lunedì 18 settembre 2023

Apuleio L’asino d’oro IV libro


C’è un grande intermezzo riservato ai latrones che nel gioco di scatole cinesi contiene la storia di Chiarite, una ragazza rapita dai briganti, che contiene la storia di Amore e Psiche.

Lucio cerca le rose per vedere se poteva in hominem resurgere (4, 1). Era morto come uomo e voleva tornare a esserlo. Cerca l’evento favorevole. Viene portato nella caverna dei ladroni dove c’è una vecchia maltrattatissima. Poi arrivano altri briganti, più giovani. Estur ac potatur incondite (4, 8). Hanno uno stile animalesco: carne a mucchi, pane a montagne, coppe a schiere. Clamore ludunt, strepitu cantĭlant, conviciis iocantur con lo stile dal caos, della volgarità, simili a Lapiti, Baccanti e Centauri[1].

 

Si pensi al Protagora di Platone. Ci sono conviti santi dunque, antifestini violenti, cene presso i morti, poi i simposi dei maleducati che rumoreggiano a tavola e ostacolano la conversazione, come i proci innanzitutto, che spesso fanno chiasso nel megaron ombroso di Itaca (p. e. Odissea , IV, 768), quindi quelli degli incolti biasimati da Platone nel Protagora. In questo dialogo Socrate indica delle regole per i simposi della gente educata che non può rumoreggiare a tavola, e, anzi, non sopporta qualsiasi elemento ostacoli la conversazione. Le persone mediocri e volgari, per incapacità di parlare tra loro durante i simposi, a causa della mancanza di educazione, si intrattengono a vicenda attraverso la voce dei flauti; invece tra i convitati colti e per bene, non puoi vedere né suonatrici di flauto, né danzatrici, né citariste, ma essi soli che sono capaci di conversare tra loro senza queste sciocchezze e questi giochi (" ajlla; aujtou;" auJtoi'" iJkanou;" o[nta" sunei'nai a[neu tw'n lhvrwn te kai; paidiw'n touvtwn", 347d)  e parlano e si ascoltano a turno ordinatamente, anche se bevono molto vino.

 

Uno dei nuovi arrivati racconta un’impresa con intonazione epicaThebas heptapylos accessimus (4, 9), ci avvicinammo a Tebe dalle 7 porte. Qui uno di questi eroi ci rimette la vita: Lamaco vir sublimis animi virtutisque praecipuus (4, 11). Insomma è un brigante d’onore

 

Cfr.  la tra- svalutazione lessicale di cui parlano Tucidide e Platone.

Tucidide: Tovlma me;n ga;r ajlovgisto" ajndreiva filevtairo" ejnomivsqh" (III, 82, 4).

Platone nella Repubblica mette in rilievo il cambiamento di valore delle parole quando passa in rassegna le forme costituzionali: nello Stato democratico gli appetiti (ejpiqumivai) prendono possesso dell'acropoli dell'anima del giovane, poi questa viene occupata da parole e opinioni false e arroganti  (yeudei'" dh; kai; ajlazovne"lovgoi te kai; dovxai 560c)  le quali chiamando il pudore stoltezza (th;n me;n aijdw' hjliqiovthta ojnomavzonte"), lo bandiscono con disonore; chiamando la temperanza viltà (swfrosuvnhn [2] de; ajnandrivan), la buttano fuori coprendola di fango (prophlakivzonte" ejkbavllousi), e mandano oltre confine la misura e le ordinate spese (metriovthta de; kai; kosmivan dapavnhn)  persuadendo che sono rustichezza e illiberalità (ajgroikivan kai; ajneleuqerivan 560d). E non basta. I discorsi arroganti con l'aiuto di molti inutili appetiti transvalutano pure, ma in positivo, i vizi, immettendoli nell'anima  e chiamano la prepotenza buona educazione (u{brin me;n eujpaideusivan kalou'nte" ), l'anarchia libertà (ajnarcivan de; ejleuqerivan), la dissolutezza magnificenza (ajswtivan de; megaloprevpeian), e l'impudenza coraggio (ajnaivdeian de; ajndreivan 560e-561).  L’uomo così corrotto vive a casaccio, e la sua vita non è regolata da ordine (tavxi") né da alcuna necessità (ajnavgkh). Si capovolgono pure i rapporti umani: il padre teme il figlio, il maestro lo scolaro, i vecchi imitano i giovani, per non sembrare inameni e autoritari (563).

 

Muoiono alcuni ladroni tra Tebe e Platea.

 C’è comunque tra i ladri un codice di onore e di lealtà per cui non si denunciano a vicenda: uno di loro, travestito da orso, si lascia uccidere senza fiatare nec clamore ac ne ululatu quidem fidem sacramenti prodidit (4, 21).

 

Tra le persone per bene (i borghesi), viceversa, Trasillo, l’amico di Charite, amici fedelissimi personam mentiebatur (8, 2), recitava mentendo la parte del fedelissimo amico.

 

Cfr. Lilì Marlen di Fassbinder dove i borghesi sono peggiori, meno leali, dei nazisti.

 

I ladroni dunque commemorano il morto Trasyleon rimpiangendo il valore naufragato della fides.

 

Cicerone la definisce fundamentum iustitiae, (De officiis, I, 23) un valore morale e una nozione giuridica.

