venerdì 25 luglio 2025

Ifigenia CCXLVII. La scalata di Mitterand alla presidenza e la nostra al Monte delle formiche.

Studiai tutto maggio per preparare Ifigenia all'esame di recitazione anticipato alla fine del mese. Lavoravo quasi sempre per lei, eppure sentivo che il nostro connubio sarebbe finito presto: oramai le mie lezioni erano l'unico contatto reale tra noi. Non potevo offrirle altro: quella non voleva darmi niente, tuttavia mi chiedeva aiuto e mi contraccambiava soltanto con un pochino di attenzione a quanto facevo e dicevo. Il sesso era ridotto al minimo sindacale. A un rapporto privo di basi morali e scopi comuni, se togli le copule, cavi ogni cosa.
Ricordavo: "Birth, and copulation and death./That's all, that's all, that's all, that's all,/Birth, and copulation, and death1.
Ifigenia voleva lavorare nel teatro che attirava anche me; io però lo consideravo un luogo di educazione e cultura, mentre nelle sue aspettative era un mezzo di esibizione personale e di rivalsa su frustrazioni sociali.
Per giunta soffrivo il raffreddore da fieno che non mi lasciava dormire bene: ero stanco, svuotato, depresso, come succede sempre alla fine di un ciclo. Eppure non mi lamentavo né bestemmiavo il nome benedetto del Signore che prima dà, poi toglie 2, poi dà di nuovo. Ci contavo. Mi andava così fin da quando ero bambino: crocifissioni e resurrezioni alternate. Come il grano che mietuto e seminato rinasce. Come lo vedo spuntare dal suolo ogni anno, mi inchino e grido: “o benedetto, tu sei come me!” Sapevo che presto la congiuntura sarebbe cambiata. Intanto avevo capito che le possibilità delle cose sono soltanto le cose stesse. Era del tutto inutile e pure dannoso agitarsi o prendersela con chissà chi: dovevo terminare il ciclo; dopo si sarebbe visto. “Che male c’è se l’amore va?! Che male c’è? Poi ritornerà!” faceva una canzone. E un’altra: “e tu che con gli occhi di un altro colore” et cetera. Kaisa li aveva azzurri, Ifigenia neri. Ancora una volta i fati avrebbero trovato la strada 3. Come quando cercavo la via per arrivare a Debrecen nel luglio del 1966. Ben più desolato, sprovveduto e spaventato ero allora.

A metà mese feci una mezza giornata di pausa, stremato. Era un venerdì, dopo la scuola. Invece di studiare, pensavo: "Amo ancora quella ragazza perché ha del carattere e scopi collegabili al mondo della cultura; lei non mi ama poiché spera in molto di più e assai meglio di me; cercherò di trattenerla fino a quando mi assegnerà compiti utili anche alla mia crescita e non avrà calpestato la mia dignità, cosa che non tarderà a fare del resto. Tra noi va male assai, ma non sono del tutto infelice, siccome trovo comunque qualcosa di buono in me stesso. Ero più insicuro e scontento nell'estate del '74, quando c'era l'amore di Päivi, la rossa incinta di me e il nostro amore sembrava funzionare benissimo, ma io aspettavo ogni cosa positiva da questa bipede leonessa poiché arrivato vicino ai trent'anni avevo combinato troppo poco di buono, e non avevo autostima. La finnica comunque mi ha aiutato a capire e superare la mia insufficienza, mi ha dato la spinta verso le egregie cose con i suoi ruggiti.
Altri stimoli me li hanno dati gli allievi dei licei, poi è arrivata Ifigenia, giovane collega e meritata borsa di studio, ma il nostro amore non ha mai avuto una valenza etica. Festevole è stato, carnascialesco è stato, poi tragico. Mai equilibrato e sereno.

In quei giorni  di maggio Mitterand fu eletto Presidente della Repubblica francese. Avevo fatto il tifo per lui nel '74, alla fine del ciclo quinquennale nella scuola media di Carmignano e mi era spiaciuto quando non venne eletto. I colleghi reazionari del paese democristiano  invece avevano esultato per la vittoria del candidato di destra. Nell'81 del resto gli schieramenti ideologici cominciavano a frantumarsi. Rammentando la netta contrapposizione di sette anni prima, Antonia, la collega e carissima  amica, mi scrisse una bella frase: "Passa il tempo, e certi fatti ritornano, rendendo vivi e presenti i ricordi". Dunque speravo che il Presidente socialista nella grande nazione vicina, significasse la rimonta delle sinistre in un momento di pericolosi rigurgiti reazionari. Ma questi non sarebbero stati annullati, in quanto venivano dallo stomaco della classe prepotente che aveva un immenso potere di corruzione attraverso la proprietà di tanti mezzi di propaganda, e altri di deterrenza con la gestione dei servizi segreti.

Il monte delle formiche. Le stesse cose ritornano
Domenica 24 maggio Desdemona scalò il monte delle formiche in bicicletta. Ce la fece seguendo i miei consigli con docile ragionevolezza. Per esempio: prendere le curve nella loro parte più larga e più lunga per attenuarne la ripidezza. Equivale a prendere tempo nelle difficoltà: metodo comparativo imparato vivendo e insegnando. Una volta le avevo giurato che, quando ci fosse riuscita, l'avrei sposata: all'epoca la fanciulla avrebbe voluto l'una e l'altra cosa, ma quel giorno non le rinnovai l'offerta poiché sapevo che oramai considerava le nozze con me un approdo  di molto inferiore alle sue possibilità. Eppure in seguito mi avrebbe rinfacciato il fatto che mentre lei aveva superato l'ardua prova, io non avevo mantenuto quell'antica promessa. Forse fu soltanto una battuta.
Ora so che la  donna a me congeniale, dovunque si trovi, non può adattarsi a fare la moglie e che questa sia un'ottima inattitudine, ove vi sia un'attitudine superiore. Chi non è adatto alle nozze e si sposa perché “bisogna farlo” cade nello sconforto ben presto e, se non scappa via velocemente, va in rovina.
In ogni modo la ragazza quel giorno pensava di essere destinata a fragorose ovazioni, a trionfi mondiali, a lunghe code magari con ressa davanti ai suoi camerini, a pianti e gemiti davanti alla propria porta lasciata chiusa, e non mi avrebbe sposato neppure se l'avessi allenata e corroborata fino a farle scalare lo Stelvio sovrapposto al Pelio che scuote le foglie, all'Ossa e all'Olimpo 4 per farle raggiungere il cielo.


Villa Fastiggi,  25 luglio 2025 ore 9, 42 giovanni ghiselli


Note

1 T. S. EliotFrammento di un agone. Nascita, e copula e morte, tutto qui, tutto qui, tutto qui, tutto qui, Nascita, e copula, e morte.
2 Cfr. Antico Testamento, Giobbe, I, 20:"Nudo uscii dal seno di mia madre,/e nudo vi ritornerò./Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,/sia benedetto il nome del Signore!".
3 Cfr. Eneide, III, 395: "fata viam invenient ".
Cfr. Odissea, XI, 315-316.


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