Coriolano |
Coriolano di Shakespeare (1607)
e
Coriolano non vuole ricompense in denaro, Un cittadino dice
che quanto ha fatto di meglio he did it
to please his mother and to be partly
proud per piacere a sua madre e anche per la superbia, che ha grande come
il coraggio (Shakespeare, Coriolano I, 1).
Coriolano è un edipico.
Plutarco scrive
che Coriolano si proponeva come fine della gloria la felicità di sua madre tevlo" ejkeivnw/ de; th'" dovxh"
hj th" mhtro;" eujfrosuvnh (Vita di coriolano, 4, 5)
Marzio si sposò quando la madre Veturia (Volumnia in Sh)
glielo chiese ed ebbe anche dei figli dalla moglie Virgilia, ma continuò a
vivere nella stessa casa con la madre. La madre del resto lo ha allevato come
facevano le spartane: ero contenta di lasciarlo cercare il pericolo dove poteva
trovare la fama (I, 3) To a cruel war I
sent him, dalla quale tornò con le tempie cinte di quercia. Non provai
tanta gioia quando seppi che mi era nato un uomo, quanta ne sentii seeing he had proved himself a man (I,
3)
E ancora: “i seni di Ecuba quando allattava Ettore non erano
belli come la fronte del figlio quando pieno di sprezzo (contemning - lat. contemno) schizzava sangue contro le
spade greche”.
Cfr. Gorgò la moglie di Leonida, a una straniera che le aveva
detto: solo voi donne spartane comandate sugli uomini, Gorgò rispose: “movnai ga;r tivktomen
a[ndraς (Plutarco,
Vita di Licurgo, 14), infatti solo
noi partoriamo degli uomini.
Gorgò da bambina diede ordini
perfino al padre, al re Cleomene. Lo dissuase dall’ accettare il denaro (50
talenti) che Aristagora di Mileto gli offriva in cambio di un aiuto militare
(Erodoto, V, 52, 2).
Virgilia, la moglie vuole fare la
parte di Penelope. Glielo rinfaccia Valeria, un’amica della madre Volumnia,
aggiungendo che tutta la lana filata in assenza di Ulisse non fece che riempire
Itaca di tarme (I, 3)
Dopo la battaglia nella quale
Coriolano si è coperto di gloria, il collega generale Cominio vuole assegnargli
the tenth, la decima parte della
preda (I, 9), ma Coriolano rifiuta un premio tanto grande e dice che la sua
parte deve essere uguale a quella di chi lo ha visto combattere.
Siamo nel periodo immediatamente
successivo al 494 quando la plebe ottenne magistratus
sacrosanti quibus auxilii latio adversus consules esset (Livio, II, 33).
Nell’anno della presa di Corioli morì Menenio Agrippa cui mancarono i denari
per il funerale e la plebe fece una colletta. Vedi anche il potere dell’intercessio
Plutarco mette in luce che in quel
tempo il denaro non era un idolo. Marzio si presentò quale candidato al
consolato (uJpateiva,
u{patoς console)
con il solo mantello (iJmavtion) a[neu citw'noς, senza la tunica, sia per
mostrarsi più umile nell’aspetto, come è appropriato a chi fa delle richieste,
sia per mostrare le cicatrici (wjteilaiv), come segni visibili del valore.
ojye;; ga;r meta; polu;n crovnon più tardi
infatti e dopo molto tempo si introdusse la compra vendita dei suffragi e si
mescolò il denaro con i voti dell’assemblea (ojye; ga;r meta; polu;n crovnon wjnh; kai; pra'siς ejpeish'lqe kai;
sunemivgh tai'ς ejkklhsiastikai'ς yhvfoiς ajrguvrion, 14).
Quindi la corruzione (hJ dwrodokiva)
toccando anche i tribunali e gli accampamenti (kai; dikastw'n qigou'sa kai; stratopevdwn), portò
la città alla monarchia, asservendo le armi al denaro ejxandrapodisamevnh ta;
opla toi'ς crhvmasin.
