mercoledì 16 agosto 2023

Ancora sul ROF (Rossini Opera Festival).


Ieri sera ho visto Aureliano in Palmira, un’opera godibilissima che celebra la clemenza dell’imperatore Aureliano Augusto il quale dopo avere sconfitto i ribelli Zenobia e Arsace, li perdona lasciando loro l’amore reciproco e il potere sia pure condizionato dalla fedeltà al vassallaggio nei confronti di Roma. Forse un modello proposto a Napoleone o ai prossimi vincitori dell’Avventuriero còrso quale fu il De clementia Senecano per Nerone.

Godibilissimo questo “dramma per musica”  dunque ma goduto da pochi: la platea era mezza vuota e la galleria non era tutta piena. Io credo che gli amministratori pesaresi dovrebbero valorizzare la cultura invece che le motociclette, la ruota gigante, il casco ciclopico di Valentino Rossi e altre porcherie del genere.

Immagino che la rappresentazione dei melodrammi rossiniani con interpreti ottimi –bravissime le donne, bravi gli uomini- costi molto denaro ed è un peccato che  spettacoli tanto pregevoli e impegnativi non riempiano i posti a disposizione del pubblico. Tra l’altro il costo dei biglietti non è proibitivo: i giovani sotto i 26 anni pagano solo 30 euro, ma non ne ho visti: costoro scorrazzano con le motociclette a tutte le ore con grande rumore e a velocità agonistica senza alcun limite né sanzione.

Aureliano dunque perdona e conclude la vicenda e il melodramma dicendo:

 “Copra un eterno oblio

Ogni passato errore:

vi stringa a voi l’amore,

che le vostr’alme unì”.

 

Difficile è invece obliare lo scempio perpetrato nei confronti della cultura pesarese: se non c’è un giovane che viene ad ascoltare e vedere le opere di Rossini magistralmente interpretate, e pochi sono gli italiani, pochissimi i pesaresi, mentre la maggioranza è costituita da stranieri anziani, orientali e nord europei, significa che in questa cittadina, amena d’estate, non si fa niente per valorizzare la cultura da tanti anni.

A Bologna quelli che conoscono me e altri vecchi pesaresi usciti dal liceo Terenzio Mariani, tra i quali un magnifico rettore dell’alma mater, dicono che il liceo classico di Pesaro doveva essere buono. Lo era sicuramente quando lo frequentai con i miei coetanei (1958-1963).

L’assenza di giovani e la scarsità di pesaresi a questo magnifico festival mi fa pensare che non lo sia più da molti anni.

Domani andrò a vedere la terza opera in programma: Eduardo e Cristina.

Credo che sarà uno spettacolo mirabile come i due che ho già visto. Non posso perderlo: ne avrei rimpianto e rimorso

 

Pesaro 16 agosto 2023 ore 10

giovanni ghiselli il poverello pesarese che per il biglietto del ROF-60 euro in galleria- i soldi li trova: tra lavoretti qua e là,  un poco di accattonaggio e qualche prestito. Mi do da fare e mi raccomando ai buoni.

Il caro benzina non mi tocca: non uso più l’atomobile da anni.

C’è una navetta che porta me e tanti altri vecchi, tutti stranieri alcuni anche decrepiti, dal teatro Rossini all’Arena distante 6 o 7 chilometri dove ci godiamo lo spettacolo. Quindi ci riporta in centro. Una compagnia simpaticagradevole: compreso l’autista gentilissimo. E’ un servizio ottimo: siamo contenti anche di questo.

 

 

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