Nell’epodo della Parodo delle Baccanti di
Euripide (vv.135 - 166) le menadi cantano:
“E’ cosa dolce nei monti,
quando dai tiasi in corsa
Si cade a terra, indossando
il sacro indumento della nebride,
cacciando
il sangue del capro ucciso, gioia
di mangiare la carne cruda,
spingendosi sui monti frigi, lidi,
e il capo è Dioniso,
evoè.
Scorre di latte il suolo, scorre di
vino, scorre del nettare
delle api.
Bacco sollevando
la fiamma ardente
dalla torcia di pino
come fumo di incenso di Siria
si precipita, con la corsa e
con danze eccitando le erranti
e con grida spingendole,
e scagliando nell’aria la molle
chioma.
e insieme con urla di evoè grida
così:
“O andate Baccanti,
andate Baccanti,
con lo splendore dello Tmolo
aurifluente,
cantate Dioniso
al suono dei tamburelli dal cupo
tuono - barubrovmwn uJpo;
tumpavnwn -
celebrando con urla di evoè il dio
dell’evoè
tra clamori e gridi frigi
quando il sacro flauto melodioso
freme sacri ludi, che si accordano
alle erranti al monte, al monte:
felice
allora, come puledra con la madre
al pascolo, muove il piede rapido,
a balzi, la baccante”.
A proposito dei timpani o
tamburelli
Il suono del tamburo è considerato centrale anche dal professore di greco
Adolph Cusins, il fidanzato di Barbara, maggiore dell’esercito della
salvezza nella commedia di Bernard Shaw. Egli dice al futuro suocero, il padre
di Barbara, ricchissimo fabbricante di armi: “You do not understand the
Salvation Army. It is te
army of joy, of love, of courage… It
takes the poor professor of Greek, the most artificial and self - suppressed of
human creatures, from his meal of roots, and lets loose the rhapsodist
in him; reveals the true worship
of Dionysos to him; sends him down the public street drumming dithyrambs”
(Major Barbara,
Act II), tu non capisci l’Esercito della Salvezza. E’ l’esercito
della gioia, dell’amore, del coraggio… Porta
via il povero professore di Greco, la più artificiale e autorepressa delle
creature dal suo pasto di radici, e libera il rapsodo che è in lui; rivela in lui il vero cultore di Dioniso; lo
manda nella pubblica strada a tambureggiare ditirambi.
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