Primo a minare la forza del popolo
fu quello che iniziò a offrirgli banchetti e doni
Il popolo però riteneva già allora
di subire vessazioni uJpo; tw'n daneistw'n (5) da parte degli usurai. L’indebitamento
si chiamava nexum e prevedeva la
schiavitù degli insolventi. Questa conseguenza provocò rivolte e fu abolita
nella seconda metà del IV secolo
In Shakespeare. Un cittadino dice
che i senatori make edicts for usury
(I, 1) fanno editti a vantaggio degli usurai.
Anno 492. Coriolano non venne
eletto per il 491, bensì Minucio e Sempronio
Gelone (tiranno di Siracusa dal 485 al 478;
nel 491-490 era ancora tiranno di Gela) inviò del grano in dono e la plebe
sperava che venisse venduto a prezzo politico o regalato. Coriolano si oppose.
Era anche contrario al tribunato della plebe come stato nello Stato
In Livio, Coriolano dice: “Si annonam veterem volunt, iam pristĭnum
reddant patribus (II, 34), se vogliono il grano al vecchio prezzo,
restituiscano ai patrizi, lo stato di prima. Dice che non ha sopportato la
dittatura di Tarquinio, e non vuole tollerare i tribuni. Et senatui nimis atrox visa sententia est (II, 35). La plebe vedeva
in Coriolano un mostruoso carnefice. Coriolano damnatus absens in Volscos exulatum abiit, condannato in contumacia
andò in esilio tra i Volsci (II, 35). Lo ospitò Attio Tullio (In shak Tullo
Aufidio) acerrimo nemico dei Romani
Trattare bene il popolo come
facevano le democrazie radicali della Grecia, disse Coriolano, significava
rifornire la loro indisciplina th;n ajpeivqeian aujtw'n ejfodiavzein
(Plutarco, 16). Cfr. Platone: la democrazia è costituzione anarchica e
variopinta)
Propone di togliere loro th;n dhmarcivan (il
tribunato) che annulla il potere consolare e divide la città. Roma infatti è
stata tagliata in due.
Il Coriolano di Shakespeare aveva
detto ai senatori che, nell’ assecondare la folla, noi nobili nutriamo contro
il nostro senato la cattiva erba della ribellione, dell’insolenza della
sedizione we nourish – nutrio – nutrire
-‘gainst our Senate the cockle of
rebellion, insolence, sedition (III, 1)
Plutarco: i
tribuni dhvmarcoi
aizzarono la folla contro Coriolano.
In Shak i tribuni Sicinio e Giunio Bruto manovrano per danneggiarlo,
Eppure aveva riempito Roma di benefici.
Plutarco ricorda
che Coriolano quando era ancora un ragazzo partecipò alla battaglia finale
contro Tarquinio che gettava l’ultimo dado (e[scaton kuvbon, 3) avendo molti latini alleati
(forse fa confusione con quella del lago Regillo contro i Latini del 499 o
496), Allora il dittatore lo incoronò con una corona di quercia-ejstefavnwse druo;ς stefavnw/ (3)
E Shak scrive che piegò Tarquinio e per ricompensa was brow-bound with the oak, fu
incoronato con la quercia (II, 2). - brow, sopracciglio e fronte - cfr. ojfruvς,
sopracciglio e orgoglio
Il popolo quasi si scagliò contro i
senatori.
