Denaturare
naturam
Sofocle,
Antigone, Primo Stasimo.
Seconda
strofe. vv. 353-364
L'uomo ha imparato a
organizzarsi e a difendersi da tutti i nemici, tanto interni quanto esterni, ma
non ha mai trovato un rimedio risolutivo
contro la morte .
E
la parola, e pari al vento il/pensiero, e a regolare gli istinti con le
leggi/della città ha imparato, e a fuggire/degli inabitabili geli gli strali a
cielo scoperto/e gli scrosci delle piogge terribili/con ogni risorsa; senza
risorse per niente va/verso il futuro; da Ade soltanto/non potrà procurarsi lo
scampo;/eppure da malattie immedicabili ha escogitato/vie di uscita".-
Seconda antistrofe
vv. 365-383
La tecnologia può essere
guidata verso il male e pure verso il bene; l'uomo è grande nella città se
trova l'armonia con l'universo e gli dèi, bandito dalla città è quello estraneo
al bello morale. Il coro prende distanza da costui..
vv. 365-367. Possedendo il ritrovato della tecnologia,/ che è un
qualche sapere- sofovn
ti-,
oltre l'aspettativa/ora si volge al male, ora al bene".-
Nel discorso finale del film di Chaplin The great dictator (1940), il barbiere,
sosia di Hynkel-Hitler, scambiato per il grande dittatore deve parlare alla
folla con parole che legittimino e anzi
esaltino la prepotenza del tiranno, presentato
come il futuro imperatore del mondo dal ministro della propaganda
Garlitsch-Goebbels. Ebbene il piccolo grande uomo non rispetta la parte che gli
hanno assegnato e dice di non volere comandare su nessuno, ma aiutare tutti. Poi continua così:
“Our knowledge has made us cynical, our
cleverness hard and unkind. We think to much and feel to little. More than
machinery we need humanity. More than cleverness we need kindness and gentleness”, la nostra conoscenza ci ha resi cinici, la nostra
intelligenza duri e scortesi. Noi pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più
che di macchinari abbiamo bisogno di umanità. Più che di intelligenza abbiamo
bisogno di bontà gentilezza.
vv.
368- 375:" e le leggi della terra unendo/e degli dei la giurata
giustizia/è grande nella città; bandito dalla città è quello con il quale
/coesiste la negazione del bello morale- to; mh; kalo;n-, per la sfrontatezza tovlma"
cavrin:./Non
mi stia accanto sul focolare/né sia uno che ha lo stesso pensiero/chi compie
queste azioni.
Sofocle
condanna il la sfrontatezza che giunge a negare bellezza e bontà e arriva a calpestare il kalovn, la bellezza: quella morale
e naturale prescritta dalle norme
delfiche. L’ybris dell’uomo teso a
violentare la natura arriva a snaturarla. Ma è una pretesa che porta
all’espulsione dalla comunità politica e umana
l’uomo inquieto e inquietante che
cerca di sottomettere la natura snaturandola.
Ora
per esempio si uccidono i bambini in cerca di cibo. Il movente di tale crimine è
l’avidità di potere e la sete di sangue. Così si ammorba la terra con il mare e
il cielo. Fino alla catastrofe che
confuta i violenti.
Villa
Fastiggi, 25 luglio 2025 ore 7, 15 giovanni ghiselli
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