Nel
quotidiano “la Repubblica” di oggi (p. 36) Luigi Manconi riporta gli insulti
scritti on line da un giovane odiatore di Carola: “Cialtrona”, la chiami.
Oppure: “Fottuta pirata straniera”, “Cessa
troia”, “riccona comunista”. In qualche caso invochi lo stupro, in altri il
carcere, sempre ti auguri che venga punita per aver commesso un crimine
intollerabile: quello di soccorrere in mare delle vite che non ti somigliano
per nulla.
E
tu, cara giovane odiatrice che scrivi: “ma i vestiti non se li cambia mai?”,
“La ceretta questa sconosciuta”, “Faccia da culo” (…) voi disprezzate Carola
perché la sua immagine sembra costruita ad arte - i capelli rasta,
l’abbigliamento dimesso, il tratto spigoloso - per negare il vostro bisogno di
normalità”.
Ora
aggiungo un commento mio: la paura è il brutto sentimento che scatena il
sentimento orribile dell’odio.
La
paura della anomalia appunto, della non ortodossia, la paura della perdita e in
definitiva la paura della morte.
Secondo Lucrezio le piaghe della
vita come avidità e ambizione sono in gran parte nutrite dal
terrore della morte
“mortis formidine aluntur” (De rerum natura,
III, 64). Infatti il disprezzo e la povertà vengono sentiti come l’anticamera
dell’inferno. Allora per ammassare i beni gli uomini fanno le guerre civili, le
stragi e odiano e temono le mense dei consanguinei et consanguineum
mensas odere timentque (73). Molti macerat invidia (75)
sempre per lo stesso timore della morte.
Un timor che
induce a rompere i vincoli dell’amicizia e a sconvolgere la pietà.
Di fatto questa spietatezza che
proiettiamo sul prossimo, ci rende diffidenti e ostili verso tutti e
profondamente infelici. Ricordo anni lontani in cui era diffusa la simpatia tra
gli esseri umani: allora, dico dei primi anni Settanta, eravamo tutti meno
infelici. Poi le stragi hanno diffuso la paura. Ora lo spauracchio, gli
spaventapasseri sono quei poveracci dei migranti, e chi li aiuta, chi salva le
loro vite è un mascalzone o una troia comunista. Invero degli immigrati abbiamo
bisogno e ne avremo sempre di più.
Manconi riferisce un dato fornito
da Tito Boeri e Vittorio Emiliani: “la sola Lombardia avrà bisogno nel prossimo
decennio di altri 73.000 tra badanti e colf, e attualmente, in questo settore
del mercato del lavoro gli stranieri rappresentano l’82, 9% degli occupati
regolari” (ibid.)
L’articolo citato si conclude con un appello: “smettete di odiare Carola - o
cercate di odiarla un po’ meno - per voi stessi e per quello che immaginate
come il vostro futuro”.
Concludo utilizzando un monito di
Giocasta ai figli nelle Fenicie di
Euripide: mevqeton to; livan,
mevqeton (v.584), abbandonate l’eccesso, abbandonatelo. L’eccesso è
l’odio reciproco tra i due fratelli Eteocle e Polinice che si ammazzeranno a
vicenda. Ricordo questo accorata preghiera materna associandola, magari
arbitrariamente, all’explicit del Manifesto del partito
comunista di Marx - Engels.
Ecco dunque la conclusione mia:
“abbandonate la paura e l’odio. Perderete la vostra infelicità. E avrete una
vita migliore da guadagnare”.
Saluti a tutti
gianni
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