 

Poi i ladroni vanno via e tornano con una virgo liberalis Charite, una ragazza dal nobile volto dalla quale pensano di ricavare un riscatto. Ordinano alla vecchia di consolarla blando alloquio (24) con parole blande, come l’Innominato  che ordina alla vecchia in: “Falle coraggio, ti dico. Tu sei venuta a codesta età senza sapere come si fa coraggio a una creatura? Hai mai sentito affanno di cuore?” (I promessi sposi, XX).

Ma Carite è disperata e la vecchia si irrita e le chiede in tono imperioso e con volto truce saeviore iam vultu quid malum fleret.

 

Cfr. I promessi sposi, XXI: “ Io son vecchia, son vecchia. Maledette le giovani, che fanno bel vedere a piangere e a ridere, e hanno sempre ragione” (XXI).

 

Carite lamenta la sua situazione e la distruzione delle sue nozze, come quelle di Protesilao con Laodamia.

 

Fu il primo caduto greco a Troia. Non manca mai il paradigma mitico. Può fare da contraltare a una realtà meschina.

 

La vecchia comincia la storia di Psiche e Amore che occupa la parte centrale del romanzo. Erant in quadam civitate rex et regina (4, 28). La favola procede fino a 6, 24. Il suicidio di Carite si trova a 8, 14.

Il re e la regina dunque avevano tre figlie  formā conspicuas, notevoli per la bellezza. Ma la più giovane era addirittura meravigliosa.

 

E’ il motivo topico delle tre sorelle.

Freud ha scritto Il  motivo dei tre scrigni 1913. Le tre sorelle sono le tre Moire (Lachesi, Cloto e Atropo): Atropo che tronca lo stame è la terza. Cordelia non parla: rappresenta la morte.

Cordelia: “What shall Cordelia do? Love and be silent” (King Lear).

Le parche sono le tre donne: la madre che genera, la moglie, la terra che lo riceve.

Anche nascondersi o essere introvabile significa essere morto.

Così Cenerentola e Psiche le più belle tra le ragazze sorelle. Al posto della necessità viene messa una scelta.

 

La bellezza di Psiche è addirittura stupefacente.

 

 Leopardi “ E’ proprio dell’impressione che fa la bellezza…lo spaventare”.

Petrarca in Chiare fresche e dolci acque “Quante volte diss’io-allor pien di spavento-costei per fermo nacque in Paradiso!”.

 

La bellezza di Psiche ingelosisce Venere.

 

Nell’Adone di Marino (1623) Psiche dice a Venere “Tu che reggi l’amorosa stella/odiarmi perché il ciel mi fece bella?”  (IV, 283, 7-8).

Psiche è adorata più di Venere la quale si risente e convoca il figlio pinnatum et satis temerarium. Costui ferisce, corrompe et nihil prorsus boni facit (4, 30).

 

Qui Eros viene calunniato dalla madre.

Vediamo altre calunnie.

Apollonio Rodio: daivmwn ajlginovei~ (IV, 64).

scetli j   [Erw~, mevga ph`ma, mevga stuvgo~ ajnqrwvpoisin (IV, 445),  atroce Amore. Grande angoscia, grande abominio per gli uomini.

Virgilio, Eneide IV 412: improbe amor, quid non mortalia pectora cogis!

Platone nella Repubblica fa dire a Sofocle che è contento della vecchiaia, w{sper luttw`nta tivna kai; a[grion despovthn ajpodrav~   come se fossi fuggito da un padrone furioso e e selvaggio. Ab domino agresti ac furioso profūgi  (Cicerone, De senectute, 14).

 

Venere vuole che Psiche si innamori di un homo extremus (4, 31).

Il padre della ragazza interrogò Apollo il quale sebbene greco, per riguardo al narratore , rispose, in latino, di relegare Psiche in cima a un monte dove sarebbe giunto un mostro per sposarla.

L’autore fa capolino, come Aristofane nelle parabasi.

 La luce delle fiaccole si estingue in cenere di nera fuliggine (4, 33), come alle nozze di Orfeo e Euridice (Ovidio, Met. X, 6-7). Psiche affronta questa che è già una prova. Ma dalla rupe viene portata da Zefiro su un prato fiorito.

 

Come dice Euripide alla fine di Alcesti, Medea, Elena, Baccanti: “ Molti  sono gli eventi  che accadono ajevlptw~, fuori dalle nostre attese.

Infatti pa`n ejsti a[nqrwpo~ sumforhv ( Erodoto, I, 32, 4), l’uomo è in balia degli eventi.

E Otello che ha ucciso Desdemona: “O vain boast, who can control his fate? (V, 2). O vano vanto, chi può controllare il su destino?

Pesaro 18 settembre 2023 ore 11, 29 giovanni ghiselli

p. s

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[1] Cfr.  il frontone occidentale del tempio di Zeus a Olimpia. Ora si rova nel Museo di Olimpia.

[2] Nelle Nuvole di Aristofane il Discorso Giusto dà inizio alla sua parte del disso;" lovgo" ricordando che la swfrosuvnh una volta era tenuta in conto come la quintessenza dell'educazione antica (vv. 961 sgg.). . Al tempo dell'ajrcaiva paideiva (v. 961) infatti la castità (swfrosuvnh, v. 962) era tenuta in gran conto: nessuno modulando mollemente la voce andava verso l'amante facendo con gli occhi il lenone a se stesso (980).

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