I tribuni presentarono un’accusa (aijtivan) contro
Coriolano e lo invitavano a discolparsi ejkavloun aujto;n ajpologhsovmenon (17),
Coriolano cacciò i funzionari con la citazione. Allora i tribuni, meta; tw'n ajgoranovmwn con gli
edili della plebe, cercarono di catturarlo. I patrizi lo difesero e scoppiò un
tumulto (tarachv)
Il giorno dopo i consoli tentarono
di placare il popolo
I tribuni chiesero che Marzio
andasse a scusarsi sperando che si umiliasse o si arrabbiasse. Marzio si
presentò ma con aria sprezzante e di sfida e il popolo si inasprì. Il più
ardito dei tribuni (tw'n dhmavrcwn oJ qrasuvtatoς) Sicinio disse che loro, i
difensori del popolo, avevano condannato a morte Marzio (18)
Alla fine Marzio si sottopose al
giudizio e fu condannato all’esilio perpetuo-ajivvdio" fughv (20) Il
popolo ne fu felice. Marzio non ne fu umiliato ma adirato. Quindi abbracciò le
sue donne poi uscì da Roma seguito da tre o quattro clienti. trei'ς h] tevttaraς pelavtaς e[cwn peri; aujtovn (21). I
clienti non mancano mai. Coriolano Prima dimorò nei suoi poderi poi decise di
suscitare ajnasth'sai
una
grave guerra-povlemon
baruvvn kai; o{moron contro Roma da parte dei popoli vicini. Si rivolse a
Tullo Attio che viveva nella città di Anzio. Questo accoglie la sua proposta e
lo invitò a prendere il comando delle truppe. Marzio conquistò diverse città
del Lazio fini a Bola che dista solo cento stadi da Roma (18 km circa). A questo punto
la plebe chiese il ritorno di Coriolano a Roma ma il Senato non ratificò il
plebiscito. Allora Marzio si infuriò e mosse contro Roma ponendo il campo a
quaranta stadi (7 km
e mezzo) quinque ab urbe milia
(Livio, II, 9, 5).
Andarono a pregarlo dei suoi
parenti e amici ma lui li ricevette seduto con una pompa e un sussiego
insipportabili met
j o[gkou kai; baruvthto" oujk ajnekth'" (30).
Coriolano rispose agli ambasciatotori con sdegno e ira pikrw'" kai;
pro;" ojrghvn per i torti subiti, Poi chiese che si estendesse ai
Volsci ijsopoliteian
h{nper Lativnoi", in pratica il foedus
Cassianum concesso dal console Cassio ai Latini nel 493 dopo la battaglia
del lago Regillo
Era un patto difensivo nei
confronti dei Volsci e degli Equi.
In Shak. Coriolano caccia Menenio
Agrippa (V, 2)
Tuttavia si ritirò dal territorio
di Roma e questo suscitò tra i Volsci le prime accuse. Tra i detrattori ostili
c’era Tullo invidioso di Coriolano –ejn d ‘anqrwpivnw/ pavqei gegonwv", vittima
di una debolezza umana
Marzio poi avanza di nuovo contro
Roma. Allora Valeria va a trovare Volumnia e Virgilia e propone di recarsi dal
loro figlio s marito con i figli di Coriolano. Gli stessi volsci ne ebbero
compassione
Rimane fondamentale il rapporto con
la madre Volumnia.
Coriolano come vide avanzare le matrone si
stupì (ejqauvmasen, 34), ma
osservando venne sopraffatto dall’emozione (genovmenoς de; tou' pavqouς ejlavttwn) e fu sconvolto a quella vista kai; suntaracqei;ς pro;ς th;n o[yin, e non
sopportò di rimanere seduto mentre lei si avvicinava: scese dalla tribuna, prwvthn me;n hjspavsato
th;n
mhtevra anche
con l’abbraccio più lungo kai; plei'ston crovnon, poi la moglie Virgilia e i figli,
senza trattenersi dalle lacrime
In Sh. Coriolano vede arrivare “lo
stampo venerata da cui prese forma questo torso” (the honoured mould - modulus misura - wherein this trunk truncus - was framed - V, 3).
