Il giorno seguente, martedì dieci marzo, di mattina feci lezione senza potere impiegare, qualunque esse fossero in quel tempo, tutte intere le capacità della mia mente. Il pomeriggio, in casa da solo, avevo bisogno di riflettere. Indagare sul significato del rapporto con la bella ragazza che mi stava sfuggendo era la mia attività mentale più viva. Sapevo che per raccontare la nostra storia in maniera che fosse interessante per tutti, dovevo allenarmi a coglierne giorno per giorno gli aspetti essenziali e universali. Se invece lo scopo era riconquistare l'amore della giovane donna, bisognava che comprendessi perché l'avevo perduta, e il mezzo migliore per arrivare all'intelligenza di tanti fatti contraddittori e confusi, era dare ordine al caos, trarre luce dal fumo (1). Del resto capire perché con Ifigenia avessi fallito, sarebbe stata una necessità anche nel caso che avessi voluto cambiare compagna; e in ogni modo la comprensione degli errori fatti nell'opera educativa di questa amante, un’attività dove avevo impiegato tempo, energie, sentimenti, era indispensabile per la mia parte pubblica. Non mi bastava impartire nozioni: volevo suscitare energie morali e sensibilità estetica nei miei discepoli. Perciò, tanto per arrivare al capolavoro auspicato, sia per ricominciare degnamente con Ifigenia, o, per iniziare ancora più degnamente con una migliore di lei, tanto per educare i miei uditori e lettori di buona natura, dovevo trovare la causa più vera della nostra degradazione amorosa e umana. Ifigenia talora aveva incoraggiato il mio proposito artistico: una sera di febbraio, dopo avere letto gli appunti che avevo preso nei giorni di solitudine, parole rievocative di eventi tristi e lieti, disse che dovevo cominciare a comporre la grande opera letteraria, poiché il talento lo avevo, e il mancato successo del dramma non significava che alle mie parole mancasse una forza ricca e straordinaria (2). Una potenza che avrei dovuto disciplinare però, e incanalare in uno stile epico fluente come l'acqua di un fiume ampio e maestoso. Ricordando questi suggerimenti, pensavo di avere ancora bisogno della sua presenza. Temevo che se mi avesse lasciato troppo per tempo, sarei diventato una schifezza di uomo: ingrassato, perduti o imbiancati i capelli, caduti o cariati i denti, perduta l’espressione umana del volto, avrei smesso di leggere, mi sarei ubriacato, e una volta completamente brillo, sarei andato a ingiuriare (3) le cattive signorine (3bis) sul lungomare di Misano bestemmiando Dio e tutti i santi a partire dall’onesto Giovanni; insomma avrei ucciso le mie potenziali capacità di fare le cose egregie delle quali però mi sarebbe rimasto il desiderio tragicamente frustrato, un rimorso che mi avrebbe spinto ad ammazzarmi lanciando bestemmie nuove, inaudite. Era stata Ifigenia a evocare la parte migliore di me, e lei soltanto poteva portarmi al compimento di un'opera grande e meravigliosa. Certo, le mancavano la finezza, l'autenticità e la forza mentale che avrei voluto nella mia compagna di vita, però aveva determinazione per gli scopi che le stavano a cuore, e la mia realizzazione artistica poteva importarle, se non altro perché avrebbe procurato fama e successo pure a lei. Ma soprattutto era dotata dell'aurea bellezza, consolatrice di tutti gli affanni. Pesaro 2 luglio 2025 ore 16, 19. Ringrazio Dio per il caldo. p. s. Statistiche del blog Sempre1763125 Oggi313 Ieri285 Questo mese598 Il mese scorso24815
Not 1 Cfr. Orazio, Ars poetica, v.143: "non fumum ex fulgore, sed ex fumo dare lucem/cogitat..", non pensa di trarre fumo dallo splendore, ma luce dal fumo. Il soggetto è Omero. 2 Cfr. Shakespeare, The tempest:"But doth suffer a sea-change/into something rich and strange" (I,2), ma subisce un cambiamento marino/in qualche cosa di prezioso e raro. 3 Cfr. Aristofane, Cavalieri: “mequvwn te tai'" povrnaisi loidorhvsetai" (v. 1400), e ubriaco oltraggerà le puttane. 3 bis Per le “cattive signorine” cfr. invece Cocotte di Gozzano. Come vedete è tutto testimoniato dalla tradizione letteraria europea nobile e antica. |
Già docente di latino e greco nei Licei Rambaldi di Imola, Minghetti e Galvani di Bologna, docente a contratto nelle università di Bologna, Bolzano-Bressanone e Urbino. Collaboratore di vari quotidiani tra cui "la Repubblica" e "il Fatto quotidiano", autore di traduzioni e commenti di classici (Edipo re, Antigone di Sofocle; Medea, Baccanti di Euripide; Omero, Storiografi greci, Satyricon) per diversi editori (Loffredo, Cappelli, Canova)
mercoledì 2 luglio 2025
Ifigenia CCXVIII Il proposito di dare ordine al caos. Il rimuginare, prima parte
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento