ci
accade quel che Tucidide narra delle guerre civili del suo tempo che per
favorire i pubblici vizi li battezzavano con nuovi nomi più dolci, per
scusarli, temperando e ingentilendo la loro vera qualità"[6].
"Le lotte civili degli anni 427-425 a Corcira
rappresentano, a giudizio di Tucidide, un salto di qualità nella storia della
lotta e della violenza politica in Grecia: la sequenza dei fatti è presentata
intenzionalmente, nelle sue pagine, con le espressioni e i toni della
patologia"[7].
"Un'audacia "
ajlovgisto"" prende il nome di coraggio, la prudenza si chiama
pigrizia, la moderazione viltà, il legame di setta viene prima di quello di
sangue, e il giuramento non viene prestato in nome delle leggi divine, bensì
per violare le umane. Sinistro carnevale, mondo a rovescio, in cui è
necessario lottare con ogni mezzo per superarsi e in cui nessuna neutralità è
ammessa. Così appare, a Corcira, per la prima volta tra gli Elleni, la più
feroce di tutte le guerre (Tucidide, III, 82-84)"[8].
Nel Bellum
Catilinae di Sallustio, Catone , parlando in senato dopo e contro Cesare,
il quale aveva chiesto di punire i congiurati "solo" confiscando i
loro beni e tenendoli prigionieri in catene nei municipi, denuncia questo
cambiamento del valore delle parole:"iam pridem equidem nos vera
vocabula rerum amisimus: quia bona aliena largiri liberalitas, malarum rerum
audacia fortitudo vocatur, eo res publica in extremo sita est " (52,
11), già da tempo veramente abbiamo perduto la verità nel nominare le cose:
poiché essere prodighi dei beni altrui si chiama liberalità, l'audacia nel
male, coraggio, perciò la repubblica è ridotta allo stremo.
Nell'Hercules furens Megara denuncia questo
criterio:"prosperum ac felix scelus/virtus vocatur" (vv.
251-252), il delitto utile e fortunato si chiama virtù.
Nella Pharsalia di Lucano è il potere delle armi
rabbiose che porta a questa trasfigurazione delle parole:"Imminet
armorum rabies, ferrique potestas/confundet ius omne manu, scelerique
nefando/nomen erit virtus, multosque exībit in annos/hic furor" (I,
666-669), incombe la rabbia delle armi, e il potere del ferro sfigurerà ogni
diritto con la violenza, e virtù sarà il nome di delitti nefandi, e questo
furore durerà molti anni.
E ancora: nel Macbeth di Shakespeare la moglie di Macduff viene invitata a
fuggire da un messaggero, prima che arrivino i sicari del tiranno, e risponde:
“Whither should I fly?-I have done no
harm. But I remember now.- I am in
this earthly world where to do harm-is often laudable; to do good,
sometime-accounted dangerous folly” (IV, 2), dove dovrei scappare? Io non ho fatto del male. Ma ora ricordo. Io sono in
questo basso mondo dove fare il male è spesso lodevole; fare il bene, talora è
considerata pericolosa follia.
L’ audacia attribuita ai Catilinari è una forma di
estremismo, termine che oggi suona altrettanto male. Nella prima Catilinaria
Cicerone attacca il nemico attribuendogli piani e intenti eversivi:"quem
ad finem sese effrenata iactabit audacia? " (I, 1, 1), fino a quale
estremo si lancerà l'estremismo scatenato?
Il significato negativo di tovlma si vede bene nel primo Stasimo
dell'Antigone quando il Coro afferma:"bandito dalla città (a[poli" ) è quello con il quale
/coesiste la negazione del bello (to; mh;
kalovn), per la sfrontatezza (tovlma" cavrin, vv. 370-371).
Il biasimo dell'audacia dunque è
ricorrente nei tradizionalisti, e investe anche la critica d'arte. Sentiamo Petronio
a proposito della pittura:" pictura quoque non alium exitum fecit,
postquam Aegyptiorum audacia tam magnae artis compendiariam invenit "
(2, 9), anche la pittura non ha avuto risultato diverso dopoché la sfrontatezza
degli Egiziani ha trovato la scorciatoia di un'arte tanto grande. Si tratta
della tecnica compendiaria la quale
viene di solito attribuita al cosiddetto
terzo stile pompeiano. Si può vedere un esempio di tale tecnica nella
casa dei Vettii[9].
