lunedì 29 luglio 2019

Respingo l’uso strumentale della fotografia dell’assassino legato e bendato



Purtroppo sta succedendo quello che avevo previsto e presofferto: “omnia praecepi atque animo mecum ante peregi” (Eneide, VI, 105) .
Dopo il caso di Amanda  Knox e quello della strage della funivia del Ceremis non era difficile presoffrire anche tutto questo che sta avvenendo oggi. Come Enea ricordato sopra, e come  il Tiresia di Eliot “ I (…) have foresuffered all " (La terra desolata , 243).
Stanno intorbidando l’aria per confondere e nascondere la barbarie del crimine efferato compiuto dai due giovani venuti a delinquere dalla California a Roma. Credo che l’uso della fotografia con la quale vogliono trasformare il carnefice in vittima sia strumentale. Azzardo scrivere che probabilmente è anche doloso. Trovo assurdo per giunta che sia stato punito un carabiniere il quale ha legato le mani dietro la schiena e ha messo una benda sugli occhi a un assassino il quale ha ucciso a coltellate un collega dell’arma, mentre sono stati coperti per anni i militari che avevano pestato a morte Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi.
Diversi “autorevoli” giornali qualificano ripetutamente come “intollerabile” il trattamento subito da Natale Hjorth. Come se il misfatto da abominare per primo, e il solo da condannare, fosse questa reazione al delitto che l’ha provocata.
Spero che il governo abbia la dignità di difendere il nostro carabiniere e di respingere tali tentativi di ingarbugliare i fatti perché si giunga a una estradizione e a una condanna irrisoria, seguita dall’oblio dell’assassinio, della vittima cara a tanti italiani perbene, e si arrivi alla negazione totale della nostra sovranità nazionale già troppe volte calpestata e spregiata.
giovanni ghiselli  


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