E porta per mano il nipote del suo
sangue-and in her hand the grandchild to
her blood. Coriolano è commosso ma cerca di resistere: let it be virtuous to be obstinate,-obstinatus- sia virtuosa la risolutezza
Mia madre si inginocchia bows come un Olimpo che si curvi a
implorare la tana di una talpa, and my
young boy hath an aspect of intercession which great Natur cries deny – nego - not
Coriolano cerca di non
impietosirsi: “I’ll never be such a
gosling to obey - oboedio instinct,
non sarò come un papero che obbedisce all’istinto, but stand as if man were author of himself and knew no other kin - ma
resisterò come se fossi un uomo che ha fatto se stesso e non conosce la razza
Plutarco: come riconobbe la madre
che camminava davanti alle altre, dapprima cercò di non impietosirsi ma poi genovmeno" de; tou'
pavqou" ejlavttwn, sopraffatto dall’emozione e sconvolto a
quella vista kai;
suntaracqei;" pro;" th; oyin, non sopportò di rimanere seduto e
andò loro incontro senza rrisparmio di lacrime e gesti di tenerezza.
In Sh. Coriolano davanti alla
moglie che gli rinfaccia il loro dolore dice a se stesso - aside - like a dull actor now I
have forgot my part” (v, iii). Poi si inginocchia davanti alla madre.
Volumnia lo fa alzare. Poi si inginocchia lei
Volumnia gli presenta il figlio
come a poor epitome of yours, un
povero compendio di te.
In Sh madre aggiunge che anche se
loro non parlassero, should we be silent
and not speak, our raiment and state of bodies would bewray what life we have
led since thy exile le vesti e lo stato dei corpi direbbero quale vita abbiamo
fatto dal tuo esilio (V, 3)
In Plutarco oJra'ς w| pai', ka]n aujta;
mh; levgwmen, ejsqh'ti kai; morfh'/ tw'n ajqlivwn swmavtwn tekmairovmenoς oi{an oijkourivan-vita
ritirata in casa-
hJ sh; fugh; periepoivhse (35), tu vedi pure se noi non parliamo
dalle vesti e deducendolo anche dall’aspetto dei nostri miseri corpi a quale
vita ritirata in casa si abbia costretto il tuo esilio
Siamo ajtucevstatai pasw'n
gunaikw'n
poiché siamo quelle cui la sorte ha reso temibile la più cara delle viste – ai|ς to; h{diston qevama
foberwvtaton hJ tuvch pepoivhken (35)
E Sh. How more unfortunate than all living women are we, poiché la tua
vista che dovrebbe riempirci gli occhi di gioia e far danzare i cuori di
felicità, li forza a piangere e a tremare di paura e di dolore
Ora noi dobbiamo perdere la patria, nostra cara nutrice
o la tua persona Alack, or we must
lose-the country our dear nurse - nutrix, or else thy person, our comfort in the country (V, 3). E
Plutarco: non è possible aijtei'sqai para; qew'n kai; th'/ patrivdi nivkhn a{ma
kai; soi; swthrivan (35).
Se attaccherai la patria thy country, gli dice, non potrai che
calpestare than to tread il ventre di
tua madre –on thy mother’s womb-che
ti mise al mondo (V, 3)
E Virgilia aggiunge il proprio
ventre che farà vivere nel tempo il nome di Coriolano.
In Plutarco Volumnia dice: “se non
riuscirai a farti benefattore di questi due popoli, tu non potrai attaccare la
patria pri;n
h[ nekra;n uJperbh'nai thn tekou'san (35), prima di essere passato
sulla morta che ti ha partorito”
Non ti chiedo di distruggere i
Volsci, no la nostra richiesta è di riconciliarli our suit is to reconcile them.
a[dhloς d j w]n oJ povlemoς tou't j e[cei provdhlon (35) essendo
la guerra incerta, ha questo di certo; se vincerai, sarai il distruttore della
patria, se verrai sconfitto tutti penseranno che per spiriti di vendetta hai
causato sventure ai tuoi benefattori e amici.
The end of war is uncertain; but this is certain.
