lunedì 30 ottobre 2023

Ifigenia XLVIII. A Luciana

A. Feuerbach, Iphigenie (1862)
Tra le allieve della prima media tutte vivaci e carine, ce n’era una speciale.
  La notai per la sua creatività nelle scrivere, per l’originalità e l’indipendenza delle sue osservazioni, per la vivacità con cui mi faceva delle domande e l’interesse mostrato nell’ascoltarmi. Insomma era una bambina dotata di autonomia mentale e caratteriale e mi assomigliava. Con il volgere delle stagioni saremmo diventati amici. L’ho invogliata a valorizzare la sua intelligenza e gli altri suoi talenti. Luciana a sua volta durante il triennio in cui l’ho aiutata a crescere mi ha fatto capire quanto di buono potessi dare agli allievi in termini di umanità.
A Carmignano di Brenta dove vissi cinque anni della mia gioventù ero apprendista del mio lavoro e di me stesso; allora presi coscienza di tante attitudini mie: prima di tutte quella del maestro  capace di suscitare energie mentali e morali nei giovani. Mi accorsi che con i ragazzi mi trovavo bene e pure loro con me: ci si educava a vicenda.
Carmignano di Brenta mi piace perché assomiglia ai mio venticinque anni quando ci arrivai spaesato e trasecolato. Le varie volte che ci sono tornato dopo il trasferimento a Bologna ho ritrovato nel  paese, nel paesaggio, nel suo fiume, nei suoi profumi, le dolci malinconie, e anche le forti emozioni di allora, quando vivevo ogni evento nell’attesa di beni più grandi e quegli anni con quelle esperienze come preludio e presagio delle  cose egregie  che avrei dovuto compiere una volta tornato a Bologna. Ora che mi avvio agli ottanta e la vita trascorsa mi ha allontanato da quella condizione di giovanotto trapiantato e sbigottito ma vivo, curioso, animato da vaghe e grandi speranze, se penso a quegli anni di Carmignano, ritrovo nell’aurea miniera del cuore i sentimenti di allora, la meraviglia  lo stupore e l’interesse davanti a  ogni persona nuova che mi induceva a osservarla,  interrogarla, capirla per ingrandire e migliorare la mia umanità.
Alcuni dei ragazzini miei allievi  di allora, oramai ultrasessantenni, mi ringraziano ancora per quanto di buono hanno ricevuto da me: voglio rispondere e voglio che sappiano che sento di avere avuto da loro non meno di quanto abbia dato.
 Ci siamo scambiati munera preziosi, funzionali alla crescita, ricchi di reciprocità.
 
Bologna 30 ottobre 2023 ore 15, 30 
giovanni ghiselli  

p. s.
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