Emile (Jean Baptiste Philippe) Bin The Hamadryad, 1870 |
Resta
da dire qualche cosa su gli Inni.
Sono
sei, cinque in esametri e uno, I
lavacri di Pallade , il quinto, in distici elegiaci.
I
più interessanti sono il sesto, A Demetra
, e il terzo, Ad Artemide . In questo il poeta rappresenta la dea bambina
che vezzeggia Zeus, mostrando un'altra
predilezione dell'arte ellenistica: quella per il mondo infantile in quanto
portatore di grazia e di primitività. La piccola sta seduta sulle
ginocchia del padre e gli fa:
"Concedimi,
papà, di conservare la verginità per sempre,
e
di avere molti nomi, perché Febo non venga a gara con me
concedimi
frecce e archi, su padre, non ti chiedo una faretra
né
un grande arco; per me i Ciclopi subito
fabbricheranno
le frecce, per me una cintura flessibile;
ma
ti chiedo di cingermi di luce e di una tunica fino al
ginocchio,
orlata, per uccidere animali selvatici.
Concedimi
sessanta danzatrici oceanine,
tutte di nove anni, tutte ancora bambine senza cintura.
Dammi
come ancelle venti ninfe del fiume Amnìso... (vv. 6-15)
Da
questi versi si vede un Olimpo non più
apollineo, teso a rovesciare il mondo dei Titani e a cosmizzare il caos,
ma simile al mondo borghese dove
la bambina chiede giocattoli al padre o al nonno. Il mondo del mito che era
stato già attualizzato da Eschilo viene imborghesito da Euripide che per
primo scandalizzò il pubblico. Ma al
tempo cui siamo arrivati tale procedimento non costituiva più una novità e
Callimaco cerca di raggiungere perspicuità ed eccellenza attraverso una forma
egregia.
L'Inno VI, A
Demetra, narra la punizione di
Erisittone
che aveva oltraggiato la dea tagliando alberi a lei sacri. Questa lo punì con la bulimia, la fame del bue. Il
disgraziato mangiava tutto:
pecore, cavalli, compreso quello allevato per la corsa, la mucca di casa e perfino "la gatta che i topi piccini
temevano"(v. 110). Si vede che la storia tragica, e molto attuale
poiché non pochi sono quelli che riempiono un vuoto mangiando troppo, prende
quella connotazione ironica e graziosa che costituisce l'usuale sigillo
callimacheo.
fine
giovanni
ghiselli
Grazie perchè attraverso i classici ci parli di noi. La bulimia è un problema grave che non ha inventato l'uomo contemporaneo. Bellissimo. Giovanna Tocco
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