Ti rimarrà la rinomanza di uomo che
fu nobile ma con l’ultima impresa spazzò via la nobiltà: egli ha distrutto la
sua terra madre destroyed his country
(V, 3).
In Plutarco Volumnia dice che a
Coriolano vincitore rimarrà la cattiva fama di ajlavstwr th'ς patrivdoς, demone vendicatore, flagello
della patria.
Coriolano non risponde subito.
Allora Volumnia fa: “tiv siga'/ς w\ pai';” (36).
E Sh. Why dost
not speak? (V, 3)
E continua: “Think’st thou it honourable for a nobleman
still to remember wrongs pensi che sia onorevole per un nobile ricordare le
offese per sempre?
E Plutarco: “è forse bello
abbandonarsi del tutto all’ira e al risentimento (povteron ojrgh'/ kai;
mnhsikakiva/ pavnta sugcwrei'n kalovn, 36)
O conviene (proshvkei) a un
grand’uomo ricordare il male subito mentre sarebbe indegno di un uomo grande e
nobile rendere onore e omaggio ai benefici che da bambino ha ricevuto dai
genitori? (36)
There’s no man in world more bound to’s mother, non c’è uomo al mondo più obbligato a sua madre
Thou hast never in thy life-showed thy dear mother any
courtesy (V, 3, 160-161)
Eppure a nessuno come a te si
converrebbe osservare la riconoscenza kai; mh;n oujdeni; ma'llon e[prepe threi'n cavrin
wJς soiv (36, 2)
Ti sei vendicato ampiamente della
patria ma th'/
mhtri; oujdemivan cavrin ajpodevdwkaς (36, 3)
Quindi Volumnia dice: down ladies! Let us shame him with our knees-
govnu-govnato", tov -genu-us, neutro, a terra donnne!,
svergogniamolo con le ginocchia!
E in Plutarco : kai; tau't j eijpou'sa
prospivptei toi'ς govnasin aujtou' meta;
th'ς gunaiko;ς a{ma tw'n paidivwn, con la
moglie e i figli.
Allora Coriolano fa alzare la madre
e le dice: “nenivkhkaς-ei\pen- eujtuch' me;n
th'/ patrivdi nivkhn, ejmoi; d j ojlevqrion” (36, 5), hai vinto una vittoria
fausta per la patria ma rovinosa per me
E Sh you have
won a happy victory to Rome. But for your son-believe it, o believe it-most
dangerously you have him prevailed -praevaleo-if not most mortal to him. (V, iii,
186-190)
A Roma vengono festeggiate le
donne. Il Senato decretò che venisse loro concesso qualsiasi cosa chiedessero,
ed esse chiesero solo che venisse edificato un tempio alla Fortuna muliebre oujde;n hxivwsan a[llo
h] Tuvchς gunaikeivaς iero;n iJdruvsasqai (37)
A Roma suonano trombe oboi, tamburi
and the shouting Romans make the sun
dance (V, 4) Mentre i Romani urlanti fanno ballare il sole
Quanto a Volumnia, Virgilia e
Valeria, un senatore grida che bisogna spargere fiori sul loro cammino (V, 5)
Plutarco racconta che il Senato
fece erigere il tempio con la statua della Fortuna muliebre, mentre le donne a
loro spese fecero costruire una seconda
statua che avrebbe anche parlato dicendo alle donne che il dono fatto era gradito
agli dei (37, 5).
L’autore
non se la sente di negarlo in quanto il divino non assomiglia
all’umano e se fa cose per noi impossibili non è in contrasto con la ragione ou[te paravlogovn
ejstin
(38, 6).
La maggior parte delle cose divine tw'n qeivwn ta; pollav, come
dice Eraclito, ci sfugge ajpistivh/, a causa della nostra incredulità (38, 7)
Cfr. mutatis mutandis, l’accoglimento del mito in Livio, Curzio Rufo,
Tacito, Arriano. Nessuno se la sente di negarlo del tutto.
