martedì 24 ottobre 2023

Ifigenia XXXIX. L’assemblea studentesca. Seconda parte

Non si deve dare troppa importanza al nuovo preside: non è stato il genio creatore del riflusso nel liceo classico meno antico tra i due della città, ma soltanto l’uomo giusto al momento giusto dal punto di vista della reazione alla vivacità politica degli studenti e di alcuni insegnanti.

Verso la metà degli anni Settanta dopo un lustro di stragi, come ho già scritto nella storia di Päivi, era cominciata la reazione alla “moda” della sinistra che dal   j68 era seguita da gran parte del mondo delle scuole; dopo l’uccisione di Aldo Moro e il fallimento del compromesso storico della primavera del  j78  si era avviata questa era peccaminosa dell’annientamento della solidarietà, della cultura, e su tale strada veniva metodicamente annichilito tutto il meglio dell’umanesimo, ossia dell’amore per l’umanità.
Molti tra i ragazzi del Minghetti provavano a contrastare tale reazione  intesa a diffondere ignoranza e menefreghismo ma gli ordini trasmessi ai burocrati locali dal potere centrale era quello di favorire l’ignoranza a partire da quanto concerneva l’apprendistato dei giovani che non dovevano apprendere la capacità di criticare chi trasmetteva ordini.
A questo risultato contribuivano una scuola che veniva resa peggiore, dove cioè si studiava sempre  meno e meno bene. Gli studenti, a mano a mano che i mesi passavano, perdevano gli strumenti per fermare tale declino degli istituti nella palude dell’ignoranza. Rimaneva loro il vitalismo dell’età che però, non sorretto da un logos disciplinato, educato dallo studio, e da un pathos che ama la vita, non escludeva il caos, il disordine di vizi anche deleteri. Oggi questa discesa è diventata un precipizio in un burrone.
Ifigenia parlò all’assemblea in modo efficace. Riferì alcune idèe che aveva discusso con me e seppe farlo con precisione non priva di grazia. Seppe recitare le nostre idèe con magnifico pathos illuminato dal suo splendido aspetto. Mi sentìi innamorato di lei più che mai. Le attrici belle e brave mi sono sempre piaciute, fin da bambino. Anche la mamma e la zia più importante, la Rina tendevano a recitare.
 Pure io quando faccio lezione. Oggi ne terrò una ed esporrò con piglio drammatico, da consumato attore, la parte ben preparata trovando le parole con l’inventio, disponendole in maniera ordinata, dando loro una forma chiara e attraente,  imprimendole nella memoria per leggere il meno possibile e provando a recitarle da bravo interprete appunto, con un’ actio studiata Me l’hanno insegnato i miei autori, maestri e accrescitori oltre che la mamma e la zia Rina. Ora sante.
 
Bologna 24 ottobre 2023 ore 16, 45 
giovanni ghiselli
ancora e per sempre studente e povero

p. s.
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