"Non bisogna confondere, come spesso s'è fatto, questa pittura compendiaria , cioè rapida ed evocativa, con il moderno impressionismo, che
tende a rendere con assoluta immediatezza un'emozione visiva. Consideriamo,
scegliendo a caso, il gruppo di Ermafrodito e Sileno, nella casa dei
Vettii. Il discorso pittorico è rapido, ha una cadenza accentata, vivace; ma
scorre su uno schema del tutto convenzionale. E' una pittura a macchia…Nel giardino della Villa di
Livia a Roma[10],
si ha un "inventario" di piante, raffigurate a memoria: il pittore
conosce la forma di ogni singolo albero o arbusto e la descrive con sicurezza;
ma ciò che viene precisato con rapidi tratti di colore non sono le cose che
l'artista vede, bensì le nozioni che ha di esse. Non dunque lo
spettacolo della natura, ma le immagini della mente prendono forma e si fanno
evidenti nell'arte; e la tecnica rapida
e per cenni, compendiaria,
non è una tecnica creata per rendere con immediatezza le emozioni visive ma per
tradurre visivamente quelle immagini. Si spiega così come questa tecnica
diventi anche più rapida e intensa nella pittura cristiana delle catacombe, le
cui immagini puramente simboliche non hanno alcun rapporto con la realtà
oggettiva"[11].
Tacito utilizza la parola audacia
per gettare una luce fosca sull’ultima tresca di Messalina, "tutta amorazzi e dentifrici"[12].
La meretrix Augusta :"iam...facilitate
adulteriorum in fastidium versa, ad incognitas libidines profluebat "[13],
oramai volta alla noia per la facilità degli adultèri, si lasciava andare a
dissolutezze inaudite. L'incognita ed estrema libido fu quella di
sposare l'amante Silio, e non a Claudio
morto. Il ganzo la incalzava (urgebat) con l'argomento che "flagitiis
manifestis subsidium ab audacia petendum ", negli scandali scoppiati
bisogna chiedere soccorso all'audacia.
Giovenale[14]
peggiora ulteriormente la brutta coloritura di questo sostantivo con l'aggiunta
del participio-aggettivo perdita: audacia
perdita è l'audacia disperata e depravata attribuita al graeculus,
il grecastro capace di tutto (Satira III, 73 sgg.).
Si parva licet componere magnis[15], se si
possono paragonare le cose piccole con le grandi, e indicare una parola il cui
significato si è capovolto nel corso della mia vita adulta, essa è
"moderato", che dal '68 sino alla fine degli anni Settanta suonava
malissimo e ora suona benissimo. Alle orecchie dei più dico.
In questi giorni di catastrofe finanziaria è diventata una
brutta parola deregulation che sino a
poco tempo fa sembrava tanto bella ai liberisti nostri e a quelli di
oltreocano.
Trovo un riscontro di rapido cambiamento lessicale in uno
scrittore cinese nostro contemporaneo, forse addirittura della mia generazione,
o che per lo meno racconta storie di Cinesi della mia generazione. L’autore fa
pure notare che il cambiamento del linguaggio cambia le persone: “Adesso[16]
ci sono parecchie cameriere russe vestite con corsetti aderenti di pizzo e
giarrettiere bianche, come se fossero uscite da quei poster della vecchia
Shangai. Assolutamente sensazionali. I clienti arrivano a frotte. In
particolare i giovani. Dicono che c’è un’atmosfera molto xiaozi”.
“Xiaozi? Piccolo
borghese?”
“Oh, sì, è un nuovo termine alla moda. Xiaozi, piccolo borghese, ma si riferisce a un consumatore alla
moda, estremamente raffinato, consapevole del proprio status. E’ molto in voga
tra quegli impiegati che lavorano nelle joint venture straniere. ‘Se non sei
uno xiaozi non sei nessuno’”,
“Be’, certo anche il linguaggio cambia” disse Chen, “e
cambia anche noi”[17].
“Durante la rivoluzione culturale “cinese d’oltremare” era
un termine negativo, che si usava per descrivere persone politicamente
inaffidabili legate al mondo occidentale, o a uno stile di vita borghese e
dispendioso…Al giorno d’oggi “cinese d’oltremare” è un termine positivo, si
riferisce a qualcuno che è ricco, pieno di successo negli affari, in contatto
con l’occidente”[18].
[1]
Leo Spitzer, Critica stilistica e storia
del linguaggio, trad. it. 1954, p. 75.
[2]
Cfr. Il mio La donna abbandonata, p.
183.
[3] 427-425 a . C.
[5]
Le prime faziosità (n.d. r.).
[6]
Montaigne, Saggi (del 1585), p. 156.
[7]
D. Musti, Storia greca , p. 411.
[8]
M. Cacciari, Geofilosofia dell'Europa, pp. 42-43.
[9]
Poco dopo la metà del I sec. d. C.
[10]
Metà del I sec. d. C.
[11]
G. C. Argan, Storia dell'arte italiana, 1, p. 161.
[12]
S. Mazzarino, L'impero romano, 1, p. 218.
[13]Tacito,
Annales , XI, 26.
[14]
55 ca d. C.-140 ca. d. C.
[15]
Virgilio, Georgica IV, 176.
[16]
Siamo negli anni Novanta del Novecento (ndr.)
[17]
Qiu Xialong, Quando il rosso è nero,
p. 172.
[18]
Qiu Xiaolong, Visto per Shangai, p. 215.
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