In Tito Livio le donne si recano da Veturia, la madre di Coriolano e
da Volumnia, la moglie. Queste vanno nel campo nemico con i due figli di
Coriolano il quale rimase multo obstinatior adversus lacrimas muliebres (II, 40) di cui aveva avuto
l’annuncio. Ma quando le vide, si lanciò verso la madre per abbracciarla. La
madre prima di lasciarsi abbracciare gli chiese se fosse un figlio o un nemico
e se lei fosse prigioniera o madre. Coriolano si commosse, ritirò l’esercito.
Alcuni invidia rei oppressum tradunt,
ma apud Fabium longe antiquissimum
auctorem si legge che visse fino alla vecchiaia. Ripeteva che l’esilio è
molto più doloroso nella vecchiaia
Si tratta di Fabio Pittore
contemporaneo del Cunctator e appartenente alla stessa gens Fabia. Questo “antichissimo tra gli annalisti…accentuava il
diritto (e i successi) dei Romani…non aveva più quella superiore serenità in
cui è il fascino della storiografia greca classica, insomma di un Erodoto o di
un Tucidide” (Mazzarino, Il pensiero
storico classico, II, 104). Si tratta dell’obiettività epica di questi
autori
Scrisse in greco la sua opera, che andava dalle origini dei
Romani, considerati come discendenti di Enea, sino, pare, alla fine della
seconda guerra punica (il frammento più recente si riferisce alla battaglia del
Trasimeno). Della sua opera si ebbe anche una traduzione latina.
Ispirandosi alle mire della politica filellenica di T.
Quinzio Flaminino, F. volle ribadire il concetto dell'affinità di stirpe tra
Greci e Romani, dimostrare la giustizia della condotta tenuta da questi e
suscitare imponente impressione della loro potenza. Per i tempi più antichi F.
attinse non soltanto a narrazioni storiche greche, ma anche a monumenti
pubblici, a documenti famigliari e a carmi latini epici ed epico-lirici.
L'esposizione relativa ai primi secoli della repubblica era più sommaria e
lacunosa; quella della prima guerra punica diventava più diffusa, mettendo a
profitto gli atti degli archivî e i ricordi dei vecchi, e quella della seconda
era fatta come da contemporaneo.
Gli uomini romani non portarono
invidia alle donne per il loro vanto –adeo
sine obtrectatione gloriae alienae vivebatur- (Livio, II, 40) si viveva
senza cercare di abbassare la gloria altrui, anzi consacrarono e dedicarono un
tempio alla Fortuna muliebre.
Sh. Tra i Volsci, Tullo Aufidio,
il loro capo, fa uccidere Coriolano. Dice: “at a few drops of women’s rheum - rJeu'ma, flusso -, which are-as cheap as lies, he sold the
blood and labour – of our great action. Therefore
shall he die,-and I’ll renew-new-nevo" me in his fall” (V, 6),
per poche gocce di lacrime di donna che sono a buon mercato come le bugie, egli
ha venduto il sangue e la fatica della nostra grande impresa. Perciò morirà e
io rinascerò nella sua caduta.
Conclude dicendo che sebbene il
Romano abbia riempito di lutti le donne dei Volsci, avrà un nobile monumento ( yet he shall have a noble memory, V, ,
154-155).
Plutarco: Marzio tornò ad Anzio dai Volsci,
Tullo che da tempo lo odiava e non lo sopportava per invidia misw'n pavlai kai;
barunovmeno" dia; fqovnon (9) tramò per farlo uccidere, sicché i
suoi seguaci lo ammazzarono. Il popolo non era d’accordo e la tomba di
Coriolano venne adornata con armi e spoglie come si fa con un prode. Presto
dovettero rimpiangerlo. In seguito combatterono contro gli Equi poi vennero sconfitti
e sottomessi dai Romani . (Vita di
Coriolano, 39).
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